Capitolo 58
Rifaccio il letto quando torno dalla cucina con i biscotti in mano. Dopo averli finiti finisco di sistemare le ultime cose e inizio a vestirmi. Sono leggermente tesa, anzi, tesissima. Anche Leon mi sembra leggermente agitato. Entra nella mia stanza per la millesima volta con una camica diversa.
"Questa cravatta può andare?" Mi chiede. Annuisco e ridacchio nel vederlo vestito così. Indossa dei jeans blu scuro, la camicia bianca e la giacca e la cravatta sono dello stesso colore dei pantaloni. Lui non è esattamente il tipo da giacca e cravatta. Papà sarebbe felicissimo di vederlo in questo momento.
"Vieni" lo faccio avvicinare per sistemargli il nodo della cravatta e lo spedisco fuori una volta dopo aver terminato.
Prendo il vestito bianco che ho scelto per oggi. Spero che ad Harry piacerà, non ho mai indossato un vestito di questo colore. A me sembra carino, è stretto sul seno e cade a palloncino fino a metà della coscia, non proprio nel mio stile ma non posso di certo andare al pranzo di Natale vestita come andrei ad una festa. Dopo diversi tentativi riesco a chiudere la zip del vestito e mi metto anche i tacchi. Sono alti ma comodi e fini, neri con il laccetto dello stesso colore del vestito. La giacca è nera e lunga fin sotto si fianchi, mi piace, anzi, la adoro anche se non è la solita cosa che indosserei.
Ho pensato di legare i capelli in uno shignong ma dopo vari tentativi, ho lasciato perdere e ho sistemato i capelli lasciandoli sciolti sulle spalle.
Okay,sono pronta.
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Quando ci fermiamo davanti a casa della mamma di Harry non so dire chi fra me e mio fratello sia più teso. Nel vialetto c'è anche la macchina nera del mio ragazzo, non vedo l'ora di abbracciarlo. Spero solo che stia bene e che non sia troppo teso, non sopporterei di vederlo a disagio in una giornata così importante.
"Suona tu" dico a Leon mentre continuo a stringermi nel mio giubotto. Lui sorride e ridacchia per il mio nervosismo mentre preme l'indice sul campanello in oro.
La porta si apre mostrando Anne in tutta la sua bellezza. Ora che mi concedo qualche istante per guardarla, è davvero bella. La ricordo in preda alla disperazione con gli occhi rossi e delle grandi occhiaie. Ora invece è in piedi avanti a me mentre mi sorride, indossa un bellissimo completo gonna e giacca sul blu, ma è abbastanza giovanile e i suoi tacchi sono alti quasi quanto i miei. I capelli sono sciolti e ben piastrati. Wow.
"Entrate pure" dice facendo crescere un grande sorriso sulle sue labbra. Mentre entro noto finalmente Harry che fa guizzare il suo sguardo lungo tutto il mio corpo mentre mi sorride e fa un cenno di capo pure a Leon. Tiene in braccio Rose che inizialmente fa finta di non vedermi ma poi mi saluta con la sua piccola manina. È bellissima pure lei, i suoi capelli sono legati in due codine laterali ed è davvero adorabile.
"Oh Heisel, finalmente ci rivediamo" escalama Anne mentre mi tira a se per abbracciarmi.
"Si, mi dispiace per non aver parlato molto l'altra volta" le dico ricordando l'imbarazzante situazione in cui mi trovavo. Ero completamente pietrificata davanti a tutto ciò che stava succedendo e non avevo la minima idea di cosa fare. Forse perché mi aspettavo che Harry conducesse le cose, già allora mi sentivo persa senza di lui.
Ricordo con quanto amore mi ha parlato di suo padre quel giorno. Del fatto che l'uomo che l'ha cresciuto ha chiesto in quel parco ad Anne di sposarlo e che lui, in memoria di ciò che diceva suo padre, voleva chiedermi nelle stesso posto di diventare la sua ragazza. Chiudo gli occhi ai ricordi di quel giorno e incontro quelli cupi e freddi di Harry nel momento in cui ha scoperto come si era comportato il padre durante la sua assenza. Giuro che se lo avesse trovato in casa, lo avrebbe ucciso. So che si incolpa ogni giorno per ciò che hanno passato sua mamma e sua sorella, anche se non me ne parla e io mi sento schifosamente inutile dato che non so come fare per aiutarlo.
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Gray
Fanfiction"L'amavo,non per il modo in cui ha ballato con i miei angeli,ma per il modo in cui il suono del suo nome potrebbe mettere a tacere i miei demoni"