Capitolo 39:
La porta alle mie spalle cigola leggermente mentre io mi asciugo le poche lacrime che sono scese dai miei occhi.
Il mio corpo si congela e si blocca di colpo, solo Harry e Alice hanno le chiavi di casa mia. Non voglio vedere Alice ma nello stesso tempo non so che farei se fosse Harry, e se fosse Alice resterei delusa perché in realtà, la lucina dentro di me mi ha continuato a dirmi che lui sarebbe tornato.
Sento il rumore di un giubbotto appendersi all'appendi abiti e divento tesa quando nessun rumore circola nella stanza se non quello della televisione.
"Girati" la voce roca e dura mentre mi richiama e più o meno mi ordina a voltarmi.
Perché è qua? Vuole farmi sentire ancora peggio? Si è dimenticato qualcosa?
Mi giro piano per incontrare i suoi occhi. È proprio lui, e non è ubriaco, è in piedi davanti a me tranquillo e in salute. Perché non è alla festa? È tornato. Non so se è qua per urlarmi contro o per qualche contorto motivo, è tornato.
È imbarazzante. Sto guardando sue foto e i nostri video e lui piomba in casa mia, e non mi guarda in modo dolce.
Da un'occhiata intorno a lui quasi come per assicurarsi di non trovare le stesse cose dell'altra volta. Si acciglia vedendo la zuppa praticamente non toccata per poi portare di nuovo il suo sguardo sul mio corpo.
Indosso una maglia lunga come sempre con sopra una felpa, ma sotto non ho nulla, a parte le mutande. Si sofferma a guardare le mi cosce e tende la mascella probabilmente nel notare i piccoli graffi dovuti all'impatto con il vetro.
Sale con gli occhi lungo le mie braccia e la mia pancia coperta dal tessuto blu. Stringe i pugni quando nota la piccola fascia bianca sul mio polso sinistro, quello che ha stretto l'ultima volta che ci siamo visti. Arriva fino al mio volto e mi guarda in modo attento, sento il cuore riprendere i battiti quando riesco ad osservare le sue iridi verdi. Mi sento improvvisamente meglio ad averlo qua, anche se non so perché si trovi qui.
Interrompe il nostro contatto visivo e guarda la televisione che proietta giusto in quel momento un nostro bacio, e le risate, e io che studio. Lo guarda per quelle che sembrano ore ma in realtà sono solo interminabili minuti. Il suo sguardo si addolcisce e schiude le sue mani prima chiuse in pugni ben saldi.
Cammina lento senza dire una parola verso di me. Si sofferma davanti al tavolo e inizia a guardare le fotografie. Mi ricordo quando le abbiamo guardate insieme la prima volta e lui sembrava così terribilmente felice. Sorrideva mentre mi faceva notare quelle che a lui piacevano di più.
Sento le lacrime pizzicare i miei occhi ma non intendo farle scendere. Sospiro per tutta questa situazione.
Quando ha finito di guardare le fotografie si gira verso il salotto. Il sedere appoggiato contro il lato del tavolo e le braccia incrociate al petto mentre fissa il vuoto, o il mio piatto. Non riesco a capirlo.
"Perchè sei qua?" Gli chiedo finalmente. Il mio tono è freddo e distaccato mentre lui cammina avanti e indietro per la sala.
"Non è finita, non è finito nulla"
Il mio cuore fa un salto nel vuoto al suono di quelle parole. Oh, lo so Harry. So che non è finito nulla, ma sembra quasi tutta una presa in giro. Si strofina le mani sul viso che solo ora noto: è pallido e segnato dalla stanchezza. Due grandi cerchi neri stanno sotto i suoi occhi. È messo male quasi quanto me.
Vorrei corrergli incontro abbracciarlo, stringerlo a me, chiedergli scusa, spiegargli tutto, ma non posso. L'immagine di lui e Taylor invade la mia mente e mi oscura i pensieri. Ho bisogno anche io di alcune spiegazioni.
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Gray
Fiksi Penggemar"L'amavo,non per il modo in cui ha ballato con i miei angeli,ma per il modo in cui il suono del suo nome potrebbe mettere a tacere i miei demoni"