Germaine

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Germaine, il pilota del myrmidon nero, quello che aveva cercato di sparare all'Orleans dopo che l'abitacolo era saltato via, era legato a una sedia, il volto tumefatto a causa dello scontro, con due lividi perfettamente circolari dove si trovavano le ottiche del casco. Nella stanza con lui solo Francine.

"Eri solo un inutile attendente finché non ti sei messo a seguire lui." gli disse con disprezzo.

"Lui sapeva che esistevo, al contrario tuo."

"E nonostante questo gli hai mentito tutto questo tempo."

"Mentito?"

Francine si fece avanti, infilò una mano nel colletto della giacca di Germaine e tirò fino a lacerare la stoffa, fino ad aprire tutto, fino a esporre la pelle nuda. Nel farlo aveva lacerato anche una fascia di tela che stringeva due piccoli seni. "Una specie di stupida spasimante..."

Germaine distolse lo sguardo, arrossendo un poco. "Non gli ho mai mentito, nemmeno nel mio nome..."

"Immagino credesse di averti conquistato alla sua causa, invece eri solo in cerca del suo letto."

"Sembra che anche chi c'è stata, in quel letto, continui a millantare di chissà quale causa..."

Francine diede uno schiaffo a Germaine. Lo diede con la sinistra. Non era vero che l'Orleans non faceva più male al suo pilota, era vero che lei aveva imparato a ignorare il dolore. Ma comunque, dopo aver combattuto, era condannata comunque a un inferno di sofferenza. "Quindi riduciamo tutto a chi se l'è scopato e a chi è invidiosa?"

Germaine stirò il sorriso fino a spaccarsi il labbro, gonfio per le botte. "Tra quella tradita e quella che era ancora insieme a lui."

Francine alzò di nuovo la mano, ma non calò un secondo schiaffo. Il gioco del suo nemico era fin troppo ovvio. Si chinò su Germaine e le prese le spalle. "Dove si trova lui ora?"

"Ammazzami piuttosto!"

"Perché non dovrei farlo, piccola troia?"

"Perché non puoi più raggiungerlo e ti consumerai prima di averlo! Io lo so che ogni giorno che passa fa sempre più male, vero?"

Francine si allontanò da Germaine e cominciò a camminare per la piccola stanza. Paradossalmente, aver rivelato il segreto della ragazzina aveva reso tutto più difficile. Sapeva che un uomo non avrebbe usato certe armi, sapeva che un uomo non avrebbe capito abbastanza a fondo le sue debolezze. Ma ormai il dialogo era su tutto un altro piano. Cercò di prenderla alla lontana. "Perché indossare una maschera di ferro e vivere da brigante?"

Germaine fu sul punto di dire qualcosa, ma poi si vide chiaramente che cambiò il suo pensiero. "Ti dirò l'ultimo posto in cui l'ho visto, ma devi promettermi di andarci."

"Cosa stai dicendo? Era con te quando ho attaccato, durante la battaglia. Rebleu mi ha raccontato tutto!"

Germaine scosse la testa. "Ti dirò del luogo dove è comparsa la maschera e tu ci andrai."

"Di cosa stai parlando?"

Germaine guardò negli occhi Francine e Francine vide che non aveva paura. Realizzò che non ne aveva mai avuta. Capì che non erano le torture o le minacce a farle finalmente dire qualcosa, ma un preciso piano nella sua testa. Capì che quella piccola ragazzina che per lungo tempo si era finta un ragazzo l'aveva battuta.

"Maison Fredière." disse. E fu ovvio che non avrebbe più aperto bocca.

Valerius Demoire - vol.1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora