Capitolo 83

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CAPITOLO 83:

"Sei passata".

Ecco le uniche parole che rimbombano nella mia mente da ieri sera. Quasi non sono riuscita a dormire questa notte e durante le cinque ore a scuola ho schivato qualsiasi contatto con i miei amici o con qualsiasi persona perché ora come ora ho solo bisogno di pensare.

Io che scappo sempre dalla mia mente adesso mi ritrovo a volerci fare i conti. Bizzarro.

Mi sento soffocare quando esco dall'aula di arte con Niall dietro che mi segue silenzioso e cupo. Non so cosa possa turbarlo e anche se da brava amica dovrei preoccuparmi per lui, non lo faccio.

Rimango intrappolata nella mia testa, coi miei pensieri che si divertono a prendermi in giro e con le mie opinioni che si fanno battaglia fra loro. Non ne posso più.

Alcune volte vorrei staccare la spina da tutto e da tutti, o tornare indietro e non fare alcune cose. Cazzo.

Perché deve essere sempre tutto così difficile?

Una persona non può essere messa alla prova centomila volte e cadere sempre in piedi..mi chiedo quando arriverà il mio momento. Quando cadrò definitivamente, una volta per tutte..e ho la brutta sensazione che accadrà presto.

Spero solo di sbagliarmi.

Vorrei che mia madre non avesse mai chiamato. Che non avesse mai visto quella lettera che ora come ora mi sembra solo un'ostacolo in più, una cosa di troppo. Una cosa bella ma capitata al momento sbagliato. So che non dovrei nemmeno starci a pensare, dovrei prendere la valigia, impacchettare le mie cose e correre in America, ma la cosa mi sembra così stupida.

Perché si, la vincita consiste in questo. Due mesi in una scuola Americana di Fotografia, è un'occasione stupenda ma che non so se voglio cogliere.

Come farei in America da sola? Senza Harry?

Fa schifo dirlo, ma adesso mi rendo conto che dipendo da lui più di quanto dovrei.

Santo cielo.

"Heisel" Niall mi richiama. La sua voce un po' impastata come se si fosse appena svegliato.

"Si?"

"Vieni a casa a pranzo?"

"Si,certo" mi sforzo di fare un piccolo sorriso che lui ricambia amaramente e saliamo in auto per dirigerci verso l'appartamento che condividiamo.

Nemmeno una parola.

È accigliato e pensieroso mentre guida e continua a tirare il piercing che ha sul labbro. Mi da noia vederlo così. Non sopporto quando Niall è triste o pensieroso, proprio è più forte di me. Vorrei che si girasse mi sorridesse, vedere quella bella luce nei suoi occhi azzurri e sentirlo fare qualche battuta di troppo. Quando è così quasi non lo riconosco.

Apro la bocca per provare a dire qualcosa ma la richiudo velocemente essendo a corto di parole.

Lui si gira verso di me e mi guarda per qualche secondo prima di riportare lo sguardo sulla strada. Stringe la presa sul volante e sospira.

"Tranquilla, sto bene"

Si, Niall, vorrei poterti credere.

---

Niall è uscito di casa appena dopo pranzo e mi ha congedato con poche parole mentre io sto ancora qua a torturarmi il cranio sperando di arrivare ad una qualche conclusione.

Continuo a riempire i fogli della macchina da scrivere con tutti i "ma" e i "se" possibili cercando di darmi una risposta. Di trovare la pace e la calma, stando tranquill. Invece no, nessuna decisione, niente.

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