28 Aspettando la fine

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Passato (Fine)

▪Greta

"Dove sei?
"Sto uscendo ora da casa"
"Senti, tu resta li"
"In che senso? Mi vieni a prendere?"
"Parto solo io"
"Ma i biglietti?"
"Ho preso un solo andata solo per me"
"Mi lasci qui?"
"Si"
"È la nostra relazione?"
"È finita. Ciao"
Mi attacca il telefono in faccia.
Se per me, lei era la cosa più importante di tutto.
Per lei ero la valigia che pesava troppo da portarsi appresso.
Aspetto cinque minuti e la richiamo.
"Quindi questa è seriamente la fine?"
"Si, non ti sopporto più. E sai una cosa? I tuoi testi mi fanno pure schifo"
"Io pensavo ti piacessero"
"Io non ti amo e non ti ho mai amata, ora penso a me stessa"
"Un domani ci sarai?"
"Non credo"
"Ma avevi detto che restavi"
"Dico tante cose"
"É finita davvero?"
"Si"
"Devo strappare le pagine?"
"Si"
"Devo andare dal primo che capita?"
"Fai quello che ti pare"
"Mi odi?"
"Si"
"Anche io mi odio"
"Perché?"
"Perché non riesco a smettere."
"Se vuoi possiamo rimare amiche, vedrai starai bene"
"Dici sul serio? Be tutto bello, ma noi due solo amici dopo tutto quello che è successo, manco per il cazzo."
"Non scherzo mai, ricordatelo. Mi dispiace tanto"
"Quanto sei finta.
Se vuoi te lo scrivo a caratteri cubitali. Ciao."
Mi sento a pezzi.
Ora dovrò andare avanti per la mia strada senza fidarmi di nessuno, tanto sono tutti uguali.
Fotocopie.
Che poi mi chiedo :
perché preferisci fare la stronza egoista
invece di venire qui a fare l'amore con me?
Spargere il colore su
quella tela bianca che sono,
é così fottutamente complicato?
Amarmi, ti toglie il respiro?
Così dicono.
Così se ne vanno tutti.
Se hai paura di sparire, ricorda di non guardare.
Mi incasini la testa e non posso farci nulla.
Forse un giorno dirò 'é stato solo un anno un po' particolare, niente di così importante', ma ora mi sembra tutto di cui ho bisogno, tutto quello che ho da perdere, tutto quello per cui vale riprovarci ogni giorno.
Ogni cosa scritta è un peso in meno,
anche se é un po' impossibile lasciarti indietro.
Poi iniziai a perdere la memoria giorno per giorno, mi dimenticai ogni frammento di lei, non era manco più un nome, era solo tristezza.
Triste.
Triste.
Triste.
E si rifletteva su ogni aspetto della mia vita.
Scuola.
Casa.
Me stessa.
Triste.
La tristezza si prendeva tutto.
Senza darmi energie per andare avanti.
Scrissi.
Scrissi tanto.
E poi presi il diario e lo nascosi.
Rileggerlo mi avrebbe distrutta.
Lei mi avrebbe fatta impazzire.
Lei era partita, non portandomi con sé.
Aveva paura che mi sarebbe mancata troppo casa?
O aveva paura di tenermi con sé tipo catena da cui non si poteva slegare?
Non lo saprò mai.
Non saprò mai cosa provava.
Non saprò mai come sarebbe stato un futuro con lei.
E non avevo motivo di chiedermelo ancora, come lei non aveva motivo di darmi spiegazioni.
Per un po' fu difficile andare avanti, per molto tempo a dire il vero.
Però poi capì che non valeva la pena aspettare ancora, lei non sarebbe tornata mai più.
Tantomeno a riprendermi.
Non ero nessuno di importante, non come il suo sogno di andarsene.
Il suo sogno mi batteva, era lì da più tempo di me.
E poi chissà quante persone avrebbe conosciuto lì.
Chissà quanto poco ci avrebbe messo a sostituirmi.
Inutile credere un giorno di rivederla, inutile credere di essere stata importante.
Inutile credere troppo in tutto, che sia l'amore, il lavoro, la scuola, le amicizie, finirà tutto prima o poi, ma non puoi neanche vivere sempre aspettando la fine.

Addio fottuti pensieriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora