Capitolo 28

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Capitolo 28:

Vorrei baciarlo in questo momento, ma non posso.

Mi rimetto al mio posto lentamente mentre lui si tiene la testa nelle mani per qualche minuto. Il silenzio dentro alla macchina è terribile.

Inizio a pensare a diverse cose e adesso alcuni avvenimenti nella mia mente iniziano a prendere un senso. Adesso ricordo che il primo novembre, mentre io piangevo per mia sorella e lui era li con me, mi ha parlato di sua sorella. Del fatto che i suoi genitori non vogliono che si avvicini a lei, a loro. Ero troppo impegnata a pensare ai miei problemi che non gli dissi nulla. Poi la rabbia, l'agitazione, forse c'è un motivo anche dietro a questo. E Louis, Zayn, Niall, Liam come li conosce? Intendo, lui non va a scuola. Ma conosco bene i ragazzi, specialmente Louis, e so che alcune volte non fanno cose completamente giuste anche se non ci sono mai voluta entrare più di tanto, in realtà, alcune volte li ho pure aiutati. Probabilmente è nel loro giro. Oh, meraviglioso. A parte che cosa ho da dire io? A Manchester avevo una vita ai limiti dell'immaginabile.

Adesso si spiega anche come conosce Mike, lui è una delle bande della città. Fottuttissima merda.

Tutto ciò è folle.

Arriviamo dopo interminabili minuti davanti a casa sua, oh. Non mi aspettavo nemmeno questo, pensavo che mi avesse portato a casa e che se ne sarebbe andato, magari sarebbe andato da Ester. Ma no, lui mi ha promesso che non lo farebbe ancora. Che non se ne andrebbe di nuovo da me.

Scende dall'auto e io lo seguo fin dentro al suo appartamento. In casa c'è caldo e io sento l'aria che mi manca nei polmoni.

Harry non sa cosa fare. Mi guarda ma resta lontano da me mentre si muove su se stesso per levarsi le scarpe e poi fa lo stesso con il suo giubbotto.

La settimana inizia male.

Si decide ad avvicinarsi a me e prende delicatamente la mia mano accompagnandomi nella sua stanza da letto. È sempre molto in ordine ed ha diversi libri e moltissimi CD. Se non fossimo in questa merda probabilmente adesso metterei il CD e ascolteremo insieme la musica.

Ovviamente, non succederà.

Si siede sul bordo letto mentre io mi siedo sul pavimento di fronte a lui. Mi sistema una ciocca di capelli dietro l'orecchio prima di sospirare e iniziare a parlare ma lo interrompo parlando prima io.

"A Manchester ero una matta" gli dico. Solo raccontandogli come ero io, come sono io, mi dirà come è lui. Come era.

"Facevo casini su casini. Una volta ho venduto droga e una volta ho aiutato degli amici a far esplodere l'auto di uno che ci provava con la ragazza di un'amico, ovviamente lui non era dentro. Una sera mi sono trovata a ballare a uno strip club o qualcosa del genere perché non volevo tornare a casa e non ero completamente in me. Non so perché facevo così, ma non mi importava di niente. I miei erano furiosi e mi hanno spedito qua a Londra a studiare, le cose sono andate meglio. All'inizio anche qua ero sempre nei casini, una volta ho aiutato Louis con quelle robe là. Ma adesso cerco di stare bene. Quindi, come puoi ben vedere, anche te non sai molte cose di me. Queste sono alcune, c'è di più. Io sono di più di quella ragazza che ero a Manchester e di quando sono con gli altri, io sono di più solo con te, credo. Non so perché visto che sei un casino, e lo sei davvero. Quindi adesso parlami e dimmi per quale motivo tu non saresti buono per me" finisco il discorso piano e la sua bocca è aperta in senso di sorpresa mentre mi ascolta.

Oh è così bello.

"Quindi se mai dovrò fare qualche casino dovrò fare affidamento sulla mia ragazza?" Scherza cercando di alleggerire la tensione. Mi fa ridere e sorridere per avermi chiamato in quel modo, di nuovo.

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