Capitolo 35

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Capitolo 35:

È passata esattamente una settimana. Sette giorni da quando abbiamo visto sua madre e sua sorella e non abbiamo più parlato di quello, in realtà, non abbiamo quasi più parlato. Harry non c'è, non c'è da una settimana e io mi sento debole e sola. A scuola il tempo scorre lentamente senza i ragazzi, non ci sono neppure loro. Sono andati via da qualche parte che probabilmente non ho il diritto di sapere per i loro affari sporchi e ovviamente, il ricciolo è con loro. Questa cosa mi sta facendo ammattire. Sono tre giorni che non riesco a dormire e non mi sento bene. Mi sento come tanto tempo fa quando le cose andavano a rotoli e io camminavo fra le strade di Manchester. È brutto sentirmi in questo modo ma non posso farci nulla, assolutamente niente. Io ed Harry ci sentiamo tutte le sere al telefono ma per pochi minuti, mi dice solo che non vede l'ora di vedermi e che sta bene, mentre io butto giù un'altra pillola per restare tranquilla. L'ultima ricaduta di questo genere c'è stata tanto tempo fa, davvero molto tempo fa. Ma riesco a ricordare ancora ogni singolo dettaglio. Come mi sentivo, cosa provavo, ogni cosa. Mi manca, strano ma vero. Sono solo sette giorni, dopo tutto. E odio essere così vulnerabile senza di lui, mi sento spoglia e fredda. Sento il sangue scorrere gelido nelle vene.

I miei occhi sono rossi mentre provo a studiare qualcosa ma non ci riesco. La mia mente vaga chissà dove, le mie ossa sembrano di gelatina e mi gira la testa. Oh santo cielo. Chissà cosa diamine sta facendo, con chi è e cosa fa. Non dovrei essere così paranoica, dovrei stare tranquilla. Mi devo fidare di Harry, devo farlo se voglio che le cose funzionino. In più odio che non mi dica assolutamente niente: al telefono si limita a chiedermi se sto bene e cose così. Vorrei che mi parlasse di ciò che fa, insomma non ne rimarrei scandalizzata, io probabilmente ho fatto di peggio.

Scrollo le spalle mentre lancio il libro di biologia a terra e mi tiro leggermente la punta dei capelli in modo isterico. La casa è impreganata dall'odore di fumo mentre accendo un'altra sigaretta, la nicotina sembra rilassarmi leggermente e per qualche secondo acquisto un po' di pace.

Mi ero dimenticata di come un po' troppo stress faccia saltare tutti i miei nervi. Grandioso.

Il telefono squilla mentre cerco di mangiare la carne che è nel mio piatto. Non penso di avere le forze di parlare con lui ora come ora. Ignoro la sua chiamata e il telefono squilla altre tre volte prima che io cadda in un sonno profondo.

La mattina successiva a svegliarmi è la suoneria del mio telefono: non si tratta della sveglia. È Harry e noto che ci sono altre chiamate perse. Faccio un respiro profondo per poi rispondere.

"Sei impazzita, per caso?" Sbraita Harry appena inizia la conversazione.

"Dormivo" mento. Lo sento sbuffare.

"No, non è vero" replica "su whats app sei entrata dopo che ti avevo chiamato"

"Mi hai controllato?" Chiedo stupita. Sbuffa ancora.

"Ero preoccupato, okay? Non rompere e dimmi perché non hai risposto" abbaia. Bene, la situazione non fa che migliorare.

"Non lo so, ero solo stanca" mento ancora.

"Non hai ancora imparato che a me le bugie non devi dirle" la sua voce è arrabbiata e mi massaggio le tempie. In sottofondo c'è la voce di Niall e qualche ragazza che piano piano si dissolvono, probabilmente si starà allontanando. Grandioso, delle ragazze.

"Torna a fare il tuo lavoro" dico lasciando intendere tutti i doppi sensi possibili.

"Smettila di fare così!" Urla.

"Okay" lascio perdere dato che la testa cotinua a martellarmi. Mi sento ancora più debole di ieri e vorrei solo che lui fosse qua.

"La tua indifferenza è ancora peggio" sospira

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