La guerra dimenticata

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Il colonnello Morgan vide la vedetta appena smontata di turno passargli accanto, occhi bassi, e la fermò. "Come va?" gli chiese. Avrebbe potuto chiedere rapporto, ma aveva smesso da tempo con certe cose.

Nel vedere il suo comandante, il giovane, un ragazzo di forse diciotto anni, rabbrividì quasi. "Come sempre, signore, non escono"

Non escono. Gli spagnoli non uscivano mai. Come loro del resto. Dopo essere penetrati nel nord della nazione e aver conquistato terreno, gli spagnoli li avevano fermati, costringendoli a disegnare una lunga linea di trincee che attraversava il paese. E rimanerci ficcati dentro.

"Bene, ragazzo, vai pure a riposarti"

Il giovane, invece di andarsene, raccolse tutto il suo coraggio e chiese. "Signore, li vedremo mai?"

Morgan era stanco anche di quello. "Cosa, ragazzo?"

"Le macchine, signore"

"Le vorresti vedere, ragazzo? Se le avranno prima loro, qui verremo spazzati via. Certo, se le avremo prima noi... ma non le avremo."

"Perché, signore?"

Morgan guardò il cielo. Condannato a non poter guardare avanti, cercava di accontentarsi di guardare in alto. "Perché gli stiamo bene dove siamo. Da quando abbiamo conquistato le due raffinerie di ingnitium del nord abbiamo fatto il nostro. Tenere inchiodati gli spagnoli dove sono, impedirgli di intervenire nella guerra, è quanto vuole la patria. Ma questo significa non perdere come non vincere."

"Capisco."

Il ragazzo rimase fermo immobile, a cercare altro coraggio. Morgan l'aveva visto molte volte. Aveva cercato di dissuadere certi atteggiamenti, ma alla fine si era detto perché? Sono bambini al fronte, sono già in guerra, quali strane idee potranno mai peggiorare il loro destino? "Vuoi chiedermi qualcosa?" lo incoraggiò.

La recluta si sbloccò. "Lei ne ha veramente visto uno, signore?"

"Dicono che abbia visto il primo che abbia mai camminato sulla terra."

"Com'era?"

"Ti ricordi quando abbiamo dato l'assalto e c'era il fumo, la terra, il rombo dei cannoni e il fuoco tutto intorno a noi?"

"Ce...certo signore"

"La stessa cosa, ma su due gambe."

Il giovane deglutì, fece il saluto, scomparve. Morgan avrebbe dovuto andare da qualche parte, gli sembrava di ricordare, ma non ne aveva voglia. Si appoggiò alla parete della trincea e si rimise a guardare in alto.

Cominciava ad avere paura che si sarebbero dimenticati di loro.

Valerius Demoire - vol.1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora