(23) Fidarsi

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"Cosa stai pensando adesso?" Mi chiede Gaia.
"In verità sto continuando a pensare alla cosa del cerotto da ieri pomeriggio. Anche a scuola oggi, sai, ci ho pensato."
"E cosa mi dici a proposito?"
"Proprio non capisco e non sopporto le persone che arrivano e si prendono tutto. Ti svuotano di ogni emozione e poi se ne vanno. Mi segui?"
"Si, ti sto ascoltando"
"E poi tutti sanno perfettamente che una certa cosa ti può far male e cosa fanno loro? Esattamente quella." Continuo con foga nel mio discorso.
"Già, ormai la gente non sa dosare più le parole, i modi di fare, è totalmente indifferente a chi ha di fronte. Ma sai la cosa che mi da più fastidio? Per esempio quando loro vedono qualsiasi cosa e non gli piace, solitamente, non la condividono. Poi arrivavano scorrendo a quella che vivono appieno, la sentono tutta loro e diventano tutti con dei buoni gusti se condividono quello. La gente ragiona anche un po' così. Non li vedi? Seguono la moda e sono tutti uguali. Tutti fottutamente uguali. Tutti fottutamente condivisori di cose inutili. Ma se fossero loro quelli che la gente reputa 'non da condividere', voglio proprio vedere che si inventerebbero per apparire".
Questa ragazza mi stupisce sempre di più.
Guardo Gaia e noto solo ora che è l'uinca persona che conosco che non risponde a monosillabi, ma articola ogni cosa che pensa con le sue tesi e pensieri. È vero la conosco poco e solitamente sono molto diffidente, ma con lei riesco a parlare di cose anche senza un perché, sembra quasi mi conosca da una vita. Tutti guardano solo il superficiale, l'apparenza, nessuno scava mai così a fondo da sapere cosa c'è veramente dentro. Ma lei non è proprio così. Lei è diversa, lei almeno ci prova a capirmi.
E io non sono saltata a caso con questo argomento perché la mia vita è un pò come un film, faccio spesso avanti e indietro nei ricordi. Mi ci perdo. Mi ci affogo. E lei è brava a farmi uscire dall'acqua, non mi butta il salvagente però. Lei mi aiuta ad uscire da sola dall'acqua. Più che altro è brava ad incitare anche senza dire 'dai ce la puoi fare.' E per questo apro sti discorsi in modo casuale, ho bisogno di passare oltre al dolore, sapere come affrontarlo e il suo parere è essenziale, per riuscirci.
"E mettere la propria fiducia nelle persone che ne pensi?" Mi domanda Gaia.
"La fiducia? vuoi che rido? Non a caso, il bello di me è che ci provo anche. Ci provo a fidarmi. Ci credo pure che qualcosa vada bene. Ma mi accorgo sempre di più di quanto la gente faccia schifo. Cazzo se la gente non si accorge che non sono una con cui ci puoi giocare deve essere proprio ritardata. Che detto, francamente, se vuoi giocare okay. Ma ti fermi ad un certo punto. Rimani al gradino più in basso e ti fai i cazzi tuoi. Se vuoi diventare un sconosciuto, lo rimani sin da subito. Non fai la bella faccia, ti fai conoscere e poi te ne vai. Che poi è logico che non mi fido più.Che poi è logico che scelgo io chi conoscere e me ne fotto di tutti gli altri. Almeno mi prendo la responsabilità di aver scelto una testa di cazzo. Che poi sto sempre in sbatta per tutti. Sto in sbatta pure su come comportarmi. E mai nessuno che fa così per me. E poi non mi devo incazzare giustamente secondo loro... Perché si, sai la tristezza poi passa. E si, poi mi incazzo. Soprattutto mi incazzo con me stessa, per tutto il casino che ho in testa ogni volta. La gente se ne va? Bene, perché, a me ritardata come sono, resta in mente? Non dovrebbero esserci tutti quei fottuti pensieri. Dovrebbe essere vuoto. Come il vuoto che ho nel cuore. Bello schifo fidarsi."
Dopo aver detto questo mi sento meglio e subito prima che lei risponda aggiungo :
"Sfogarsi così è fottutamente liberatorio. Grazie Gaia."

Addio fottuti pensieriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora