"Gli errori e le colpe che avrai commesso diventeranno gradini della tua elevazione, se saprai conoscerli e confessarli." Arturo Graf
MICAH
Addentai con appetito il mio enorme hamburger con formaggio e bacon, poi misi in moto e mi lasciai il Fast-food alle spalle. I miei occhi erano puntati sul mio amico, sorseggiava la sua coca con estrema lentezza, il suo sguardo era fisso sulla strada come se fosse in trance, ammaliato dalle lucette ad intermittenza che brillavano sui tetti delle villette ai nostri lati.
- Non puoi crollare adesso, Ezra. Non con Ariette a casa ... devi essere forte se vuoi uscirne. - gli dissi seccamente.
Ezra annuì piano. - Lo so, sto soltanto pensando che da ora in poi niente sarà più come prima ... Io ho ucciso un ragazzo. -
Feci spallucce. Forse se non mi fossi fumato un bel po' di roba l'avrei presa male, anche se non ne ero poi tanto certo. - Per come la vedo io hai appena salvato tua sorella da uno stupro, e diciamolo chiaro ... se non ci fossi stato tu le cose si sarebbero messe molto peggio. Ariette probabilmente non sarebbe stata più la stessa, mai più, intendo. Tu, invece, puoi gestirlo. Lo so perché ti conosco. -
Ezra sospirò, continuava ad osservare spasmodicamente le sue mani, chiuse intorno al bicchiere di coca. - Hai ragione. Lui mi ha spinto a farlo, Micah ... io l'ho avvertito un milione di volte, ma non c'è stato nulla da fare. -
Lo guardai, passando lo sguardo su quel suo profilo perfetto, per poi risalire agli occhi, due gemme azzurre, adesso seminascoste dalle lunghe ciglia nere.
Oh, Ezra, saresti stata la più bella tra le creature del cielo, se la tua anima non fosse stata così terribilmente corrotta.
- Ti saresti potuto fermare però, credo di sapere come funziona uno strangolamento, invece non l'hai fatto ... - lanciai la mia provocazione, mentre svoltavo verso il nostro quartiere.
- Lo volevo fuori dalle nostre vite, Micah! - vidi le sue mani aggrapparsi strette ai suoi pantaloni. - Non c'era altro modo per allontanarlo da noi, se l'è cercata. Lui ha desiderato la morte e io gliel'ho data. -
Sorrisi, soddisfatto da ciò che sentivo. - Bene, adesso ripetilo all'infinito, forse riuscirai a mettere a tacere tutto il resto, carissimo Charles Manson. -
- Vai a fare in culo. - ma stavolta Ezra sorrise. - E' il momento che vada, Ariette starà dando di matto ... -
Parcheggiai di fronte casa sua e annuii. - Recita la tua parte, Ezra, è quello che hai sempre fatto dopotutto, adesso la posta in gioco è più alta, ma il resto non cambia. -
I nostri sguardi si incontrarono, per un attimo ebbi l'impressione che mi avrebbe abbracciato, ma non fu così. Aprì lo sportello e mi lanciò un'ultima, lunga occhiata carica di emozioni.
- Ti ringrazio, amico. Non sai quanto ... -
- E buon Natale. - aggiunsi, facendo l'occhiolino.Ero nel bel mezzo di uno strano sogno in cui Ezra ed io ce ne andavamo in giro con due maschere da tigre e lupo a sparare contro un ragazzo che aveva le sembianze di Pierre, quando improvvisamente venni svegliato da mia madre.
Aprii gli occhi e li socchiusi subito dopo, tanta era la luce che penetrava dalle tapparelle adesso completamente sollevate.
- Che diavolo ti prende? Che ore sono? - biascicai, mentre cercavo disperatamente il cellulare.
Mia madre era pallida, la vidi muovere le mani nervosamente contro i grembiule da cucina. - Micah, ci sono dei poliziotti in salotto ... l-loro stanno investigando sulla scomparsa di un ragazzo, stanno interrogando tutti i vicini. Manca la tua deposizione. -
Cazzo, mi sollevai dal letto e afferrai la prima cosa che avevo a portata di mano. Misi su il maglione della nonna ed un paio di jeans, poi mi passai le mani tra i capelli terribilmente lunghi e scompigliati, alla fine scesi in salotto, pronto al secondo interrogatorio nel giro di due mesi.
- Buongiorno. - salutai con tono gioviale, soltanto un attimo dopo mi resi conto che si trattava ancora una volta di quello stronzo che mi aveva già interrogato per l'affare Collins. Il mio sorriso si dileguò mentre il suo cresceva sempre di più.
- Ci si rivedere a quanto pare.. -
- Quant'è piccolo il mondo, Sceriffo ? - non ricordavo il cognome e la cosa lo fece incazzare parecchio.
- Weston . - sibilò, perforandomi con il suo sguardo indagatore. - Dov'eri la notte scorsa? -
- Ero qui, a cena con i nonni. - poi mi gettai in modo poco elegante sul divano, mi tolsi le ciabatte e inizia a dondolare i piedi oltre il divano, più o meno all'altezza delle gambe dell'uomo. Vidi i suoi occhi fissare le calze con la bandiera inglese che indossavo. Se fossimo stati da soli mi avrebbe pestato a sangue, lo sapevo. Era quel tipo di persona che odiava i ragazzini, soprattutto quelli impertinenti come me.
- Ho già parlato con loro che hanno confermato la tua dichiarazione, ma mi chiedevo, dov'è stato quando ha lasciato questa casa? Che ora era? -
Bastardo. Feci la mia migliore espressione pensierosa. - Saranno state le undici, più o meno. I miei vicini volevano che passassi a mangiare il dolce.-
- Che dolce? -
Per un attimo rimasi completamente immobile. Cazzo, cazzo. Avevamo dimenticato di discutere di questo! Strinsi le mani afferrando la stoffa del divano. La mia versione doveva corrispondere a quella di Ezra, ma non avevamo stabilito di che tipo di dolce si trattava.
- Allora? -
Poi rividi tutto in un flash, ero entrato a casa Meyer dopo aver trovato la porta aperta, la luce della cucina era accesa, avevo lanciato un'occhiata lì dentro, in cerca di Ezra, ma nel frattempo avevo notato un vassoio sul tavolo.
- Era una torta alla frutta. - dissi con un sorrisino sul volto. - Davvero ottima, avrebbe dovuto assaggiarla! -
L'uomo sembrò volermi incenerire con lo sguardo, ma poi proseguì con le domande. - I suoi nonni non l'hanno vista rientrare, dove ha passato il resto della serata? -
- A casa di Ezra, abbiamo visto la tv, insomma ... non era il massimo divertimento rimanere qui con i miei nonni, deve averlo capito perfino lei. - ribattei, strascicando quel "perfino". - Beh, ma cosa sono tutte queste domande? Stanno bene, vero? - continuai, adesso mi stavo mostrando terribilmente preoccupato.
Lo sceriffo si allontanò. - Sì, la famiglia Meyer sta bene, stiamo cercando il loro ospite, Pierre Montagne. Hai idea di dove potrebbe trovarsi? Era in casa con voi l'altra sera? -
Sgranai gli occhi, poi scossi la testa. -Beh no, non credo almeno ... eravamo noi tre e basta in salotto. -
- Quand'è stata l'ultima volta che l'ha visto? -
- Non ricordo, credo qualche giorno fa, era fuori in giardino ed io stavo rientrando a casa. -
- Le è sembrato strano o agitato? -
Colsi subito la palla al balzo. - Sì, cioè sembrava del tutto assente, tanto che non mi rispose quando lo salutai. -
Quello abbassò la testa e nonostante tutto riuscii a vedere il profondo disappunto sul suo viso da bifolco bastardo.
Weston, non hai un cazzo tra le mani, vedi di andare a disturbare qualcuno diverso da me.
- Bene, abbiamo finito allora. Se a qualcuno di voi dovesse venire qualcosa in mente, noi siamo in centrale. - poi mia madre lo scortò alla porta e io me la diedi a gambe, dovevo necessariamente parlare con Ezra.
Feci il suo numero e un attimo dopo fu la sua voce a rispondermi, era preoccupato come non l'avevo mai sentito.
- Cazzo, era una torta alla frutta! Ci hanno fottuti ... - non mi fece neppure aggiungere altro, stava sproloquiando a voce bassissima.
- Ezra, stai calmo. E' andata alla grande, ieri sera sono passato in cucina prima di salire in camera tua e l'ho vista sul bancone. -
Sentii quello che tornava a respirare normalmente. - Siamo stati degli idioti, Micah. Come abbiamo fatto a non pensarci? -
- E dai, è stato il nostro primo problema francese, non siamo mica degli esperti. Comunque non credo sia saggio parlarne al telefono da ora in poi. E comunque credevo che ci avrebbero messo di più prima di mandare le pattuglie in strada a cercarlo. -
- Sì, per legge non si potrebbe fare nulla prima delle ventiquattro ore, ma figurati ... sono tutti agli ordini di quel bastardo di mio padre. Se non trova il primogenito dei Montagne può dire addio ad una lunga serie di privilegi, per non parlare di quello che gli faranno passare i genitori di Pierre, quindi si sta rimboccando le maniche. - spiegò quello, stava riprendendo il respiro. - Ti ringrazio, Micah. Sei un fottuto genio perverso. -
- Oh, beh è già arrivato il momento di scambiarci simili dichiarazioni? Per fortuna che c'è un intero giardino pieno di poliziotti a dividerci allora ... - dissi maliziosamente.
In effetti il giardino dei Meyer pullulava di sbirri. - Cos'è? Pensano di trovarlo sotto i cavoli di tua madre? -
Ezra rise forte. - Senti, devo andare. Tra poco torneranno a tormentarci con le loro fottute domande. -
- Ci si vede, Ezra. Io sono con te. -
- Lo so. -
Ed era vero, se c'era qualcuno che desideravo sostenere era proprio lui. Aveva fatto così tanto per me ... era grazie ad Ezra che ero finalmente riuscito a scacciare Jack dalla mia vita. Beh, avrei fatto di tutto per restituirgli il favore, in fin dei conti c'era qualcosa tra di noi, qualcosa che non potevo mettere a tacere. Un legame di anime.
L'avrei aiutato ad uscirne, oppure saremmo affondati insieme.

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THOSE BAD ANGELS
Ficción GeneralLontano dalle luci e dal chiasso della città più bella e trasgressiva della California, Los Angeles, sorge Woodland Hills. In questa cittadina, tra la monotonia della routine quotidiana e qualche avvenimento non degno di nota, quattro ragazzi sono i...