(48) Favole?

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Dopo scuola, vado al corso e noto con piacere che siamo rimaste solo io e Laura, perché tutti gli altri, oggi, non si sono presentati.
Meglio perché mi stavano parecchio sul culo.
In compenso, arrivano due nuovi, una ragazza di nome Chiara e un ragazzo di nome Lorenzo.
Questi a confronto degli altri sembrano simpatici, già a prima vista.
Oggi Maria ci propone di fare una scena di vita a New York.
Lorenzo interpreta un ragazzo sopra una panchina che aspetta due suoi amici.
Questi, io e Laura, viaggiano in un taxi guidati da un taxista, Davide, che anche se litigano non si interessa di loro.
Io dico a Laura che non volevo andare a trovare Lorenzo perché lui si era trasferito a New York lasciandoli li.
Una ragazza, Chiara, corre nel parco e saluta Lorenzo sopra la panchina, ma non si ferma a parlargli, non le interessa parlare, vuole solo continuare a correre.
Noi del taxi arriviamo e camminando nel parco io mi scontro con Chiara che corre e la spingo perché non guardava dove andava.
Lei si scusa e poi si rimette a correre.
Io e Laura andiamo verso Lorenzo  e ci sediamo con lui.
Arriva uno spacciatore, che lo interpeta sempre Chiara per assenza di personale, si insomma la via da corridore a quella da spacciatrice è un attimo, ma questo spacciatore non è per niente sicuro di sé e pensa che noi siamo troppo bravi ragazzi. Arriva la polizia, interpretata da Maria, che lo prende ammanettandolo, ma rimane stupita da quanto sto spacciatore sia insicuro.
Sciogliamo la scena e ne iniziamo un'altra.
Tratta di un opera di Pirandello.
Il tema è le maschere.
Una è quella intelligente, l'altra civile e l'ultima la maschera pazza.
Una ragazza, interpretata da Laura dice a un ragazzo, imterpretato da Lorenzo, che la sua ragazza l'ha tradito. Lui non ci crede e manda avanti queste tre maschere interpretate da me, la maschera civile, da Davide, la maschera intelligente e infine da Chiara, la maschera pazza.
E sarà un susseguirsi di cambiare maschera che farà capire a Lorenzo che se sta sempre dietro una maschera, che se non prova manco a chiedere spiegazioni, rimarrà nella condizione di non sapere mai la verità e farà più male.
In seguito facciamo un'altra scena dove siamo sta volta nel paese delle meraviglie di Alice, non a caso il mio cartone preferito da piccola.
Io interpreto lo Stregatto.
Chiara e Lorenzo i due gemelli.
Davide il Brucaliffo
Laura fa Alice.
E Maria fa la regina cattiva e la regina buona, si come se fosse bipolare interpreta due ruoli in contemporanea.
Stiamo a fa un picnic, si a caso.
Io che sono lo Stregatto compaio e scompaio quando voglio ed è un po' come quando metto le cuffie.
Lorenzo e Chiara possono apprendere l'affetto che sono due gemelli hanno, di sentirsi sempre protetti con il fratello affianco.
Il Brucaliffo si sente diverso, ma speciale.
Alice pare che non sa dove minchia sia finita.
E Maria è bipolare a merda.
Queste si che è una bella favola.
L'ultimo gioco che facciamo è una sfida.
Dobbiamo affrontare degi ostacoli e questi ostacoli sono alcune paure dei nostri incubi che facevamo da piccoli.
E la scena è superare una porta che non si apre che dietro c'è dell'acqua nella quale hai paura di affogare e una piovra che ti vuole stritolare.
E come aiutanti, abbiamo scelto un orso di peluche e un leone.
L'orsetto, interpretato da Chiara, suggerisce di scavare una buca per attraversare la porta che non si apre, interpretata da Davide.
Poi il leone, interpretato da Lorenzo, combatte contro la piovra interpretata da Maria e ci porta tutti in groppa sull'altra sponda, ma putroppo l'orsetto rimane indietro e dall'altra parte dell'acqua mi accorgo che ho lasciato una parte di me, ma sono ancora viva anche senza quella e se dovessi scegliere cosa lasciare, sceglierei tutti i ricordi brutti, alla fine si vive bene senza quel peso.
Ogni tanto questi giochi sono utili a qulacosa, devo ammetterlo.
Fanno rifletterere.

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