Trincee vuote

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Spagna

ll primo ufficiale di Morgan alzò un braccio. Duecento metri alla sua destra, un soldato spagnolo rispose al segnale. Dopodiché tutti tornarono ad acquattarsi nelle trincee. Il primo ufficiale, nel farlo, scivolò e finì in ginocchio.

"Non sei lucido, ragazzo." gli disse Morgan, con quella ruvida benevolenza che usava sempre. Erano insieme da quando la campagna di Spagna era cominciata, veder sopravvivere così a lungo una persona era sempre una benedizione.

"Io... no signore."

"Dimmi cosa c'è. Non abbiamo più molto tempo."

"Questa è... diserzione, signore?"

Morgan aveva preso il comando di una compagnia e l'aveva mossa verso Ovest. Il comandante spagnolo aveva fatto altrettanto. A chi era rimasto erano state lasciate consegne di mantenere la situazione statica, il che era da una parte un insulto alla guerra, dall'altra parte un'ipocrisia. La situazione non cambiava da settimane. Morgan si chiese dove fosse la linea di demarcazione con la diserzione e non la trovò. "Stiamo muovendoci verso ovest dove abbiamo rilevato che il fronte è scoperto. Il nemico fa altrettanto e ne stiamo tenendo sotto controllo le mosse. Stiamo evitando che ci accerchi."

Il suo primo ufficiale abbassò gli occhi "E' una bugia, signore."

"E' una bugia credere che stiamo combattendo una guerra, ragazzo. E' una bugia darci consegna di tenere una trincea di cui non interessa a nessuno. In questo senso la mia bugia vale come le altre."

Ripresero a marciare lungo le trincee. Trincee vuote. Ricordava che lì avrebbero dovuto trovarsi tre plotoni di dragoni, sebbene non gli venisse in mente il nome del comandante che avrebbe dovuto guidarli. E invece non c'era nessuno ad attenderli. E gli spagnoli non sembravano aver avuto maggior fortuna.

"Vuole che ignori questa situazione?" chiese ancora, polemico. Il cuore stava cominciando a battergli troppo veloce. Era pronto alla guerra, era pronto a morire, ma quello era qualcosa che non aveva senso.

"No, signore."

Morgan era contento di aver ricominciato ad avere paura. La paura significava che era vivo, di nuovo. Solo che non era più abituato a gestirla. "Facciamo ancora un paio di centinaia di metri. Lì dovrebbe finire la zona presidiata."

Ripresero a muoversi piano, finché un rumore non li congelò. Un rumore imperioso, come di una gigantesca tromba, un suono metallico e gonfio che vibrava nell'aria e scendeva a suolo con arroganza, quasi schiacciando le persone. Un rumore mai udito prima.

"Fucili in mano e attendete ordini!" impose Morgan. Si era già sentito così. Quando aveva visto venirgli incontro l'elegante macellaio, in Argentina, il primo myrmidon mai creato.

"Signore!" disse il suo primo ufficiale "Lassù."

Tutti i soldati alzarono la testa.

Valerius Demoire - vol.1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora