Capitolo 79

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Capitolo 79

HEISEL'S POV:

"Ti trovo più serena" mi dice il mio psicologo regalandomi un piccolo sorriso. È un uomo dal cuore davvero buono.

"Già, anche io mi sento così"

"Con Harry le cose sono a posto?"

"Si, ed è bello dirlo con certezza perché in realtà, non l'ho mai fatto. Prima ero sempre incerta, succedevano sempre dei distastri e litigavamo anche quando non ce ne era bisogno..ora è molto meglio"

"Non litigate più?"

"Si, discutiamo. Non penso che riusciremo mai a non litigare, però lui sa come..gestirmi-penso sia la parola giusta- e quindi la situazione non ci sfugge dalle mani"

"Il contatto con lui invece ti provoca fastidio dopo ciò che è successo?" Mi chiede. La voce bassa e calma cercando di mettermi a mio agio il più possibile. Tentativo quasi riuscito, quasi..

"Uhm..no, in realtà no. Con lui è come se non fosse mai successo nulla, mi manda via ogni pensiero cattivo. Con le altre persone ho ancora un po' di problemi..forse perché non ricordo il volto della persona che mi ha fatto stare male e quindi penso che potrebbe essere in ognuno di loro"

"So quanto è terribile e sono felice di vederti già così, sei molto più "libera" di quando hai iniziato la terapia..è una cosa buona, ma devi sforzarti di capire che è lui che ha sbagliato, è lui il colpevole che dovrebbe aver vergogna a camminare in pubblico, non tu. Tu puoi stare in mezzo alla gente, anzi, devi..hai solo diciannove anni e non hai nulla per cui vergognarti. Sei forte"

Le parole mi colpiscono ancora una volta ma in realtà, non sono nulla che non mi abbiano già detto, e allora perché è così difficile crederci? Fare quello che quelle parole dicono? Sembra quasi impossibile. Eppure, credo sia la verità. Io non ho colpe, non posso averle. Ma mi capita ancora, quando sono in mezzo a tutti, di sentirmi maledettamente sporca. Stupida.

Mi limito ad annuire e l'uomo davanti a me mi guarda in modo quasi compassionevole. Odio avere la compassione delle persone, ma in questo caso credo sia quasi inevitabile.

"Come..come va con i tuoi genitori?"

"Va bene, meglio di quanto sia mai andata negli ultimi tempi..Parlo sempre con mio padre e spesso con mia madre, dicono di stare bene e sembra che finalmente, stiano andando avanti"

"Tu Heisel lo stai facendo?"

"Cosa?"

"Andare avanti"

"Io..io..non lo so, credo di si. Ce la sto mettendo tutta"

"Non puoi continuare a vivere per sempre la vita di quando avevi quindici anni, quando eri disperata per la morte di tua sorella, l'ositilità dei tuoi. Quando vagavi per le strade fino al giorno dopo con in mano una bottiglia di birra..Sono passati tre anni, e sono tre anni che tu non sei più te stessa...non pensi sarebbe bello tornare ad essere Heisel?" Mi chiede ed io annuisco. "Ecco! C'è un processo che si chiama 'rielaborazione della propria identità" io posso solo dirti che tu lo stai facendo, poi il resto devi farlo da sola. Devi ritrovare te stessa..butta via le cose vecchie, allontana le abitudini più brutte, cambia qualcosa in casa tua..metti qualcosa che ti piaccia davvero. Qualsiasi cosa che riesca a scavare dentro di te ogni volta che la guardi, e recupera te stessa. Salvati"

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"Ali passami quel porta gioie, non penso mi servirà ancora" le dico mentre chiudo un'altro scatolone con dentro dei soprammobili che non fanno più per me.

Sto seguendo i consigli dello psicologo quindi questa mattina io e Alice siamo andate a fare compere ed abbiamo preso delle nuove cose per la mia casa e alcune anche per la sua. Ho comprato per fino un tappeto più colorato e anche le lenzuola e le coperte per il mio letto. Ho preso dei fiori finti e dei porta saponetta per il bagno, io e mia madre li compravamo sempre e mi ricordo che mi piacevano tantissimo. Magari dopo potrei chiamarla per dirglielo, si, credo che lo farò.

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