A lezione da Arcadio

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La mattina successiva Germaine si alzò all'alba.

Non c'era un motivo particolare, era sempre stata abituata così. Era stata un soldato e la pigrizia le aveva sempre dato fastidio. Oltretutto, da quando Valerius era scomparso, era troppo irrequieta per rimanere a letto a lungo.

Uscì dalla sua stanza, ma la casa sembrava ancora addormentata. Passò davanti alla stanza di Francine e poi davanti a quella di Maschera di Ferro. Da entrambe non proveniva nessun rumore, cosa che la spinse a muoversi in punta di piedi. Scese al piano terra e anche lì trovò tutto ancora immobile, ma le parve di intuire un tintinnio proveniente da fuori. Credette che avrebbe potuto incontrare almeno i soldati all'accampamento, già in piedi, e invece anche l'accampamento era nel torpore più assoluto. Il tintinnio veniva invece da un capanno poco lontano.

Vi entrò. Il cranio del Danse Macabre era scoperchiato su un tavolo, la macchina era attaccata a fasci di cavi che entravano in altre macchine. Arcadio era chino su una specie di bidone circolare, il tintinnio era un piccolo martello con cui cercava di modellare una lamiera intorno a uno spesso cavo di gomma scura.

Germaine lo guardò lavorare un attimo, come per capire cosa stesse facendo, poi l'ometto alzò lo sguardo e lei sobbalzò, facendo un passo indietro.

"Ohibò, piccola! Non c'è scuola oggi!" esclamò Arcadio.

"Vorrei farle notare che ho solo due anni meno del tenente Santaroche"

Lo sguardo di Arcadio atterrò alla solita altezza, ma parve come scivolare in mancanza di appigli. "Allora devono averti nutrito malissimo, povero tesoro."

"Potrebbe essere un po' meno... un po' meno...!"

Arcadio si grattò il cranio col martello. "E perché mai? Sei sopravvissuta alla guerra e non riesci a farti guardare le tette? Oppure io dovrei evitarlo per sembrare più piacevole? Credi che un uomo che vive con i gomiti affondati nel metallo, alla mia età, abbia qualche chance di essere piacevole? Preferisco essere divertente!"

"E insopportabile!"

"Mavalà valà! Le tette son davanti, è come se ti guardassi in faccia, non c'è niente di male. Troverei più sgradevole parlarti tenendo gli occhi fissi sul tuo culo che sta dietro. Quella è mancanza di rispetto!" Nel dir questo Arcadio, lesto come un gatto, fece un giro intorno a Germaine "E se vogliamo tornare a lamentarci della tua alimentazione..."

"La! Smetta!"

Arcadio scrollò le spalle e tornò a dare colpi di martella. Un paio ben assestati parvero soddisfarlo. Dopodiché andò a una leva e la tirò con uno strattone. "Il mio piccolo motore a ignitium!" disse, con orgoglio.

Germaine gli si avvicinò, affascinata. Era solo un cilindro di metallo, tremava giusto un poco. Dalla calotta superiore usciva una specie di sottile nebbiolina. Allungò una mano fin quasi a toccarlo e si stupì di non percepire alcun calore. "E'... freddo"

"Un motore a ignitium non genera entropia come un motore a combustibile fossile. Il suo calore è più controllabile e incanalabile. Per questo viene usato per mettere in moto un composto instabile come il vapore pesante. Un altro vantaggio è che quasi niente esce dal circuito" Nel dire questo il vecchio ingegnere appoggiò direttamente una mano sul fianco della macchina, sorridendo.

"E questo muove i myrmidon?"

"Nah, questo è basato su un vecchio modello della guerra del Vapore. Per i myrmidon, anche per quelli poco dotati come l'Orleans, servono sistemi anche tre volte più grandi, magari anche più di uno. Ma per quello che serve a noi basterà."

Arcadio si chinò a raccogliere alcuni cavi che terminavano in pinze. Dall'altra parte erano attaccati al motore a Ignitium e alla giunzione parevano come sfrigolare. Con i cavi in mano come un granchio meccanico si avvicinò a tavolo con sopra la testa del Danse Macabre "E ora vediamo cosa ci ha lasciato detto il vostro Valerius."

Valerius Demoire - vol.1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora