Dentro il varco

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Varco di calendimaggio

Non era un buco.

Germaine si era chiesta cosa volesse dire scivolare in un piccolo buco, fino a scomparire alla vista di tutti e lì rimanere, consapevoli di non poterne uscire, preparandosi a morire sepolti vivi. Si vergognava, ma la notte stessa che aveva appreso la storia di Francine aveva avuto proprio quell'incubo, si era svegliata col cuore in gola e non era più riuscita a dormire.

Per tutti questi motivi non si aspettava di trovare Valerius al varco di Calendimaggio, ma solo qualcosa che lui vi aveva lasciato, un piccolo oggetto che li avrebbe guidati a salvarlo. Aveva capito che non era così quando aveva visto lo squarcio nella terra, arrivando, ma quando poi avevano cominciato a scendere le cose erano andate ben oltre la sua immaginazione.

"Lisce." disse Ethienne, facendo scorrere una mano sulla parete del cunicolo che stavano percorrendo. Un cunicolo che presto diventò una vera e propria ampia galleria in cui il loro plotone stava agevolmente.

"Non c'è grotta che sia fatta così." si lamentò lei, scuotendo la testa.

"Ma è così che qualcuno la costruirebbe." disse il Vecchio, dietro di lei. Lo scontro con i rettili lo aveva reso loquace.

Stavano continuando a scendere. Germaine si chiese tra quanto sarebbero arrivati sotto il livello del mare e se a quel punto si sarebbero trovati con l'acqua alle caviglie. Non sembrava plausibile, più avanzavano, più l'ambiente che incontravano era asciutto, pulito e rigoroso, artificiale. Ma artificiale in un modo che Germaine non aveva mai visto, nemmeno nella grande fabbrica di Myrmidon d'Argentina dove era stata addestrata.

"Scavano e manipolano la roccia" continuò a dire il Vecchio "in modo che nulla si veda in superficie. E' vitale che nulla si veda in superficie."

"Perché?" Germaine cominciava a trovare il vecchio irritante.

"Perché lui non può essere sconfitto."

Ethienne fece scattare rumorosamente il cane del suo fucile. "Ottimo, il vecchio è uscito di senno. Bhe, sarà solo il primo di molti di noi."

"Il primo di tutti, in questa guerra."

"FERMI!"

Sentirono dei passi. Passi tranquilli, pacati, come si possono sentire alla corte di un re o intorno alla sala da pranzo di un nobile.

"Puntate!" suggerì precauzionalmente Germaine. "Puntate in direzione del tunnel."

Un uomo di mezz'età, dal volto gioviale, spuntò dal tunnel venendo verso di loro. "Come siete arrivati qui?" chiese, senza dare impressione di rabbia e paura.

"Siamo qui per salvare Valerius Demoire." affermò di getto Germaine. "Chi sei tu?"

L'uomo sconosciuto si leccò le labbra. "Mi ricordo di te, ragazzina, su quell'enorme macchina francese. Al fianco del Danse Macabre."

"Tu ti ricordi... e dove mi avresti visto? Parla!"

Tutto il corpo dell'uomo era scosso da movimenti inconsulti, come se sotto i suoi vestiti si agitassero cose. Persino la sua faccia, flaccida, era attraversata come da ondate.

"Quando veniste a trovarmi a maison Fredière"

E detto questo, il corpo dell'uomo cominciò a gonfiarsi e qualcosa crebbe sulla sua schiena, enorme e deforme, fino a toccare la volta di roccia.

Valerius Demoire - vol.1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora