Capitolo 29

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Capitolo 29:

Harry mi ha portato a casa dopo che ci eravamo addormentati vicini senza dirci più nemmeno una parola. Penso che fossimo entrambi esausti per quell'enorme cuore a cuore. Stare con Harry mi rende così vulnerabile, come se tutte le mie difese si abbassassero.

Come se non avessi nè globuli bianchi, nè globuli rossi. Il mio sangue è semplicemente pronto ad essere attaccato e magari distrutto da un momento all'altro.

È questo che si fa quando si da la propria fiducia, il proprio cuore ad una persona. Ci si mette in gioco rischiando il tutto e per tutto, senza avere la certezza che le cose andranno bene. Ma d'altronde, nella mia vita, non ho mai avuto certezze. Qualcosa di stabile, di fisso. Non l'ho mai avuto, quindi forse per me questo gioco è più semplice. È più facile giocarsi tutto quando in realtà non si ha niente.

Mi è dispiaciuto vedere Harry così. Sembrava distrutto mentre si ricordava di come aveva maltrattato sua mamma e sua sorella, probabilmente non c'è un'istante in cui non ci pensi e non si torturi per questo. Dopo la chiacchierata penso che comunque, io ed Harry siamo bravi ad urlarci contro quanto lo siamo nell'ascoltarci. Nel capirci. Non sappiamo solo litigare, riusciamo ad essere sempre quel qualcosa in più. Ed è bellissimo.

Sistemo le ultime cose per domani prima di andare a letto, si, questa sera proverò a dormire nel mio letto anche se penso con scarsi risultati.

Mi giro nel letto qualche volta quando il mio telefono vibra provocando un rumore che odio completamente.

"Buonanotte Heisel"

"Buonanotte Harry" rispondo velocemente.

Ohw, adesso potrei anche riuscire a dormire.

--

Non intendo andare a scuola, non oggi. Non ne ho voglia, quello che è successo ieri è ancora troppo per me e ho bisogno di calmarmi un attimo. Di fare le cose con calma, magari di scrivere o di fare qualche foto.

Mi alzo con calma dal mio letto caldo, sono riuscita a dormire quasi tutta la notte, a parte qualche incubo e qualche salto nel letto. Adesso sto bene e mi sento riposata.

Inizio a mettere a posto le ultime cose che ho tirato furoi per fare colazione per poi tornare in camera mia.

La scrivania.

Probabilmente è arrivato il momento di pulirla. Mi avvicino piano a quella che è per me una seconda migliore amica e inizio a raccogliere i fogli fra le mie mani dando una veloce letta a tutti per capirne il contenuto. Alcuni su mia sorella, alcuni su Alice, certi su Mattew, alcuni pure su Louis, alcuni sul mare, sulla città, su una storia d'amore, altri su Harry. Si, anche su di lui.

Ho iniziato a scrivere di lui dalla prima sera che l'ho conosciuto, non c'è stato il motivo. Ma quando sono tornata a casa e mi sono chiesta cosa volevo fissare sul foglio bianco, mi sono risposta "Harry". Pensavo che non l'avrei più rivisto, e lo credevo anche impertinente e testardo, cosa che ovviamente è, ma è buffo come scrivevo di lui in quei primi giorni e come scrivo di lui adesso.

Per ogni "argomento" metto i fogli in diverse cartelline che poi sistemo in uno scaffale vuoto della mia scrivania. Era il ripiano che usavo da piccola per mettere peluche e bambole, Ohw.

Passo alle mie macchinette fotografiche, è molto tempo che non faccio delle vere e proprie foto e mi manca terribilmente. Mentre le metto a posto dò uno sguardo al comodino e noto la fotografia di me e del ragazzo ricciolo che ci siamo fatti qualche sera fa. È bellissima.

Harry.

Maledizione! Come ho fatto a non pensarci prima?

Mi preparo con calma dato che la fretta non c'è e quando sono pronta esco di casa assicurandomi di aver preso tutto quanto.

Arrivo alla palestra dove lavora Harry, lui dovrebbe essere qua. Me l'ha lasciato scritto in un messaggio, probabilmente si sta allenando o sta facendo lezione. Spero che sia solo.

Entro e dò uno sguardo al signore che sta al bancone della "reception" se così va chiamata.

"Scusi" dico

"Buongiorno signorina posso esserle d'aiuto?" Domanda l'uomo sorridendomi, sembra simpatico e buono.

"Uhm, Harry c'è?" Vado dritta al punto dato che non saprei come altro chiederlo.

Annuisce mentre mi sorride.

"In fondo a destra"

Lo ringrazio per poi raggiungere piano la stanza che mi ha indicato. Non è la stanza in cui sono stata l'altra volta con Harry, probabilmente questa è per allenarsi.

Lo vedo mentre sferra i suoi pugni sul saccone, le sue braccia sono tese così come i suoi muscoli e le vene ben evidenti. È bellissimo.

Porta una canottiera con un grande scollo che lascia vedere quasi tutti i suoi tatuaggi e dei calzoncini di tuta grigi, è terribilmente sexy.

Lo osservo ad una certa distanza per non farmi accorgere di me.

Penso che sia un modo perfetto per passare la mia mattinata. È troppo preso dal colpire ripetutamente il sacco per accorgersi di me in un angolo della stanza. Perfetto. Sta procedendo tutto nel modo giusto.

Prendo la macchina fotografica dalla mia borsa, una delle migliori che ho. Mi assicuro di levare il flash e di mettere le giuste tonalità di colore, la manualità, la ripresa del soggetto principale ecc.

È una sensazione bellissima avere di nuovo fra le mani una macchinetta fotografica.

Inizio a scattargli diverse foto, una più bella dell'altra. In alcune si vede il viso in parte coperto dai guantoni e l'altra metà affaticata e con delle goccioline di sudore che scendono lungo i suoi lineamenti perfetti.

In testa ha un'adorabile fascetta per tenere fermi i capelli ma per fortuna, dopo qualche minuto dal mio arrivo se la toglie lasciando così che possa scattare delle foto pure al suo volto coperto dai capelli riccioli che cadono ovunque in modo disordinato.

Quando noto che sta rallentando i suoi movimenti e che quindi, probabilmente, sta per finire l'allenamento, mi affretto a mettere a posto la macchina fotografica: avrò fatto più di cento foto, ma prima che lui le veda o cose del genere, voglio guardarle io, a casa ,con calma.

Lascio la borsa a terra mentre cammino verso di lui battendo le mani. Si gira di scatto mentre si sistema i capelli e sorride quando mi vede.

"Davvero bravo" ridacchio mentre continuo a camminare verso di lui.

"Heisel?" Mi chiede stupito.

"Quanto è che sei qua?" Chiede ancora.

Record, due domande in tempo venti secondi.

Rido e sono finalmente faccia a faccia con lui.

"Un'ora, credo" alzo le spalle al cielo mentre con una mano sistemo i suoi riccioli, non importa se siano bagnati o sudati. È così bello.

"Mi hai guardato per un'ora mentre davo pugni qua e là?" Ride mentre bacia la mia guancia, poi la mascella, poi la testa.

"Esatto" rido mentre porto le braccia dietro al suo collo.

"Sono sudato" ride di nuovo mentre prova a spostarsi da me.

Alzo le spalle al cielo, non mi importa.

Porta la sua fronte contro la mia e si avvicina alle mie labbra per poi stamparmi un tenero bacio che io amplifico iniziando a giocare con la sua lingua. Mi stringe fra le sue braccia muscolose e mi alza leggermente da terra facendomi ridere.

Continua a tenermi in braccio a lui mentre raggiunge quelli che sembrano gli spogliatoi.

Inizia a levarsi la canottiera e i calzoncini sotto il mio sguardo attento.

Per quale motivo è così tremendamente bello?

Angolo Autrice:
Ciao ragazze! Scusate se ieri non ho aggiornato ma fra una cosa e l'altra non ho trovato il tempo. Volevo ringraziarvi tutte per i commenti e i voti, siete gentilissime. Spero che la storia continui a piacervi e scusate per i possibili errori nel capitolo.
Un bacio a tutte

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