Capitolo 50

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Capitolo 50

"Pronto?" Rispondo al numero sconosciuto che è apparso sullo schermo del mio telefono mentre butto a terra il mozzicone della sigaretta.

"Parlo con Heisel Gray?" Mi chiedono dall'altro lato. È un uomo e sono sicura di aver già sentito questa voce ma non riesco a collegarla a nessun volto. Mi sforzo di ricordare ma non ci riesco.

"Si, con chi parlo?" Chiedo

"Dan Tomphson, sono il signore che gestisce la palestra in cui viene Harry" mi spiega. Okay, adesso sono davvero confusa. Non riesco a mettere insieme i pezzi, ma almeno ho capito chi è il signore, mi ricordo che parlai con lui il giorno in cui andai a fare le foto ad Harry mentre si allenava.

"Posso esserle d'aiuto?" Domando cercando di capire meglio la situazione.

"Penso che tu debba venire alla palestra, si tratta di Harry" mi dice. Riesco a capire che non mi vuole dire altro. Che diamine, cosa sta succedendo?

"Uhm, okay. Arrivo" dico per poi riattaccare. Mando un messaggio ad Alice dove le dico che ho preso la sua macchina e che dovrà tornare a casa con Liam.

Salgo in macchina e guido verso la palestra sbagliando strada più volte, non ricordo bene dov'è. Strano, di solito ho una buona memoria. Quando finalmente arrivo, parcheggio la macchina e scendo velocemente prendendo con me solo la mia borsa. Il quartiere sembra deserto come se stessero tutti dormendo, beh, penso che sia uno di quei posti in cui le persone bevono fino a svenire e il giorno dopo tutti dormono. Almeno così sembra. Mi rattristo quando noto delle ragazze della mia età che escono da un vicolo, sono chiaramente delle prostitute. Povere ragazze.

Scuoto la testa per poi spingere la porta in ferro davanti a me ed entrare. C'è Dan seduto con la testa fra la mani mentre legge il giornale. Si sentono diversi rumori e la cosa non mi piace.

"Dan?" Domando mentre mi avvicino a lui. Alza lo sguardo su di me e mi sorride preoccupato.

"Può spiegarmi? Non capisco la situazione" dico rivolgendomi all'uomo davanti a me.

Annuisce frettolosamente per poi iniziare a parlare "Oggi è il giorno di chiusura, ma Harry è venuto e non penso sia molto in lui, mi ha spinto a terra e poi gridava" mi spiega.

Che cazzo? Harry? Okay, non che non sia da lui, ma, perché? Mi avrebbe chiamato se fosse successo qualcosa, no?.

Sospiro mentre mi passo una mano fra i capelli.

"Dov'è?" Chiedo

L'uomo difronte a me mi indica la stessa stanza in cui era quando gli ho fatto le foto. Cammino lentamente verso quella direzione, la porta cigola quando la apro e mi ritrovo davanti Harry che continua a tirare pugni al saccone. Noto del sangue sulle sue nocche e gli occhi iniettati di sangue, è sicuramente ubriaco. Il suo petto si tende ad ogni sua mossa e visto che è senza maglietta riesco a vedere completamente i suoi muscoli muoversi.

Cos'è successo? Per quale stupido motivo non è venuto da me come fa sempre? Non posso evitare di sentirmi male al pensiero che lui sia andato a bere in qualche bar, da solo, e che poi non sia venuto da me. Se avesse combinato qualche altra merdata come andare a scopare con la prima che passa, mi sentirei spezzata in due. Non potrei mai perdonarlo.

Mi avvicino a lui e quasi tremo quando si accorge della mia presenza. Questa situazione non mi piace. I suoi occhi si congelano nei miei e ferma tutti i suoi movimenti. Si sente solo il rumore della corda di ferro che tiene il saccone attaccato al soffitto, che oscilla.

Si avvicina a me dopo aver fatto passare lo sguardo sul mio corpo e fionda velocemente le sue labbra sulle mie. Il bacio è violento e rude e le sue mani vanno velocemente sotto la mia maglia affondando nella mia pelle. Mi divincolo dalla sua presa sentendo il suo alito alla vodka. Maledizione, Harry.

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