Capitolo 45:
HARRY'S POV
Le ho detto davvero che la amo? Si, l'ho fatto. Sembrerò matto,ma è così. Io la amo terribilmente. È così strana tutta questa situazione e odio il fatto che io non riesca a gestire ciò che è lei per me, non riesco a gestire l'amore che provo nei suoi confronti. Tutto ciò non può che essere amore. Penso di non averle nemmeno organizzate quelle parole, mi sono uscite fuori dalla bocca. Avrei potuto rovinare tutto, mi sono messo in gioco, di nuovo. Per lei. Ma penso che per lei farei di tutto. Ormai non serve fingere o provare a reprimere ciò che sento, non serve. Giochiamo entrambi a carte scoperte e possiamo scottarci da un momento all'altro. Ma penso sia un'altra delle cose belle di me ed Heisel. Siamo così matti che ci mettiamo in gioco, ci buttiamo nelle cose, al di là del dolore, delle difficoltà. Noi tentiamo.
I suoi occhi sono nei miei mentre interrompiamo quel bacio a dir poco perfetto. La voglio terribilmente. Dannazione, è così bella.
Mi sorride mentre studia ogni singolo centimetro del mio volto. Le fossette si intravedono leggermente sulle sue guance, così come le mie.
Le prendo la mano per incamminarci verso l'auto. Non è molto distante ma nemmeno molto vicina.
"Mi mandi in confusione" dice all'improvviso spezzando il silenzio che si era creato. Ma non era un silenzio teso, era un silenzio di due persone felici a cui non serve parlare sempre per stare bene l'una con l'altra. Alzo un sopracciglio mentre la guardo.
"Che ho fatto adesso?" Le chiedo. Ridacchia per il tono preoccupato e quasi scocciato che ho usato. È proprio meravigliosa.
"Io ero convita di amare Mattew, lo ero davvero. Insomma, provavo qualcosa di grande per lui, ma sembra niente in confronto a quello che provo per te" mi spiega. Non mi piace quando parla di Mattew nè di qualunque altro ragazzo, ma mi rilasso quando prosegue e dice che io sono più di quanto lui sia mai stato. Lei è per me, più di qualsiasi altra persona sia mai riuscita ad essere.
"Magari credevi di amarlo, te ne eri convinta. C'è di certo tenevi a lui e gli volevi bene, ma voler bene e amare sono cose diverse" le dico. È incredibile come alcune volte io riesca a centrare il punto in questi discorsi. La vedo affogare nei pensieri e non so cos'altro dire.
"Penso che io mi sia affezionata a lui perché era capitato in un momento orrendo della mia vita e avevo bisogno di sentirmi amata" dice dopo qualche passo fatto in totale silenzio. Le sue parole mi spiazzano leggermente, insomma, non voglio pensare al fatto che lei stesse così male. E odio pensare che ci fosse lui ad aiutarla e non io. Maledetta gelosia.
"È probabile" mormoro. Passo da essere saggio e accurato nei discorsi ad essere a corto di parole, fantastico.
"Tu non hai mai amato nessuno?" Mi chiede quando ormai siamo davanti alla mia auto. Sale senza aspettare la mia risposta e faccio come ha fatto lei. Mi lego la cintura per poi partire.
"No" le rispondo. "Non ho mai amato nessuna prima di te. Non sono capace con queste cose" concludo. Un sorriso stupendo si apre sul suo volto a quelle mie parole. È bello vederla sorridere.
"Nemmeno io, giuro. Sono una frana ad amare le persone. Le tratto male, alcune volte" mi dice. Incredibile. Lei che mi dice che tratta male le persone che ama quando sono io che l'ho ferita, più di una volta. Anche se, anche lei mi ha ferito. So che non voleva ma l'ha fatto. Io ero lontano e lei continuava a dirmi che andava tutto bene quando non era così, mi sono sentito quasi tradito. Non saprei spiegarlo.
"Non sei una frana, Heisel. Non sei una frana in niente" la rassicuro e lei sorride ancora. I suoi occhi brillano. Penso che in questo momento sia davvero felice, e lo sono anche io.
Quando arriviamo a casa non entra. Si siede nella veranda. I piedi appoggiati sulla ringhiera di legno del balcone, il viso a guardare la distesa di neve davanti a lei. Mi siedo al suo fianco.
Prendo la sua mano e la porto a sedersi sulle mie gambe. Le mie braccia le circondano le vita e la sua schiena è contro il mio petto. Prende una mia mano nelle sue e inizia a giocarci.
"Proverò ad amarti nel migliore dei modi, te lo prometto" sussurra mentre continua a tenere lo sguardo sulle nostre mani.
Lascio un bacio sul suo collo e non posso fare nulla se non rabbrividire per le sue parole. Io amo il fatto che lei abbia sempre un occhio di riguardo nei miei confronti, come se si preoccupasse per me. Per una volta nella vita non mi sento allo sbaraglio.
Si rannicchia contro il mio corpo aggrappandosi con le braccia al mio collo. Le sue mani nei miei capelli e le mie sui suoi fianchi.
"Amami come sai fare te, l'importante è quello" le dico per poi baciarla con urgenza. Le sue labbra calde e morbide, sono perfette e combaciano alla perfezione con le mie. Sanno come giocare e lei rende il bacio ogni volta migliore di quello precedente.
Mi chiedo se anche quando baciava Mattew o altri ragazzi era così. Se lo baciava così mentre facevano sesso. Dannazione,Harry. Non pensarci. Si stacca lentamente dalle mie labbra per guardarmi.
Dalla sera in cui abbiamo avuto la nostra prima esperienza, ci penso sempre. Ricordo di come si sapeva muovere anche se era agitata. Da quella sera la curiosità mi mangia e parlo prima che possa davvero capire cosa ho detto.
"Heisel, raccontami della tua prima volta" le dico. La mia voce è bassa e siamo ancora vicini. Si acciglia a quella mia richiesta.
"Perchè?" Domanda lecita da parte sua.
"Voglio sapere come ti ha toccata, devo saperlo. Ti prego. Sei sempre così a tuo agio nelle situazioni intime" le spiego e lei arrossisce. È ancora più bella quando è in imbarazzo.
"Eravamo in campeggio con altri amici" mi spiega. La mia mascella è tesa e sento già la gelosia iniziare a prendere spazio nel mio corpo, nella mia mente.
"Gli volevo bene, ma non so nemmeno se io fossi pronta. Vabbeh, comunque è successo. Insomma eravamo nella tenda io e lui, mi ha baciato e mi ha slacciato la cintura dei pantaloni. Mi sentivo come se non avessi altra scelta, e in più c'era il fatto che appunto, gli volevo bene" mi dice. Ma io voglio i dettagli, o almeno voglio sapere più cose. Non mi da il tempo di chiederle dell'altro perché inizia a parlare di nuovo.
"Lo so Harry, vuoi sapere dell'altro" ridacchia e anche io "la verità è che a parte Mattew e quel ragazzo di cui ti avevo parlato, non ho avuto esperienze. Però quando ero a Manchester e i primi tempi che ero qui a Londra io e Alice giravamo con gente più grande, eravamo dentro a tutte queste cose. Alcune volte non parlavano d'altro"
Sono sollevato nel sapere che non ha avuto altre esperienze ma comunque geloso. Davvero tanto. Anche se non lo ammetterei mai.
"È stata come te la immaginavi, la famosa 'prima volta'?" Le chiedo. Lei mi guarda. Il mio cuore fa un tuffo ogni volta che mi guarda in questo modo. È troppo.
"No" ammette "però non posso cambiare le cose"
"Vorrei che tu fossi vergine" ammetto. Si gira di scatto a guardarmi sorpresa.
"Che? Tutti i ragazzi sperano di trovare la ragazza non vergine per non dover far loro il 'lavoro sporco'" dice. La sua espressione è confusa e ridacchio per la sua scelta di parole.
"Lo vorrei davvero,sarei il primo ad averti toccata" passo una mano sulla sua guancia mentre lei si alza piano da me.
Mi sorride ancora. Prende le mia mani e mi fa alzare dalla sedia in legno. Menomale, iniziava a fare freddo.
"Potresti sempre essere l'ultimo" dice. Si avvicina pericolosamente a me per poi entrare dentro casa. Sento il fuoco bruciarmi ogni organo.
Alzo lo sguardo verso il cielo prima di entrare in casa.
Avevo passato molte notti fuori, ma non mi ero mai accorto che il cielo fosse pieno di stelle.

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Gray
Fanfiction"L'amavo,non per il modo in cui ha ballato con i miei angeli,ma per il modo in cui il suono del suo nome potrebbe mettere a tacere i miei demoni"