La caduta di Berlino

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Quando fu dichiarata la resa a Berlino trenta myrmidon Orleans marciarono tutti assieme nelle vie della città, facendo esplodere a ogni passo i vetri delle case. Dietro di loro i più lenti Arabesque si sparpagliavano nelle strade, pronti a puntare l'artiglieria contro chiunque opponesse resistenza.

In tutta la città erano rimasti solo sei myrmidon Konsole, rintanati negli angoli più bui delle strade, in contatto l'uno con l'altro. I sei migliori piloti dell'aquila tedesca. scelti personalmente da Wilhelm Haruden che però li aveva lasciati a loro stessi, occupato su un altro fronte.

Klizia Rademann, acquattata dietro il muro di una casa diroccata, guardò passare un Arabesque e lanciò un fremito d'odio che gli altri piloti colsero.

"Non intervenire." le rispose subito il fratello Rutger, attraverso il contatto telepatico.

"Prima di cadere potrei portare con me almeno una decina di questi bastardi." rispose lei.

"Ma comunque prima o poi cadrai."

Klizia non era preoccupata di morire. Dopo aver conosciuto la comunione con gli altri mutanti e dopo aver sperimentato il legame ancora più intimo che legava i piloti dei Konsole, non riusciva più a credere che sarebbe stata distrutta completamente se il suo corpo fosse morto. Era convinta che i suoi pensieri avrebbero continuato a rimbalzare tra i suoi compagni finché loro non fossero scomparsi e anche allora, comunque, avrebbero certamente trovato altri mutanti a cui trasmettersi. Solo se la razza mutante si fosse spenta sarebbe scomparsa, ma quello non era possibile.

Intanto, l'odio le provocava un dolore fisico. L'odio per quelle macchine disgustose che violavano il sacro suolo della sua città, i cui piloti erano creature patetiche e meschine che disprezzavano i mutanti. Sopravvivere con quell'odio era ben più difficile di affrontare la morte stessa.

Uscì dal suo nascondiglio tenendosi alle spalle dell'Arabesque. Il pilota era un incapace, i suoi movimenti goffi, i suoi riflessi lenti. Valutò che avrebbe potuto assalirlo col suo Konsole da dietro e smembrarlo prima che lui capisse cosa stava succedendo. Se anche il bastardo avesse chiesto aiuto lei sarebbe stata lontana prima del sopraggiungere di chiunque.

I colori sulla plancia di Klizia si mossero, il Konsole si accucciò a terra come un animale, configurando la massima spinta. Le gambe estremamente elastiche della macchina le davano una velocità mostruosa nei primi metri.

"Lasciate la città." arrivò però in quel momento alla mente di Klizia. La calda, solida empatia di Wilhelm. "Lasciate la città senza rischiare." ordinava.

Klizia non poteva disobbedire a Whilem, non poteva fisicamente. Il legame col suo capitano affondava nel suo cervello. "Signore..."

"Lasciate la città. Li aspetteremo nelle nostre foreste."

Valerius Demoire - vol.1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora