"Il tempo basta a tutto, se lo si gestisce con la parsimonia necessaria. Per noi è breve la giornata di cui perdiamo la maggior parte." Erasmo da Rotterdam
MICAH
Quel pomeriggio lo trascorremmo al capanno di Dimitrij, circondati da una quantità spaventosa di birra. C'era chi beveva per dimenticare le scelte appena prese, come quella di abbandonare la propria sorella nelle mani della cosiddetta giustizia, e chi, come me invece, stava festeggiando silenziosamente il coronamento dei propri obiettivi.
Ariette era stata una stupida, ancora più di quanto avessi potuto immaginare.
Avevo macchinato ogni cosa alla perfezione, sapevo che premendo su Ezra avrei ottenuto ciò che volevo, l'amore che legava Ariette al fratello era forte, talmente forte da risultare malato ai miei occhi. Avrebbe fatto di tutto per proteggerlo dal mondo esterno e, in quel caso, dalla giustizia, perfino consegnarsi allo sceriffo, confessando di essere lei la stalker di Caroline.
Ezra sembrava assente, osservava Dimitrij senza battere ciglio, mentre l'altro imbustava i suoi ultimi prodotti e nascondeva il contenuto in uno scatolone che ripose sotto il tavolo di legno.
- Come sei messo a soldi? - gli chiesi, ponendo fine a quel silenzio.
Dimitrij si voltò verso di me. - Bene, se gli affari continuano così entro qualche mese mia madre potrebbe permettersi perfino una casa più che decente in Russia, non avrà bisogno di lavorare. - considerò lui, mettendo mano al gruzzolo di dollari guadagnato durante la settimana. Era parecchio e mi faceva piacere.
Sentii lo sguardo di Ezra su di me. - Perché me lo chiedi? -
Feci spallucce. - Se avessi bisogno di grana sai che puoi parlare con me. -
- Anche con me ovviamente. - aggiunse un attimo dopo il mio amico.
Dimitrij sembrava confuso. - Beh, vi ringrazio, ma credo di arrivarci entro il termine, sapete, entro quando il mio coinquilino deciderà di mandare la baracca in aria. - era un modo carino per riferirsi all'abitante dentro il suo cervello, ma non avrebbe convinto nessuno, sentivo dal suo tono quanto odiasse quella situazione. Poi prese una sigaretta dal mio pacchetto e l'accese. - Oggi ho dovuto dare dei tranquillanti a Zieg. -
- Per il colloquio con lo Sceriffo? - chiese Ezra, attento.
Dimitrij annuì, lo vidi portarsi alla bocca la lattina di birra. - Sapete, questa situazione lo sta mettendo davvero sotto pressione, non avremmo mai dovuto coinvolgerlo. -
- No, sta soltanto imparando ... si è fatto forza, ha capito che da solo non poteva farcela e ti ha chiesto aiuto. Il nostro raggio di sole sta passando al lato oscuro in fretta, molto più di quanto pensassi. - commentai con un sorriso sulle labbra.
Era vero, non mi sarei mai aspettato un cambiamento tanto radicale in lui, di certo non si poteva puntare ad una trasformazione totale in un tempo così breve, e Zieg non faceva eccezione. Seppur a piccoli passi, il cambiamento, in lui, si stava man mano facendo evidente.
- Beh, hai ragione, certo, ma neppure tra un secolo sarà pronto a fare ciò che dobbiamo fare. - era stato Ezra a parlare, ovviamente il volto di Dim si fece attento.
- Cosa? Che vuoi dire? -
- Ezra ... - lo richiamai. Probabilmente non era il momento giusto, nonostante Dimitrij non avesse mai mostrato timore e continuava a dichiararsi perfettamente pronto a qualsiasi cosa, io ne dubitavo. Aveva Alice adesso, una vita tranquilla per quanto il suo aneurisma glielo permettesse.
- Allora? Sapevo che c'era qualcosa sotto. Vi ho visti confabulare un milione di volte in questi ultimi giorni! - era troppo tardi per tirarsi indietro, lo capii quando incontrai l'espressione risoluta sul viso di Dimitrij.
- Micah, è arrivato il momento. Mai quanto oggi desidero dimezzare i tempi e il motivo lo conosci perfettamente. - aggiunse Ezra con tono tetro.
- Ariette può aspettare, ma se questo progetto salta in aria per colpa della tua impazienza dovrai risponderne al sottoscritto! -
Ero incazzato, Dimitrij era un amico, ma non era una quercia solida come noi due, né provava la stessa fottuta rabbia che alimentava Ezra e me.
- Bene, allora mi prenderò ogni responsabilità. - accettò lui, ostinato. Dimitrij continuava ad ascoltarci senza proferir parola.
- Allora? Ma che cazzo state pensando? Non vi fidate di me dopo tutto quello che abbiamo passato insieme? -
- Non è questo il punto. - sospirai.
- Allora qual è? - rincarò la dose Dimitrij. Aveva finito la sua birra e si apprestava ad aprirne una seconda.
- E' un condannato a morte, Micah ... non si tira indietro, non l'ha mai fatto. Lascia che sia io a gestire la cosa. -
- Ok. Buon divertimento. - sollevai le mani in segno di resa e mi alzai da lì.
- Dove stai andando? - chiese Ezra, agitato.
- A pisciare, nel frattempo perché non dai delucidazioni al nostro zombie -
Uscii da lì e l'aria fresca del pomeriggio ormai inoltrato mi colpì il volto, rimasi un attimo immobile, a godere di quella sensazione. Era un luogo di pace quello, alberi, erbacce, qualche vecchia lattina usata tempo fa come bersaglio. Mi inoltrai appena nel fitto manto d'erba, alla ricerca di un posto che mi ispirasse, poi lo trovai e mi abbassai la zip dei jeans.
Mi chiesi a che punto fosse Ezra con il suo discorsetto, se avesse avuto bisogno del mio aiuto o se Dimitrij si fosse dimostrato inorridito al solo pensiero, così come supponevo. Non avrei permesso a nessuno di loro di rovinare il mio progetto, né con i loro dubbi né con la loro impazienza, dovevamo considerare ogni minima componente del piano con estrema attenzione. Se qualcosa fosse andato storto sarebbe stata la fine per tutti noi.
Poi sentii un urlo, un oggetto che colpiva con violenza il pavimento.
- Micah! Micah! -
Era la voce di Ezra!
Corsi a perdifiato verso la capanna per ritrovare i miei due amici a terra. Dimitrij stava urlando di dolore, mentre Ezra lo stringeva forte, tra le sue braccia.
- Presto! Dobbiamo portarlo in ospedale! - senza perdere un attimo di tempo lo sollevammo.
- Che cazzo succede? - il mio battito stava aumentando a dismisura, il corpo di Dimitrij era scosso da tremori fortissimi. - Ha le convulsioni!
- Non lo so, cazzo ... all'improvviso si è portato le mani alla testa, credo sia l'aneurisma. -
Correvamo veloci lungo il pendio, Dimitrij continuava ad urlare, poi strinse forte la mia spalla, talmente forte da farmi male. L'auto era vicina per fortuna, lo caricammo velocemente sui sedili posteriori. - Rimani con lui. - ordinai ad Ezra e in un attimo misi in moto, diretto verso l'ospedale.
- Dimitrij? -
Le sue urla stavano diminuendo, ma non rispondeva. - Dimitrij? - mi voltai un attimo indietro, Ezra era calato sul suo petto. Cazzo ... - Ezra? Ezra? -
- E' vivo ... è vivo ... sento i battiti.-
Non avevo mai corso tanto in tutta la mia vita, neppure durante le mie notti brave a New York, ma in cinque minuti avevo percorso una strada per cui solitamente ne impiegavo quindici. Frenai bruscamente proprio davanti alla struttura, mentre Ezra smontava dall'auto e chiedeva aiuto a squarciagola.
Un attimo dopo fummo raggiunti da due infermieri che sollevarono il corpo inerme di Dimitrij fino a posarlo su una barella.
- Cosa gli è successo? - chiese un terzo, mentre ordinava al personale di portarlo dentro.
- Non lo so, stavamo parlando normalmente, poi si è lamentato, portandosi le mani alla testa. - disse Ezra sconvolto.
- Ha un aneurisma. - completai, osservando il viso del dottore incupirsi.
- Va bene. Trova un parcheggio. - disse quello prima di correre dentro.
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THOSE BAD ANGELS
Fiksi UmumLontano dalle luci e dal chiasso della città più bella e trasgressiva della California, Los Angeles, sorge Woodland Hills. In questa cittadina, tra la monotonia della routine quotidiana e qualche avvenimento non degno di nota, quattro ragazzi sono i...