(8)Vorrei stringerli quando piangono

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"Hey, hai sentito quello che ho detto o sei davvero così stupida?"
No, ma grazie, continua pure.
"Io sono venuta a scusarmi e te non ti degni neanche di ascoltarmi, che figlia ingrata"
Aspettando di esplodere, resto zitta.
"Sai perché abbiamo litigato anche oggi?"
Resto ancora in silenzio, aspettando il colpo di grazia di oggi.
"Per te. Sei la nostra delusione più grande, come persona vali zero, non sei capace di fare nulla. Sei solo capace a farci tenere distanti a me e a tuo padre. Da quando ci sei te, non facciamo altro che litigare, hai rovinato un matrimonio, hai rovinato la nostra vita. La mia vita."
Lo sapevo, sapevo esattamente avrebbe detto questo, ogni parola era stata scandita nella mia mente prima che la pronunciasse.
Continuo a guardare il vetro appanato, mentre la sento sbattere la porta della sua camera, rifugiandosi dentro.
Io che ci ho messo così tanto per non odiarmi.
Te, che ogni occasione, è buona per insultarmi.
Dimmi.
Cosa cazzo ci guadagni?
Tanto non risolverà proprio nulla facendo così e dovrebbe saperlo benissimo.
Insomma. .
Solo perchè ora sono un pò più forte, non vuol dire che mi devi distruggere di più. Non credi che quello che ho passato, già basti?
Cazzo che giornata orribile.
Tra tutte le giornate orribili questa è la peggiore.
O forse è quella subito dopo a quella davvero peggiore, ma davvero oggi non finisce seriamente più.
La peggiore rimane nella mia infanzia e me la ricordo perfettamente.
Quella sera, io nel lettone dei miei, mio padre sopra nell'appartamento dei suoi genitori, mia madre che si avvicina e chiudendo la porta mi avverte "la nonna sta male, viene l'ambulanza a prenderla", ma la nonna odiava le ambulanze e quando questa arrivò, lei si agitò di più. Arrivò all'ospedale in coma e ci rimase per un bel po'. lo ero piccola, avevo 9 anni e a quell'età per i miei nonni passavo i pomeriggi all'ospedale, odiavo quel posto, quel dolore, quei corridoi, quell'odore che solo li c'era cosi forte, non ci volevo proprio andare, ma seguivo i miei, a casa da sola non ci potevo stare. Passò un mese o forse più ora non mi ricordo, quando il telefono sul tardi suonò, io ero sveglia. Mia madre diede il telefono a mio padre e poi lui venne da me a piangere ed ad avvisarmi "nonna non ce più".
Non capivo il suo dolore ero troppo piccola, ma mi dispiaceva vederlo piangere, odio vedere le persone che stanno male.
Il giorno dopo, me lo ricordo benissimo, chiesi a mia madre "ma quindi nonna non ce più?" lei mi rispose "ora è lassù" e mi sentivo spersa, qualcuno che c'era sempre stato, ora non c'era più e stavano tutti male per questo. Lacrime che scendevano e io non piangevo, ma solo perché non ero ancora in grado di capire le cose tristi, io vivevo ancora nel mio mondo immaginario, ma capivo benissimo che tutto era cambiato.
Visto dagli occhi di una bambina, il mondo, è tutto diverso. Ripensandoci ora, dopo 7 anni, mi fa venire tanta tristezza e ora ho i sensi di colpa perché anche se ero piccola, anche se vivevo nel mio mondo immaginario, potevo salutarla un'ultima volta e invece non ho il minimo ricordo dell'ultima dove l'ho vista sorridere, o salutarmi,o farmi una carezza o l'ultima volta in cui ha giocato con me e non mi ricordo manco come era, anche se le foto le ho riviste un miliardo di volte. Non me la ricordo in tutti quei dettagli spettacolari e unici che può avere una persona, io non ne ricordo manco uno e vorrei tornare indietro nel tempo, lasciare quella bici nel cortile e salire sopra a salutare i nonni. Cercare quello che mi manca, cioè tutto l'affetto che le persone care ti possono dare. Dirgli un 'vi voglio bene' che probabilmente non glielo mai detto apparte a mamma e papà e poi stare pure accanto a loro. Vorrei stringerli un pó di più quando piangono, che ora, non posso farlo perché mi cacciano sempre via subito e dirgli 'ci sono io, resto con voi' anche se ora, per me, loro non ci sono mai.
Quello rimane si, il mio giorno peggiore.

Addio fottuti pensieriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora