(32) Lei é fatta così

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Venerdi 10 Novembre

Ho bisogno di spazio, di continuare a mettere ordine nei miei pensieri.
Sai, quando leggi un libro e ti dici "cazzo quanto è banale" e poi ne leggi un altro e dici che è noioso e difficile. Prova a stare nel mezzo, a capire perché alla gente piace.
Io voglio capire perché non sono restata lí con lei che poteva essere la mia grande possibilità. Ho avuto paura? O pensavo era un libro troppo complicato da capire? O peggio ancora sto ancora pensando di essere io il libro intraducibile?
E sono stupita che anche stamattina sono qui a scaldare il banco mentre mi immergo nei miei pensieri.
Si alla fine ieri me ne sono andata.
Un semplice 'ciao, devo andare' come scusa.
Ma é proprio questo che devo fare.
Starci a pensare.
Per fortuna c'è  Caso Umano che con le sue domande intelligenti mi sveglia e mi fa tornare alla realtà.
"Che ore sono?"
"Mancano 20 minuti e io li passerò  a sistemare sti fogli, mi si è aperto il quaderno"
Lei ride poi mi fa "si è rotto?"
"Un pochino"
"Proprio un pochino"
"Aiutami"
"Certo."
Lei prende una pila di fogli, poi mi domanda  "Che foglio devo inserire per primo?"
"Lascia perdere, faccio prima io"
Suona l'intervallo, giro per i corridoi, vado in bagno e uscendo trovo una ragazza vicino ai lavandini da sola.
Mi fermo un attimo per guardare meglio chi è, noto che è proprio quella che c'era all'incontro sul bullismo.
"Hey, tutto bene?" Le chiedo.
"Come mai sei qui da sola?" Aggiungo.
"Nulla voglio stare un pó da sola"
"Ah capisco, non vuoi stare con i tuoi compagni?"
"Diciamo che non li sopporto"
"Ah, mi spiace. Comunque posso restare o vuoi stare proprio da sola?"
"No, se vuoi puoi restare"
"Va bene, piacere Beatrice. Te come ti chiami?"
"Marlene piacere"
"Quanti anni hai?"
"Sedici , te?"
"Anche io"
"Quindi fai terza?"
"Si, te?"
"Anche. Ma come ti senti nella tua classe?"
"Sola" e Marlene inizia piano piano ad aprirsi con me, a raccontarmi la sua storia e io mi ci perdo. Pare racconta la mia.
Lei è fatta così :
non è facile per lei
aprirsi con le persone .
Non parla troppo.
Risponde a monosillabi.
Si tormenta da sempre,
ha paura di essere pazza,
che nessuno puó sentirsi sola
come si sente lei,
in ogni momento.
A lei, hanno insegnato ad essere forte per poi distruggerla.
Lei ha da sempre avuto problemi con il suo corpo.
Chi non le toccava il cuore non aveva il diritto neanche di sfiorarla.
Ora è come cenere sparsa.
Però è stata anche quella che a chi ha giocato a perderla.
Li ha lasciati vincere.
Lei sa, se vuole, essere scostante e inafferrabile,  un giorno c'è e l'altro sparisce.
Lei lo sa che chi se ne è andato lo sapeva che lei l'avrebbe amato più di quanto  quella persona si amava.
Lei non vuole qualcuno che le chieda sempre cosa ha che non va.
Vuole qualcuno che quando è giù di morale, le stia vicino.
Lei è così, le basta poco per buttarsi giù, ma anche poco per tirarsi su e quando si tira su, tutta l'oscurità la distrugge.
Lei le persone non le ricerca se non vale la pena.
Lei spesso si chiude nel suo mondo, certi giorni non c'è, invece, altri giorni cerca di essere presente.
Lei ha troppe cose da dire, ma rimane zitta.
Sente che non la capiresti mai.
Lei si guardo dentro e ha paura.
Lei sa scomparire, ma sa anche non mollare la presa.
Lei odia tutti, ma in fondo non li odia.
Odia solo quelli che la fanno odiare.
E lei anche se è tanto triste, non lo da a vedere.
Lei anche se ha gli occhi lucidi, caccia via le lacrime.
Lei non vuole dimostrarsi fragile.
Lei vive un incubo e non sa come uscirne.
Lei si sente sola e fissa il vuoto.
Lei voleva essere infinitamente amata,
ma lei è stata distrutta.
Lei ora sa che questo non è amore ed è solo perdere se stessi, alla luce della finzione che da fuori si vede così chiaramente e da dentro vedi tutto offuscato.
Lei era offuscata, confusa, si sentiva stupida.
E lei pare così uguale a me.
Io che,
volevo sempre essere altrove,
ero con la testa da un'altra parte,
mi chiedevano dov'ero,
ma io non lo sapevo.
Io che,
pensavo che ormai sono tutti egoisti che pensano alla loro felicità e mi sentivo diversa, mi lasciavo andare. Mi buttavo nel vuoto.
Ma io che,
ce la sto facendo.
Sto strappando le pagine del diario.
Sto dimenticando tutto quello che mi ha ferito.
Le posso dire solo che non è ancora abbastanza forte.
Deve imparare ad essere talmente forte che nessun brutto ricordo potrà mai più tormentarla.
Deve stare tranquilla,
questo senso di nausea passerà,
spiccherá il volo,
Rinascerá,
si eleverá,
Li distruggerá tutti.
E il dolore
Le sembrerà solo un lontano ricordo.
Ma l'unica cosa da fare ora è :
Scappare da questo posto finto,
prima del crollo,
scappare dalle persone finte,
per non finire sotto.
Solo questo può fare.

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