Capitolo 55

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"Io credo che se il diavolo non esiste, e quindi è stato creato dall'uomo, questi lo ha creato a sua immagine e somiglianza." Fedor Dostoevskij

AVVISO IMPORTANTE: Vista la nota dark e moralmente discutibile della storia vorremmo ribadire la nostra posizione di distacco rispetto ai nostri personaggi, dissociandoci dal loro pensiero e dalle loro azioni. - BLACKSTEEL - 

MICAH

Finalmente Dimitrij era tornato a casa, era chiaro quanto quel ricovero forzato al Woodland Hospital l'avesse provato. Non appena aveva messo piede in salotto il suo viso si era fatto meno teso, aprendosi poi in un sorriso di puro sollievo.
- Cazzo, non ne potevo più. - ammise, prima di lasciarsi andare sul divano. Aveva un'ottima cera, davvero incredibile per uno che aveva appena scampato la morte.
Ezra rise. - Ti stavamo aspettando, c'è qualcosa che vorremmo farti vedere. - sussurrò, evidentemente eccitato.
Avevamo trascorso la notte a preparare la nostra stanza segreta, una volta adibita come stanza degli ospiti su al secondo piano, e adesso non vedevamo l'ora di mostrarla al terzo elemento della nostra stramba compagnia.
Gli occhi di Dimitrij si illuminarono. - Il vostro sguardo la dice lunga, andiamo prima che Zieg arrivi. -
- A proposito, come pensiamo di fare con lui? - chiese Ezra, mentre ci dirigevamo su al secondo piano. – In fin dei conto starà qui fino a quando Dim non si sarà ripreso a dovere... -
- Basterà fare attenzione. Quella porta rimarrà chiusa a chiave. - dissi, mostrando a Dimitrij la chiave che portavo appesa al collo.
- Cazzo, è una roba seria allora. -
Poi aprii la porta e osservai l'espressione sul viso del nostro amico farsi sempre più intensa. La mappa della scuola era appesa al muro davanti a noi, su di essa vi erano segnalate con un pennarello rosso le due entrate, quella principale e quella secondaria, il resto era ancora intonso. Stavamo aspettando Dimitrij prima di procedere con la pianificazione vera e propria. Al centro del pavimento vi era un grosso tavolo di legno massiccio, circondato da tre pouff bianchi. Sulla superficie vi era l'album degli iscritti alla Woodland, un'antica tradizione della scuola americana quella di avere un album con le fotografie dei propri studenti.
- Wow ... la mappa e poi ... quello ... - disse Dimitrij, con una punta di incertezza nella voce.
- Sceglieremo chi colpire, ci sono tutti gli studenti, con foto e presentazione, dal primo all'ultimo anno. - dissi mentre sentivo un brivido salire lungo la spina dorsale, lo stesso che doveva aver pervaso Ezra in quel momento. Lo capii dal suo sguardo eccitato.
- Ok ... - Dimitrij deglutì forte, ma poi entrò in stanza e iniziò a sfogliarlo.
- Bisogna stilare una lista ... certa gente non va colpita, su questo siamo d'accordo. - dissi, incontrando lo sguardo di Ezra.
- Esatto, poi ci vorrà una seconda lista, quella che potremmo definire la black list. - aggiunse il mio amico, adesso aveva preso posto su uno dei pouff, accanto ad un Dimitrij tutto concentrato.
- Ok ... -
- Va tutto bene? O sono troppe informazioni per uno appena uscito dal ricovero? - chiesi con un sorriso che mi si delineava sul volto. Il nostro progetto prendeva forma proprio lì, un cupo giovedì di febbraio, sotto i nostri occhi.
- No, va tutto bene, credo. Ovviamente dovremo trovare un modo per non fare del male ai nostri amici ... Zieg, Alice ... -
- Cercheremo di tenerli lontani da scuola quel giorno, anche se intendiamo colpire durante la settimana delle prove scritte. Ci saranno tutti, professori compresi. -
Ezra annuì. - Già, ci basterà seguire le loro mosse, evitare che si trovino sulla linea di fuoco, insomma. Ma a questo ci penseremo dopo. -
- Ok ... - Dimitrij non riusciva a dire altro quel giorno, poi si riscosse. - Ci serviranno delle armi, non credo che i tre fucili di mio padre possano bastare. -
Quello era un problema impellente, ci avevo già pensato, eppure non riuscivo a trovare un modo sicuro e veloce per ottenere le armi senza richiamarci addosso l'attenzione dello Sceriffo e compagnia bella.
- Male che vada andremo in Messico, possiamo procurarcele al mercato nero, ma avremo bisogno di appigli che adesso non abbiamo ... - ammisi, mentre prendevo posto al centro della stanza, con gli sguardi dei ragazzi addosso. - Io ho soltanto la pistola di Jack, niente più. Ezra potrebbe trafugare quella di Charles, ma non è abbastanza. Non possiamo rischiare di farci mettere K.O. una volta dato via al massacro. -
Quella parola riecheggiò nell'aria per un tempo indeterminato, l'avevo detto, tutti sapevano cosa aspettarsi una volta data la loro adesione a quel folle piano.
- Dobbiamo trovare un modo, ragazzi, le armi sono necessarie. - disse Ezra, con la testa tra le mani.
- Sono certo che qualcuno lassù ci mostrerà la via. Nessuno ama un bel armageddon più del caro Dio padre, non trovate? – Dimitrij raggelò, Ezra, invece, sembrava ancora più eccitato.
- Mi piacerebbe portare con me l'arco ... ero bravo un tempo. - considerò quello con lo sguardo perso nel vuoto. - Dovrei fare un po' di allenamento ma sono certo di poter recuperare. -
- Benissimo, io vorrei qualcosa di forte e scintillante ... - pensai, immaginando tra me e me quello che sarebbe accaduto in un futuro ormai sempre meno incerto.
Quello rise. - E tu Dim, cosa intendi fare? -
- In che senso? - chiese l'altro, mentre sfiorava l'album scolastico.
- Sei pronto per l'apocalisse? -
Sembrò pensarci su un attimo. - E' un modo per andarmene senza che l'aneurisma decida per me il quando e il dove. Non so quanto potrò esservi utile come ... cavaliere dell'apocalisse sinceramente. Però farò il mio lavoro, andrò fino in fondo con voi ...e con me stesso. -
Era quello che mi aspettavo da lui, non c'era quella follia omicida nei suoi occhi, quanto una voglia senza limiti di opporsi al suo destino avverso. Voleva uccidersi prima che l'aneurisma avesse potuto farlo al posto suo, privandolo perfino di una morte dignitosa.
- Ti capisco, allora ti lasceremo in pace quel giorno. -
Dimitrij abbassò lo sguardo, stava osservando la foto di Alice, sorridente e serena. - Dovrò dirle addio. -
- Goditi la pacchia finché puoi, se posso darti un consiglio. - disse Ezra dopo avergli dato una pacca sulla spalla. - Non devi lasciarla andare adesso, abbiamo due mesi davanti. -
- Non arriverete ai vostri diciotto anni. - disse poi improvvisamente. Il suo sguardo era triste.
- Oh, beh ... sono come i diciassette, soltanto che sei più vecchio. - ribattei, tranquillo. Se tutto fosse andato secondo i miei piani non avrei avuto problemi a farla finita, era quello il motivo principale del perché mi trovavo al mondo, lo sapevo, sotto sotto l'avevo sempre saputo.
- Oggi è il quattro di Febbraio, dobbiamo decidere un giorno. - disse Ezra a voce bassa adesso.
- Devo prima sapere la data delle nozze di Nicole e Jack. - ammisi, stupendoli con le mie parole.
- Cosa vuoi fare? - chiese Dimitrij, anche se era abbastanza evidente a tutti lì dentro.
- Beh, consegnare il mio personale regalo di nozze a mia madre, che domande! Sinceramente non credo che lo apprezzerà come dovrebbe, ma...in fondo, lei, dalla vita, non ha mai capito un cazzo! -
- Io passerò a far visita a Charles quel giorno ... - la voce di Ezra era bassa e cupa, poi sorrise appena.
- Fantastico! Allora, presto troveremo un modo per ottenere quelle armi, una volta ottenute penseremo a come bloccare le entrate, non possiamo permetterci di ricevere visite dalla polizia mentre è in atto il nostro personale sterminio. -
- Arriveranno poco dopo, qualcuno li chiamerà, saranno attirati dal ... rumore. - Dimitrij non voleva utilizzare parole come "urla", "spari", "grida di agonia" era evidente.
- Bene, ma non oseranno fare irruzione nel bel mezzo della sparatoria, ci sono più di ottocento ragazzi a scuola, proveranno a convincerci a venir fuori con le buone, soltanto in un secondo momento verranno dentro. Probabilmente dovranno organizzarsi, chiamare una squadra da fuori ... Woodland è sempre stata una paradiso, una piccola oasi di pace nel bel mezzo della California. -
- E se fossero organizzati meglio di quanto pensiamo? - chiese lui.
- In quel caso possiamo provare a tirare giù un po' di muri, quella tua improvvisazione in palestra l'altra notte non era niente male ... se avessi parecchio tempo e materiali come si deve riusciresti a fabbricare qualcosa di pesante? -
I miei occhi erano puntati in quelli chiari di Dimitrij, sembrava pensieroso ma capii che la risposta era affermativa. Il nostro Dim la sapeva parecchio lunga sotto quel punto di vista.
- Sì, potrei ... -
- Bene! Allora è deciso. Adesso sappiamo come bloccare le entrate in caso di necessità! - poi Ezra si stiracchiò appena ed io mi chiesi se una volta messa in moto la catena degli eventi sarebbero stati ancora disposti a seguirmi.
- Sentite, io posso capire i miei motivi, la mia vita non mi riserverà niente di buono, dopo il ricovero mi sono reso conto che non mi resta più molto tempo, è come se fosse partito una sorta di countdown nel mio cervello ... i medici stessi hanno detto che l'aneurisma è ancora più instabile adesso, che potrebbe scoppiare in qualsiasi istante ... ma voi ... voi siete sani ... perché volete farla finita? -
Perché ... mi chiedeva perché. Ci pensai a lungo, prendendomi un po' di tempo.
- Perché è quello che la gente merita. E' un modo, l'unico modo, per colpire questa società dritta al cuore. Stroncare la vita del futuro di Woodland, colpire i figli tra i più grossi pezzi di merda ipocriti presenti su suolo americano. Lasciarli senza un'eredità, senza speranze per il futuro. Credono di avere il mondo ai loro piedi e fino ad ora è stato davvero così. Niente si muove senza il loro consenso, chi ha il denaro ha il potere e nessuno può farci nulla, anzi ... -
- Ma se tu distruggi la loro eredità, se tre ragazzi assolutamente ordinari come noi riescono a scuotere questa società ... a loro non rimane più nulla, tutto crollerà insieme a questa scuola. - aggiunse Ezra ed i suoi occhi brillavano.
- In parte ribalteremo la piramide perché, anche se quelli che si trovano nel basso continueranno a rimanere nelle loro posizioni, chi si trova al vertice finirà alla base, a strisciare nella merda. Vedranno i loro sogni infrangersi come castelli di sabbia dopo una mareggiata. Capiranno che avere il potere non serve a nulla quando tre fottuti ragazzi, allevati all'interno della loro stessa società perbenista, decidono di far saltare in aria ciò che di più prezioso posseggono: i loro bambini, il futuro di Woodland, la garanzia del proseguimento della loro fottuta progenie del cazzo! - Dimitrij pendeva dalle nostre labbra e quando conclusi il mio discorso seppi che avevo risposto perfettamente ad ogni sua domanda e colmato ogni sua perplessità.

THOSE BAD ANGELSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora