"Non era questione di essere felice o infelice. Io non volevo più essere me." Sarah Dessen
ZIEG
E così era davvero finita. Le consuete strade urbane di Woodland ci accolsero come un pugno dritto allo stomaco. Dopo essere stati a Los Angeles nessun essere dotato di cervello avrebbe potuto sopportare quel cambiamento brusco. Infatti subito dopo un gruppetto di donne sulle quarantina ci lanciò una lunga occhiata stizzosa prima di continuare la loro passeggiata, adesso parlando fitto fitto tra loro.
- Mmm, mi mancava proprio il clima di libertà che si respira in questa città! - commentò ironico Micah dopo aver parcheggiato a qualche metro dal vialetto di casa mia - allora ti aspettiamo per cena? -
- Sì, i-io ... - era difficile dirlo a voce alta, rendeva il tutto ancora più reale. - ... saluto lo zio, faccio un giro e poi sarò da voi ... - mi decisi ad abbandonare l'auto sotto lo sguardo pensieroso dei ragazzi, poi anche Dimitrij fece lo stesso.
- Ricorda di dare la chiavetta a Dana e di prendere l'arco per me. - sussurrò piano Ezra rivolto all'altro. Dimitrij annuì e si incamminò verso casa sua.
Non mi restava che affrontare gli ultimi addii, domani sarebbe davvero arrivato il momento di abbandonarli tutti.
Ma ritroverai Syd, mi dissi con forza, tutto ti verrà perdonato e poi potrai davvero sentirti pienamente in pace con te stesso, niente più rimorsi o sensi di colpa, a quel punto avrai espiato tutti i tuoi peccati. Il pensiero di rivederlo riusciva a mettere a tacere tutto il resto, il mio cuore prese a battere più velocemente mentre il suo viso mi tornava in mente in tutta la sua bellezza. Ci sono quasi, Syd, mi dissi, non dovrai ancora aspettare a lungo ... domani ... domani sarò da te.
Lo zio se ne stava davanti alla tv, una lattina di birra in mano e l'espressione attenta mentre seguiva una partita di football. I suoi occhi si illuminarono quando mi vide rientrare, era felice, sollevato della forza che avevo mostrato, credeva che fossi stato capace di riprendere i cocci della mia vita e rimetterli al loro posto, ed io ... io non intendevo privarlo di quella consapevolezza rassicurante, non prima di domani almeno.
Sarebbe stato facile per me, non avrei dovuto assistere al loro dolore, avrei lasciato la nave prima del tempo, incurante di ciò che lasciavo dietro di me.
- Ehi, tornato da Los Angeles? Hai proprio la faccia di uno che non vorrebbe trovarsi qui adesso. -
Sorrisi. - Già, è tutto un'altra storia. E' stata una sorta di fuga dal mondo, ecco tutto. - la mia frase suonò decisamente depressa, non era mia intenzione però.
- Beh, sono gli ultimi sforzi, Zieg. Presto la scuola sarà finita, tua sorella mi ha detto che andrai a trovarla in estate, sarà divertente cambiare aria ... -
Cercai di accennare un sorriso, era spaventoso notare quanto fossero ancora pieni di speranza, degli stolti, avrei potuto dire, avrebbero preferito chiudere gli occhi all'infinito piuttosto che affrontare la realtà dei fatti. Il loro piccolo Zieg era morto una sera di quindici giorni prima, nello stesso istante in cui Syd si era sfracellato contro l'asfalto dall'altra parte della città.
- Ti ringrazio, zio. -
Quello mi fissò con attenzione e confusione. - Cosa? Perché? -
- Per tutto quello che hai fatto per me, per noi ... da quando lei ci ha lasciati. - era arrivato il momento di mostrargli tutta la mia gratitudine, non avrei avuto altre occasioni per farlo ormai. - ci hai sempre trattato come figli, non abbiamo mai sentito davvero la sua mancanza e questo è soltanto merito tuo. Molti altri non l'avrebbero fatto, hai rinunciato alla tua vita e al tuo lavoro per occuparti di noi ... nessuno ti ha chiesto di prenderti una responsabilità del genere, ma tu l'hai fatto. -
- Tesoro, perché mi stai dicendo tutto questo? -
- Perché lo meriti, non ti ho mai detto niente ... sai che non sono il tipo, nonostante mi sia sempre sentito grato per ciò che mi hai dato. - era vero, non ero mai stato molto bravo con le parole, mi limitai a rimanere lì, immobile, mentre lo zio abbandonava la sua partita per venire da me, a stringermi tra le sue braccia.
Mi lasciai andare in quell'abbraccio, non eravamo mai stati molto fisici lui ed io, era Meg l'emotiva tra noi tre, quindi trattenere le lacrime fu quasi impossibile.
- Sei il ragazzo che tutti vorrebbero come figlio, Zieg. Non ho rinunciato a nulla, Meg e tu siete stati davvero il regalo più grande che avesse potuto farmi questa vita. Siete tutto ciò di cui mi importa. -

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THOSE BAD ANGELS
قصص عامةLontano dalle luci e dal chiasso della città più bella e trasgressiva della California, Los Angeles, sorge Woodland Hills. In questa cittadina, tra la monotonia della routine quotidiana e qualche avvenimento non degno di nota, quattro ragazzi sono i...