Capitolo 63

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Capitolo 63

HARRY'S POV:

Credo che la stanza in cui ci troviamo da più di dieci minuti sia quella di sua sorella, anzi, ne sono sicuro. Heisel continua a piangere fra le mie braccia e io mi sento debole e inutile dato che non so cosa fare per farla stare meglio.

La consapevolezza che probabilmente io non potrò mai fare nulla per aggiustare Heisel del tutto mi distrugge completamente mentre la stringo forte a me.

Avrei tantissime domande da farle ora come ora ma so bene che non avrebbe le forze per rispondermi. Metto una mano sotto alle sue ginocchia e una sulla schiena sollevandola da terra come una sposa e uscendo da quella stanza che la sta solo svuotando dalla sua allegria.

Era così felice in questi giorni.

La appoggio sul suo letto nella sua stanza ma lei si tiene ancora alla mia maglietta non lasciandomi andare via.

"Harry" mormora

"Basta piangere, piccola. Vado a prendere un po' d'acqua per te, okay?" Annuisce debolmente e lascia il tessuto grigio che copre il mio petto e si rannicchia sul letto cercando di soffocare il suo pianto.

Sono davvero arrabbiato con sua madre e con suo padre per tutto ciò ma se io litigassi con loro peggiorerei solamente le cose. Heisel non ha bisogno di altre merdate di cui preoccuparsi tanto meno delle mie.

"Harry" la voce di suo padre mi chiama appena arrivo in cucina.

"Prendo un bicchiere di acqua per Heisel" gli spiego senza tante cerimonie. Lui annuisce e prende un bicchiere dal secondo cassetto a destra, cerco di memorizzarlo nel caso durante la notte Heisel avesse sete e dovrei prendergliene un altro.

"Come sta?" Mi chiede mentre gira il cucchiaio nel suo caffè.

"Male"

"Non intendo solo adesso, la a Londra, come sta?"

"Bene, ci sono dei giorni in cui è felice"

Un leggero sorriso si apre sul suo viso e scuote leggermente la testa quasi come se si stesse immaginando Heisel felice, o magari sta ricordando il rapporto che aveva con lei prima che la catastrofe distruggesse questa famiglia.

"Un tempo era sempre felice" mi racconta.

Sono combattuto fra l'andare su e occuparmi di lei o restare qua a parlare con suo padre per cercare di capire tante cose. Alla fine cedo alla curiosità e mi siedo sulla sedia davanti alla sua.

"È successo tutto dopo la morte di Maya?" Gli chiedo. Blocca i suoi movimenti e inchioda il suo sguardo nel mio: solo adesso noto lo sguardo stanco e quasi perso che indossa questo uomo. Un po' come quello che aveva Heisel i primi tempi in cui l'ho conosciuta. Il ghiaccio che iberna gli occhi di David è terribilmente simile a quello degli occhi della donna che amo.

"Si" conferma le mie teorie "Maya è morta in un incidente" mi spiega "Eravamo in taxi, ma lei era seduta sulle gambe di Heisel perché sennò non c'era posto per tutti, credo che Heisel si senta in qualche modo in colpa"

"Non è stata colpa sua" la difendo

"Lo so" mi dice. Forse, non è poi così male quest'uomo. Forse. "È molto tempo che la conosci?"

"Ottobre" i ricordi di quella notte freddissima mi ritornano in mente e sorrido mentalmente non potendolo fare in questo momento.

"La ami?"

Annuisco e lo guardo attentamente cercando di capire dove vuole arrivare.

"Non lasciarla andare, Harry. Ha bisogno di qualcuno che le stia accanto. Mi odio ogni giorno per essere stato così assente negli ultimi anni, sia con lei che con Leon"

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