▪Matteo
"Be come si dice se va tutto male? Ti senti a pezzi, sei solo e vorresti morire?"
"Dici chiaramente che stai male?"
"Eh no, devi dire che stai bene. Hai capito? Tommy dovresti ascoltarlo il tuo fratellastro."
"Ma, Matteo, tu stai bene?"
"Certo"
"E perché fumi?"
"Beh hai presente quella scritta sui pacchetti?"
"Intendi : il fumo danneggia te e chi ti sta intorno?"
"Si, ecco. Io penso che sono le persone che mi danneggiano."
"Parlami del perché sei triste, ti prego. Mi sei sempre sembrato la pecora nera della famiglia, sei scappato di casa e sei venuto qui. Per puro caso ci siamo rincontrati, voglio sapere tutto quello che è stato di te, prima del fumo, prima che venissi qui. Perché sei scappato? Da piccolo ti ho cercato tanto sai? Chiedevo sempre a mamma quando tornavi. Non sei mai più tornato."
"Quando te non c'eri, quando ero io piccolo, mi ricordo mamma che piangeva sempre. Era malinconica. La potevi vedere spezzarsi da un momento all'altro. 'Mamma non essere triste, ci sono io'. Mi chiedo perché ora sono triste."
"Continua"
"Mi ricordo che andavo da nonna all'ospedale, non la vedevo mai, stavo fuori in sala attesa.
'Come sta nonna?'
'È in coma'
Mi chiedo perché ora sono triste."
"Nonna.. vai avanti"
"Mi ricordo il telefono che suonava, ero sotto le coperte, fingevo di dormire. Dormivo ancora dall'altra parte del letto, quella in cui sognavo ancora.
Papà che mi sveglia 'nonna non c'è più'. Piangeva.
Faceva piangere anche me.
Piangevamo.
Mi chiedo perché ora sono triste."
"Parlami di tutto"
"Mi ricordo il primo giorno delle medie, io che cercavo di fare conversazione, ma neanche fingevano di ascoltarmi.
Parlavo da solo.
E se parlavo con lei, infame come era, poi mi sentivo sbagliato. Non aveva peli sulla lingua lei, era la mia mia unica amica, forse era meglio stare da solo a quel punto. Che traditrice. Io ero quello che non facevo le stesse cose che facevano loro e io odiavo le cose che facevano loro. Mi chiedo perché ora sono triste."
"L'hai più sentita?"
"No"
"Avrei tanto voluto nascere prima, essere più grande. Starti accanto, ma te mi hai sempre odiato vero?"
"Si, non ho mai capito cosa trovasse mia madre in tuo padre e non lo capirò mai."
"Continua a parlare di te"
"Mi ricordo la fine delle medie, quella estate al mare, che forse è stata una delle ultime. Chi l'ha più visto il mare? Chi ha mai detto 'vieni con me al mare?'.
Pensavo dovessi dimenticarla.
La prima cotta.
Impossibile cotta.
Era pure il mio esatto opposto.
Vedevi me e vedevi lei.
Lei bella, io un disastro.
Poi ci sono riuscito.
Mi chiedo perché ora sono triste."
"Anche te problemi in amore?"
"Continua ad ascoltarmi, stando zitto"
"Va bene, continua"
"Mi ricordo la prima superiore, le cuffie a palla e il mondo contro. Mi potevi trovare ovunque nascosto, ma sempre da solo. Portavo la solitudine addosso e i giudizi erano così pesanti.
Così pesanti che mi pareva di morire, la mia testa era esattamente pronta all'autodistruzione. Già, pure i più forti cadono e io volevo cadere dal secondo piano.
Mi chiedo perché ora sono triste."
"Ho sempre pensato fossi te il più forte"
"E invece no, se devo spiegarti l'amore, è ancora peggio. Come posso dire? Ecco :
La prima storia.
Cioè la seconda.
Cioè la terza.
Cioè fanculo.
Fanculo l'amore.
Fanculo tutti loro.
Mi chiedo perché ora sono triste."
"Accidenti"
"Mi ricordo la psicologa, le prime sedute in quella stanza.
'Guarda, qua ci sono delle foto, inventa una storia su di esse'.
Io parlavo, lei prendeva appunti.
'Hai una visione tremendamente depressiva'.
Credo che in qualche foto nella mia mente qualcuno stava morendo.
Mi chiedo perché ora sono triste."
Matteo si accende una sigaretta di riflessione.
"Vuoi una?"
"No, ora no"
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Addio fottuti pensieri
Romance[STORIA COMPLETATA] {Lesbian Story} [In questa storia sono presenti molti pensieri, spero non vi annoi] Beatrice é una ragazza che é stanca della sua vita, odia la sua solita monotonia, non sopporta la sua famiglia e la scuola che frequenta. Per s...