(1) L'incontro

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Lunedì 30 Ottobre

Confusione.
Solo confusione.
Solo..
Fisso il soffitto.
La sveglia segna le 3 a.m.
Mi sento così strana.
"Addio fottuti pensieri" dico silenziosamente muovendo le labbra.
Be, almeno ci ho provato.
Mi alzo dal letto.
Riguardo la sveglia.
3 a.m. fisso.
Non è possibile.
No, non è possibile.
Dov'è il telefono?
Dove minchia sta il mio telefono.
Ah..
Giusto.
Mi chino e lo raccolgo.
Lo provo ad accendere.
Wow, sei ancora vivo dopo l'ennesimo volo, fantastico.
3 a.m. sullo schermo.
Non ci credo.
Lo poso sul comodino.
Non ci posso seriamente credere.
È un incubo?
Deve essere un fottuto incubo.
Un fottutissimo incubo.
Esco dalla mia camera.
Attraverso il corridoio.
Sbircio dalla porta dei miei, semiaperta.
Mamma dorme.
Papà dove minchia è?
'Non dire parolacce.'
Papà cosa devo fare per trovarti una volta qui con noi?
Devo spaccare tutto?
Dimmelo.
Ti prego.
Le parolacce non ti faranno tornare prima, vero?
Scendo le scale.
Da nessuna parte eh?
Prendo il giubbotto.
'Ti vengo a prendere se va tutto male, te lo prometto.'
Le promesse le mantieni almeno?
Esco di casa.
Nessuno ti capisce, se non parli.
Poi parli e non ti capiscono.
Io non li capisco.
Loro non mi capiscono.
Che in fondo è vero, le storie tristi piacciono a tutti, tranne a chi le vive.
Che di sicuro, alla fine, non sarà il primo ad applaudire.
Forse per loro sono solo poesia alternativa, poesia perché devono pur darmi un aggettivo bello.
Non perché me lo merito, ma le persone quando vedono che sei triste, fanno così.
Tendono a dirti tante cose belle, che in realtà neanche pensano, ma a volte fanno bene a qualcuno.
A qualcuno, ma non a me.
Io non mi sento una poesia alternativa.
Ci sono veramente tante canzoni belle che non vengono ascoltate.
Come anche libri, che non vengono letti.
E pensieri, stupendi, che non vengono neanche scritti.
E sentimenti, rifiutati, pur di non soffrire.
Come quei scrittori con la paura di mostrare quello che scrivono.
Come opere d'arte nascoste dai teli.
Io mi sento questo.
E sono fiera di essere diversa tra tutte queste fotocopie.
Ma ora non c'è nulla di che andar fieri.
Ora non c'è nessun complimento che possa aiutarmi.
Cammino per strada.
Da sola.
In strada, da sola.
La luce del mattino sullo sfondo, mi tranquillizza.
Ma è ancora buio qui.
C'è silenzio.
Tutte le luci delle case sono spente.
Tranne una.
Qualcuno non riesce a dormire come me.
Fantastico.
Mi avvicino e mi fermo sotto al balcone, curiosa di vedere chi condivide i miei stessi problemi di insonnia.
La tenda è chiusa, ma si vede un ombra muoversi dietro.
Aguzzo la vista per cercare di capire chi sia, quando la tenda si apre di scatto, faccio un balzo all'indietro e cado a terra.
"Ahia, cazzo che male"
"Ti sei fatta male?" Sento una voce femminile.
"Te che dici?"
"Forse non dovevi sbirciare la mia finestra di notte" ride.
"Io non ti stavo.." alzo lo sguardo e lo incrocio con quello di una ragazza.
Una ragazza.. porca puttana che ragazza.
"Non ti ho mai vista qui"
"Neanche io, ma mica vengo sotto casa tua"
"Oh, ma basta sta storia, stavo passeggiando"
"Alle tre del mattino?"
"Non riesco a dormire"
"Be neanch'io"
"Me ne sono accorta"
"Oh be, ma quanti anni hai?"
"Sedici, te?"
"Oh caspita"
"Cosa?"
"Pure io" e la ragazza ride.
"Cosa hai da ridere ancora?"
"Niente è buffo"
"Sei strana"
"Detto da chi si ferma per strada, sotto alla mia finestra alle 3 del mattino"
"Senti, mi hai stufato, me ne vado"
"No, aspetta"
"Cosa?"
"Mi cambio e scendo"
"Perché dovresti?"
"Voglio fare un giro"
"E perché dovrei aspettarti?"
"Voglio fare fare un giro con te"

Addio fottuti pensieriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora