Capitolo 22

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Capitolo 22:

HARRY'S POV:

Quello che ho fatto è sbagliato, non sarei dovuto andare via da Heisel e andare a prendere Ester giusto per sfogare le mie preoccupazioni, rabbie e tensioni. Nemmeno mi è piaciuto. Non pensavo a niente. E adesso come cazzo faccio? Non voglio mandare a puttane Heisel. Lei è davvero qualcosa di bello nella mia vita, tutta questa situazione mi sta stressando troppo è per questo che sono andato da Ester. Avevo bisogno di scopare e basta. Anche in palestra mi sono sfogato, ho quasi ammazzato un poveretto sul ring.

Sono alla festa da più di un'ora ma Haisel non c'è. Pensavo davvero che sarebbe venuta ma oggi non le ho nemmeno dato il tempo di rispondere, magari se lo avessi fatto mi avrebbe detto che non voleva venire. Tutto ciò fa schifo. Già una decina di ragazze hanno provato a portarmi con loro o cose del genere ma non voglio, preferisco discutere con Heisel.

Cosa ci faccio ancora qua?

Esco velocemente dalla casa e salgo in macchina, devo andare da lei.

Uso le chiavi di riserva che ho del suo appartamento da quella sera in cui la portai qua la prima volta perché se le suonassi magari non mi aprirebbe, magari è arrabbiata con me oppure è solo ferita e non so dire quale fra queste due cose sia la peggiore.

Apro la porta del suo appartamento e c'è un terribile odore di fumo, un portacenere con diverse sigarette spente dentro è sul mobiletto dell'ingresso e sento dei rumori provenire dal bagno. Mi avvicino ed è acqua, acqua che scorre. Probabilmente si sta facendo la doccia.

Apro una finestra mentre cerco di fare andare via l'odore di fumo e pulisco il portacenere, se voglio chiarire con lei devo togliermi di torno le cose che mi fanno pensare al fatto che è stata il resto del pomeriggio a fumare e a torturarsi per quella nostra discussione. La vedo uscire dal bagno con solo un asciugamano cortissimo avvolto intorno al suo corpo, merda. È bellissima. I capelli sono asciutti e legati in una cipolla alta, probabilmente non gli ha lavati. Sussulta leggermente quando mi vede ma non dice nulla.

"Mi vesto e arrivo" dice piano mentre va in camera sua, quando esce non indossa la mia felpa come speravo. Ha un paio di calzoncini giro coscia stretti e neri, abbastanza estivi e sopra una felpa grande grigia di Oxford. Nell'appartamento adesso fa abbastanza caldo quindi non mi stupisco del fatto che stia in calzoncini, più che altro rimango preso da quanto sia fottutamente bella. Dovrebbe essere illegale.

Si avvicina piano a me e non sa cosa fare. Lo vedo dai suoi movimenti e da come tiene lo sguardo basso.

Più la guardo più mi sento in colpa per quello che ho fatto qualche ora fa. Dovrei dirlelo? Si, dovrei. Ma non lo farò, sono troppo egoista per lasciarmela sfuggire via così. Non voglio che si allontani da me.

Le sistemo una ciocca di capelli castani dietro l'orecchio mentre sospiro, l'odore del fumo per fortuna non invade il suo corpo. Anzi, profuma di albicocca o qualche cosa del genere, come sempre. Ha un'aria così innocente. Sembra timida.

Mi prende le mani e le porta sui suoi fianchi e finalmente mi guarda, odio quando non lo fa. Mi piace il contatto visivo che riusciamo a creare e mi piace il fatto che voglia le mie mani sul suo corpo. La toccherei per ore.

"Ero gelosa" si difende riferendosi alla discussione del giorno stesso.

"Tranquilla, è tutto apposto" le bacio la fronte mentre stringo leggermente i suoi fianchi avvicinandola a me. Mi fa un effetto così strano.

"Però, sono comunque arrabbiato perché hai fumato tutto il pomeriggio" la riprendo mentre lei continua a guardarmi.

"Come lo sai?" Mi chiede perplessa.

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