Capitolo 72

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Capitolo 72

Sono esattamente le nove precise del 3 Febbraio 2014 quando, esasperata, lancio a terra il libro di letteratura e mi avvio verso la cucina ripetendo ad alta voce ciò che ho studiato con grande fatica in questi giorni. Infatti, dopo la grande festa, ho passato le mie giornate piegata sui libri per recuperare tutto ciò che ho perso negli ultimi tempi ed ho sottratto tempo a tutto il resto. Una volta in cucina, mi rendo perfino conto di non aver fatto la spesa e che l'unica cosa commestibile è un minestrone in busta: meglio di niente.

Mi massaggio le tempie mentre mi trovo in cucina da sola, immersa in quel silenzio assordante che mi grida la lezione di storia, algebra, letteratura e storia dell'arte. Il piatto del minestrone davanti a me è quasi finito ma non c'è niente che mi spinga a mangiarlo per davvero. Non è molto invitante, sembra un intruglio marroncino con dentro qualsiasi cosa tranne le verdure stampate sopra la confezione dove ti mostrano il prodotto di vendita come una grande delizia.

Il rumore del campanello mi fa sobbalzare e spero solo che sia Harry, che abbia annullato i suoi impegni e che sia corso da me. Non ho potuto far a meno di notare che, in questi giorni, è davvero strano e sempre impegnato, ma sono troppo presa dalla scuola e da tutto il resto per poterci prestare l'attenzione che meriterebbe la situazione. Mio padre continua a chiamarmi tutti i giorni e si preoccupa per me, in un modo molto singolare, ma lo fa. E quando mi passa mia madre, coglie subito l'occasione per parlare della scuola oppure di introdurre l'argomento "Maya". Quella donna ne esce ogni giorno sempre più distrutta.

"Chi è?" Chiedo guardando dallo spioncello della porta e tutto ciò che riesco a notare è una testa di capelli biondastra piegata verso il pavimento, come se si stesse guardando le scarpe.

"Uhm, Heisel sono io, Niall" mi dice. La sua voce sempre tesa come se qualcuno stesse accordando le sue corde vocali per poterle mettere su un violino.

"Oh, ciao Niall, entra pure" gli dico mentre apro la porta e mi sposto lateralmente per lasciargli libero accesso. Non si sofferma a guardarsi intorno, è già stato diverse volte a casa mia e non penso abbia bisogno di memorizzare qualche dettaglio. Però si avvia verso le finestra leggermente aperte e le chiude saldamente così come con la porta.

"Scusa, ho freddo" mormora mentre si gratta la nuca. I suoi capelli sono più scompigliati del solito e gli occhi sembrano quasi stanchi, come se si stesse obbligando a stare sveglio. Il senso di protezione nei confronti del mio amico piombato in casa mia all'improvviso lampeggia nella mia mente gridandomi di aiutarlo.

"Cosa c'è che non va?" Gli chiedo mentre appoggio una mano sulla sua spalla e gliela accarezzo gentilmente.

Chiude gli occhi e si porta entrambe le mani a sfregarsi il viso.

"Io..io ho rivisto Amy e non..non so..poi un casino con l'appartamento sai vivere con Zayn non è semplice.."

"Aspetta, una cosa alla volta..Amy?"

Amy. La croce di Niall. La ragazza che l'ha fatto stare male fino a prosciugarlo lentamente, credo che l'unica cosa che l'abbia salvato sia stato l'amore che noi amici ci siamo premurati di dargli ogni giorno, costantemente.

"Uhm, si, ma lei non mi ha visto. Non è stato niente di importante solo che non è mai bello rivederla" Ammette

"Ohw..Zayn?"

"Si, ecco di questo volevo parlarti" dice. Annuisco incoraggiandolo a continuare e lui mi sorride leggermente "Ti volevo chiedere se potevo restare qua per un po', non sarà troppo tempo" tira il piercing fra le sue labbra mentre le parole escono dalla sua bocca. È chiaramente nervoso.

Visto il suo stato emotivo decido di rimandare tutte le domande che ho in mente a data da destinarsi e magari avendolo qua posso anche scoprire cosa succede ad Harry. Se Niall ha bisogno di aiuto non posso negarlielo.

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