Capitolo 45

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"I bambini s'incontrano con grida e danze sulla spiaggia di mondi sconfinati costruiscono castelli di sabbia e giocano con conchiglie vuote, con foglie secche intessono barchette e sorridendo le fanno galleggiare sulla superficie del mare, i bambini giocano sulla spiaggia dei mondi non sanno nuotare né sanno gettare le reti." Rabindranath Tagore

ZIEG

Fissavo il liquido scuro nella tazza tra le mie mani come se fossi in trance. Era accaduto molto negli ultimi tempi ed anche ad una velocità spaventosa, io, d'altronde, mi ero lasciato trascinare dagli eventi come una nave in balia della tempesta.
Lo screen-saver si azionò ancora una volta, segno che sia Micah che Ezra avevano deciso ancora una volta di ignorare le mie insistenti chiamate.
TheWalkinDead: Ragazzi, non fate gli stronzi, ok? Volete spiegarci cosa sta succedendo? Siamo in pena per voi ...
Questo era l'ultimo messaggio della chat, a cui nessuno di loro aveva risposto, Micah addirittura non si collegava da ormai un giorno pieno.
Lasciai andare la tazza con mani tremanti, cominciavo davvero a preoccuparmi per lui, tanto che mi balenò in mente l'idea di avvisare sua madre, forse sapeva dov'era diretto, anche se ne dubitavo, comunque potevo avvertirla della scomparsa di suo figlio, ma con tutta probabilità lei era ancora all'oscuro di tutto.
- Ehi, scusa per il ritardo. Quel ferro vecchio della mia auto non voleva partire ... -
Vince si sedette davanti a me. Per un attimo mi ritrovai a fissarlo senza capire perché si trovasse lì, eppure era ormai una consuetudine per noi incontrarci alla tavola calda sotto casa mia.
- Zieg, va tutto bene? - mi chiese, dopo avermi lanciato un'occhiata attenta. Lo vidi chiamare il cameriere con un gesto della mano e ordinare qualcosa.
- I-io non credo sinceramente. - non riuscii a dire altro, i miei occhi continuavano a scorrere sugli ultimi messaggi lasciati dai ragazzi, che cosa stava succedendo?
- Che ti prende? E'ancora lui? -
Tensione. Per la prima volta dopo giorni interi non stavo pensando a Syd, ovviamente qualcuno lo aveva tirato in ballo proprio adesso.
- No, sono i miei amici ... sono scomparsi. -
Vince fece una smorfia. - Come? In che senso? Beh, capita ... la gente è strana, Zieg. -
- Credo ci sia qualcosa che non vada ... seriamente. -
Se Micah rappresentava per Ezra ciò che Syd rappresentava per me ... allora potevo immaginare cosa stesse provando lui in questo momento. Micah era l'unico ed il solo, colui che aveva innescato nella sua mente un processo di crescita e di evoluzione che nessun altro avrebbe potuto fare. Ezra era a pezzi, probabilmente come non lo era mai stato in tutta la sua vita e aveva deciso di isolarsi, di combattere quel dolore da solo.
- Zieg? Intendi scomparsi scomparsi? Stai davvero iniziando a preoccuparmi. - Vince bevve il suo caffè, i suoi occhi azzurri erano ancora puntati su di me, in attesa.
- Credo che Micah sia andato via ... è il ragazzo biondo, quello da cui sto di recente. E il suo migliore amico potrebbe essere a pezzi, ecco. -
Vince annuì, pensieroso. - Andiamo a trovarlo allora. -
- Cosa? -
- Sì, passiamo da casa sua. Vediamo come sta, magari potrebbe cavarsela anche meglio di quello che credi, forse ti stai preoccupando per niente, ci hai pensato? Andiamo! -
Rimasi un attimo immobile, a soppesare quelle parole, dopotutto Vince non aveva tutti i torti. Avevo già pensato a quella possibilità, ma pensavo di aspettare Dimtrij prima di proporgli qualsiasi tipo di piano per raggiungere Ezra.
Il mio amico mi trascinò letteralmente fuori. - Forza, andiamo a vedere che succede. -
Mi sedetti in auto, con mille domande in testa.
- Vince, perché lo fai? - gli chiesi, confuso.
Di rimando ricevetti un'occhiata perplessa. - Cosa? -
- L'amico ... il ragazzo disinteressato. Prima, quando io stavo con ... - presi il respiro, era ancora un problema pronunciare quel nome. - ... ero impegnato, ti comportavi in tutt'altro modo. Mi provocavi, se non fossi così ingenuo potrei benissimo credere che ci stessi provando con me ... -
Vince rise, ma sotto sotto mi sembrò parecchio imbarazzato. Non era un duro, era proprio l'opposto di ciò che mi era sembrato agli inizi e io non riuscivo a capire perché avesse finto.
- Beh, a lungo andare ho capito che fare il figo non paga. Soprattutto con te, e poi diciamolo ... tu eri, rimani e sarai proprietà privata di Zilke. -
Quelle parole mi lasciarono basito. Avrei voluto negare, fingermi più forte di quanto non fossi, ma non ci riuscii ... appartenevo ancora a lui? Sì, d'altro canto lui probabilmente non apparteneva più a me.
- Il tuo cervello ha rotto, però il tuo cuore è ancora bello incasinato. Quello appartiene ancora a lui e non dirmi che mi sbaglio, Zieg. -
C'era un enorme buco nero al posto del mio cuore, ciò che non esiste non può appartenere a nessuno, è così? Ma non dissi nulla, continuai ad osservare la strada davanti a noi con più domande in testa di quanto io stesso potessi sopportare.
- Gli ho detto che io e te stiamo insieme comunque. - annunciai ad un tratto, non sarei riuscito a trattenermi ulteriormente.
Vidi il viso di Vince impietrirsi. - Cosa? Perché? -
Feci spallucce. - Volevo ferirlo, volevo che mi stesse lontano, che capisse che io ero andato avanti e che avrebbe dovuto farlo anche lui. -
- Sei un idiota, Zieg. Non avresti dovuto permettere a David di interferire così. -
Ricordava il suo nome, che strano. Forse quella scenetta al 154 era rimasta perfettamente impressa nella sua mente, in fin dei conti avevamo messo su uno spettacolo dannatamente figo.
- David non ha nessuna colpa, ha soltanto giocato le sue carte migliori. Ha fatto segno, ci ha beccati dritti in quello che è sempre stato il nostro punto debole. Bugie e mancanza di fiducia. Syd gli ha lasciato campo libero. -
Non aggiunsi altro, perfino Vince si tappò la bocca, adesso improvvisamente pensieroso.
Alla fine arrivammo a casa Meyer. Mi guardai intorno, lanciando una lunga occhiata alla villa di Micah, ma tutto mi sembrò perfettamente immobile.
La sua auto non c'era, le luci erano spente.
Presi un profondo respiro e camminai lungo il vialetto di casa Meyer, seguito da un Vince pensierioso.
- Dai. - mi incoraggiò quando premetti il dito sul citofono.
Avrei dovuto chiamare Dimitrij, ma avevo deciso di cogliere la palla al balzo, e inoltre non credevo che in due saremmo riusciti a cambiare le sorti di quella giornata.
Un attimo dopo la porta si aprì e fu Ariette a venire fuori.
Aveva il viso pallido e due enormi occhiaie che contornavano i suoi occhi chiari, quel giorno piuttosto pesti. Quando mi vide sospirò, forse di sollievo.
- Ariette, devo parlare con Ezra. - c'era una certa urgenza nella mia voce, forse dovuta a quella visione tutt'altro che confortante.
La vidi scuotere il capo, sconfitta. - Non vuole vedere nessuno. Si è chiuso in stanza da ieri sera, si rifiuta perfino di parlare con me, Zieg. Non so davvero cosa fare. -
Era spaventoso il dolore che doveva provare in quel momento, non l'avevo mai vista in quelle condizioni.
- Devi trovarlo, Zieg. -
- Cosa? Come? E' irraggiungibile, Ariette. Ho provato a chiamarlo per tutta la mattina. Niente. Conoscendolo se ne sarà perfino liberato ... -
Gli occhi di Ariette erano sgranati. - Ti giuro che lo uccido. Lo farò fuori con le mie mani, Zieg. Quando tornerà ... se tornerà ... -
- Mi spieghi cosa succede? -
- Ezra crede che Micah l'abbia abbandonato per sempre. Ha un problema, è così da quando era bambino, mi dispiace ma non posso dirti di più. -
Poi mi prese le mani, erano gelate, ma la sua stretta era salda. - Zieg, ti prego. Promettimi che farai qualcosa per lui ... ho paura che possa commettere qualche sciocchezza. Sto provando a stargli accanto, ma non mi permette di avvicinarmi a lui. Ha chiuso fuori perfino me! -
Adesso c'era rabbia nella sua voce, improvvisamente mi pentii di essermi avventurato fino a casa Meyer. La situazione sembrava essere ancora più disperata di quanto avessi immaginato fino a quel momento.
Cosa potevo fare per trovare Micah?
- Andiamo a cercarlo ... io posso venire con te. - si propose Vince. Lo guardai, incontrando i suoi occhi azzurri, era deciso.
- Anche così facendo, è partito ieri sera. Potrebbe essere ovunque, ragazzi. Potrebbe aver preso un volo diretto alle Hawaii o un treno per il Messico o un autobus per tornare a New York. Come pensate di trovarlo? E' impossibile ... -
Era vero e lo sapevano anche loro. - Lui non vuole essere trovato ed io non andrò dalla polizia. - aggiunsi immediatamente.
Non l'avrei tradito, non l'avrei deluso ancora una volta.
- Forse ha soltanto bisogno di un po' di tempo per meditare in santa pace. -
- Ezra è convinto che non tornerà mai più. Credo non abbia trovato nulla nella sua stanza, deve aver portato via la sua roba ... - spiegò Ariette con un filo di voce.
- Tornerà. Non può lasciarci qui. Siamo una squadra ... - sussurrai, adesso improvvisamente tremante. Forse non lo eravamo più, forse non lo siamo mai stati, pensai.
- Andiamo ... - sentii le mani di Vince sulle mie spalle, mi stava guidando via da lì.
- Ariette, ti prego, cerca di non mollare con lui ... -
Lei era lì, appoggiata alla porta. L'avevo sempre considerata una guerriera, era l'idea che tutti ci eravamo fatti a scuola. Una ragazza con tutte le caratteristiche caratteriali di un ragazzo. Ma adesso, vedendola in quel preciso istante, capii che anche lei era stata messa a dura prova.
Micah aveva piegato la sua vita, facendole perdere ogni minima certezza. E lei lo odiava per questo, lo odiava profondamente. Ma il suo amore per Ezra era ancora più forte dell'odio bruciante che provava nei confronti di Micah.
Avrebbe fatto qualsiasi cosa per il gemello, perfino inginocchiarsi ai piedi del suo più grande nemico e implorarlo di tornare, di riprendersi Ezra.
Aveva compreso che la vita del fratello non dipendeva più da lei, ma da quella di un estraneo, che si era fatto largo nelle loro vite in modo prepotente ma preciso, proprio come soltanto Micah sapeva fare.
Lui ci aveva cambiati tutti, nel bene o nel male. Nessuno l'avrebbe dimenticato, perché si era portato via un grosso pezzo di ognuno di noi, ma allo stesso tempo ci aveva donato molto, si era donato con tutto se stesso, senza remore.
E noi ottusi non l'avevamo capito.

THOSE BAD ANGELSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora