Capitolo 78

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Capitolo 78

"Ragione numero uno: mio fratello..a anche i miei, dai" gli dico e lui annuisce, sul suo volto un sorriso e i suoi occhi seguono ogni mio movimento. Mi alzo dalla panchina e cammino sul portico fino ad appoggiarmi alla ringhiera in legno bianco. "Ragione numero due..i miei amici, senza dubbio. Tre per la fotografia e quattro per la scrittura, i libri. La ragione numero cinque per essere felice, invece, è che sono ancora qua, nonostante tutto quanto"

"Sei?"

"Sei per mia sorella, la amo ancora come sempre e come ogni giorno della mia vita" sorrido. Penso a Maya e sorrido, niente lacrime. "Sette perché vivo a Londra ed io amo questa città, la amo con tutta me stessa"

"Okay, forza..otto?"

"Otto perché sono ancora giovane, ho ancora tanto da fare, vedere..e nove..nove per..per tutti i viaggi che faremo, insieme" gli sorrido e lui fa lo stesso mentre annuisce. Sembra così felice di vedermi allegra, tranquilla.

"Dieci?"

"Tu. Sei la mia decima ma prima ragione per essere felice. Immensamente felice"

Si alza dal divanetto e mi raggiunge appoggiando le sue mani sui miei fianchi. La sua stretta è possessiva e dolce allo stesso tempo, il modo in cui mi tiene fra le sue braccia è meraviglioso e riesco a sentirmi protetta, al sicuro. Respiro l'aria di questa notte fredda e capisco ancora una volta, che non sono così sola come certe volte mi ostino a pensare.

Che le cose non precipitano come certe volte sembra accadere. E soprattutto, capisco che non è la fine. Sono ancora qua, ancora in piedi dopo tutte le cose che ho dovuto passare, dopo tutto quello che mi è successo. Sono qua nelle mani della mia più grande fonte di felicità, e sento che non è finita. Che ho solo diciannove anni e certe volte me lo dimentico. Che ho ancora troppo da vedere sognare e da fare per abbattermi adesso.

Non so come ho fatto a vivere per anni con il mio muro di ghiaccio sempre alzato e ogni giorno un po' più spesso, pronta a chiudere il mondo fuori dalla mia mente. Non mi sono accorta che, non è poi così male avere qualcuno nel proprio cuore. Pericoloso ma bello. Bello del tipo che sorridi senza motivo al solo pensiero, e sono stata fortunata a non accorgermene troppo tardi.

Prima o poi darò una medaglia ad Harry, per aver rimesso a posto tutti i pezzi incasinati del puzzle che era la mia vita. Che ero io. O almeno, di averci sempre provato.

Mi ricordo i primi tempi quando mi aspettava fuori da scuola con il suo cappello grigio in testa, appoggiato alla sua auto. Mi costringeva a sorridere con le sue stupide battute e anche se ha sempre avuto poca pazienza, grazia e anche se è stato stupido, infedele e stronzo più volte, alla fine è sempre tornato da me. E io sono sempre tornata da lui.

Non c'è scusa che tenga, non riusciamo a stare lontani.

Merita una medaglia per essere cambiato e per avermi cambiata.

C'è stata una crescita, in ognuno di noi, ogni giorno da quando ci siamo incontrati. E ringrazio Dio, o forse meglio, mia sorella per avermi mandato Harry. Perché quella sera a quella festa non è stato un caso, un gioco del destino, era semplicemente scritto.

Era scritto da qualche parte che Harry Styles doveva salvare Heisel Gray e che Heisel Gray, doveva lasciarsi salvare. E doveva aiutarlo.

Da qualche parte, su qualche muro, in qualche spiaggia o in un foglio o magari anche solo nella mente di qualcuno, la cosa era già scritta. Già decisa.

Io e lui. Harry e me.

Potrebbe esserci qualcosa di migliore? Non credo, e anche se ci fosse, non riesco nemmeno a immaginarla.

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