Capitolo 62

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Capitolo 62

Il grande giorno è, purtroppo, arrivato. Quasi non me ne sono accorta dei due giorni che ci dividevano da questo drastico giovedì piovoso.

Io ed Harry scendiamo dalla macchina trovandoci davanti casa dei miei e la prima cosa a cui penso è di girarmi e di scappare via inventando come scusa un'improvvisa febbre o qualche merdata simile ma Harry che mi tiene la mano mentre è in piedi accanto a me, mi ricorda quasi, che non c'è niente di cui dovermi preoccupare e che non c'è niente di cui aver paura.

"Non voglio entrare" mi lamento come una bambina mentre mi porto le braccia al petto.

"Nemmeno io" dice facendomi ridacchiare. Sono stata troppo impegnata in questi giorni per chiedergli se veramente venire con me era quello che voleva e per sapere cosa ne pensasse di tutta questa merdata.

"Sarà terribile" dico ridendo ancora. Lui scuote la testa e ridacchia insieme a me.

"Non così tanto, credo. Penso che se avrò qualche problema con tuo padre mi limiterò a prendere una stanza in qualche albergo" mi dice scrollando le spalle. Oggi sembra più positivo del solito, ma so bene che lo fa solo perché mi vede tesa e non vuole questo. Non finirò mai di ringraziarlo.

Centomila volte grazie a questo ragazzo per tutte le piccolezze che compie senza nemmeno rendersene conto.

"Non sono buono ad amare" mi aveva detto. Beh, ha fatto parecchie merdate da quando questa cosa del "noi" è iniziata ma io sono fermamente convinta che l'amore che mi da Harry, non me l'ha mai dato nessuno.

Lui mi ama a modo suo, nel suo strano modo, ma mi ama. E non c'è altro amore che vorrei all'infuori del suo.

"Non rompere con me se avrai problemi con le due persone là dentro" gli dico e lui stringe di più la mia mano. Si piega e lascia un bacio sulla mia fronte.

"Ci penserò" scherza per poi trascinarmi verso la porta di casa. Quasi tremo mentre il mio indice preme il campanello. La mia gamba si muove ripetutamente ed è la mano di Harry a farmarla mentre mi lancia uno sguardo assassino. La sua mano grande stringe leggermente la mia coscia coperta dai jeans neri e mi obbliga a bloccare qualsiasi mio movimento dettato dall'ansia e dall'agitazione del momento.

"Smettila di essere così tesa, sappiamo tutti cosa succede quando sei stressata" questa volta il tono è più autoritario e sembra quasi che mi stia sgridando. Annuisco mentre faccio un respiro profondo e allungo un braccio verso di lui per abbracciarlo.

Giusto il tempo di un abbraccio che la porta di apre mostrandovi dietro mia madre. Il suo sguardo si blocca subito sul ragazzo che ha difronte. Spiazzando tutte le mie aspettative, gli sorride e sorride pure a me. Wow.

"Heisel" dice baciandomi entrambe le guance. Mi sento leggermente impacciata mentre la..abbraccio?

Stringe la mano ad Harry che si presenta nel modo più calmo possibile mentre mia madre ci fa strada in casa: enorme e tenuta bene come sempre. Harry si guarda attentamente intorno e il suo sguardo si sofferma sulla porta scorrevole del salotto dal quale esce mio padre.

Ohw, mio padre.

Deglutisco rumorosamente alla sua vista. I suoi capelli sono leggermente bianchi, come è normale che sia data l'età. Indossa un paio di pantaloni blu e una camicia azzurra. Ha un'aria professionale come sempre.

"Ehy" lo saluto mentre lui muove una mano in un cenno distratto ma poi si avvicina e stampa un bacio sulla mia guancia destra.

"Heisel" mi sorride leggermente. I suoi occhi neri fanno presto a cadere su Harry che lo osserva in modo neutrale mentre aspetta la mossa del "nemico". Non penso che consideri mio padre un suo nemico, però, comunque sia, non credo sia poi così felice di conoscerlo. Il carattere di mio padre è particolare e tosto, simile al mio, il che vuol dire non tanto uguale a quello di Harry.

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