Il vecchio controllò che non ci fosse nessuno nei dintorni, poi formò con le dita il primo mudra della guarigione sopra il corpo di Valerius. Vide l'energia scendere dalle sue mani nel corpo del ragazzo e dissolversi. Era come gettare una torcia nel pozzo, per quanta luce facesse la profondità era tale da inghiottirla comunque, prima o poi.
Germaine tornò da lui, con la faccia stravolta. Il vecchio aveva fatto un rapido calcolo di quanto la ragazza avesse dormito nelle ultime quarant'ott'ore, non una cifra cospicua.
"Ha capito che cos'ha?" chiese la ragazzina.
I Calcoli. Gli sarebbe bastato svolgerli per capire, ma si era già spinto troppo oltre. "No."
"Era in piedi! Ha combattuto per noi! Ha distrutto quel mostro! E poi..."
Il vecchio passò le braccia sui bordi del lettino dove Valerius riposava. "Questa... alcova lo ha tenuto addormentato. Sembra capace di indurre una qualche animazione sospesa. Penso che lo controllassero così. Ma lui è sfuggito al sonno indotto, in qualche modo, per salvarci. E lo shock lo ha quasi distrutto."
"Perchè? Perché tenere Valerius... surgelato?"
Il vecchio prese la pistola che Valerius aveva usato contro il mostro. "Non sempre. Questa pistola è stata modificata da lui. Sfruttavano il suo genio, probabilmente. Gli davano poche confuse ore di libertà in cui esercitare la sua scienza e poi lo rimettevano qui, come un animale da compagnia."
"E' terribile! Perché?"
"Perché loro sapevano che non poteva essere sconfitto."
Ehienne apparve sulla porta in quel momento, trafelato, pallido in volto. "Germaine... devi venire."
"Sto assistendo Valerius! Occupatene tu!"
"No, non è possibile, non c'è nessun altro oltre te che può capire!"
"Capire cosa?"
"Devi venire!"
Ethienne se ne andò, Germaine si trovò a doverlo seguire. La base dell'isola di Calendimaggio era enorme, sembrava che cunicoli fossero stati scavati per anni. Ethienne la portò per un corridoio lunghissimo in fondo al quale si sentiva il ruggito del mare. A un certo, punto, mentre camminavano, la volta sotto cui si trovavano prese ad alzarsi, fino a formare una stanza immensa, enorme in tutte le direzioni. Germaine si trovò a guardare il soffitto. "Questo deve essere esattamente sotto la collina centrale. Hanno scavato l'isola come una noce, lasciando solo il guscio."
"Di qua!" attirò però la sua attenzione Ethienne.
Passarono accanto a delle enormi nicchie, simili ad absidi di cattedrali, forme perfette, pareti dritte e una emisfera come cupola. Tutto liscio come marmo. Germaine ne contò una, due, tre e poi...
"Luce!" ordinò. "Luce!"
Tutte le torce disponibili le vennero accanto, illuminando la quarta nicchia. "Mio Dio..."
"Hai detto di averne visti... hai detto di essere abile con questi. Tu devi capire cosa ci fa qui." disse Ethienne.
Germaine barcollò, indietreggiò, cercò di abbracciare con la vista tutto, ma non le era possibile. Non le era stato mai possibile in luoghi più comodi, figurarsi lì. Arrivò fin quasi alla parete opposta e anche così riuscì solo a intuire i tratti diabolici del volto, gli occhi su cui le fiamme delle torce guizzavano, rendendoli irrealmente vivi.
Stava fissando il volto di un myrmidon che non aveva mai visto prima.
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Valerius Demoire - vol.1
Bilim Kurgu[COMPLETO] - VOLUME PRIMO Seconda metà del diciannovesimo secolo, un ALTRO diciannovesimo secolo. Gli equilibri del mondo si reggono sulla tecnologia. E tecnologia significa Vapore Pesante e Ignitium, le sostanze che, imbrigliate nelle macchine, h...