Seduta su quella panchina al parco.
'Aspettami li', ma lei non c'è.
Oggi che le ho pure riportato la felpa, accidenti.
Ho paura di essere pazza.
Di averla davvero inventata.
Ma poi eccola che arriva.
"Cosa hai?" Mi chiede senza neanche salutarmi.
"In che senso?"
"Ti vedo dubbiosa"
"Nulla"
"Dimmi la verità"
"No, niente. Semplicemente, pensavo.. esisti davvero? O ti ho inventato solo nella mia testa? E perché ci vediamo solo di notte? E perché sono di nuovo con te qui, senza un apparente motivo, apparte riportarti la felpa? E perché lo scivolo è diventato così basso? E perché pensano che io sia pazza?"
"Hey hey, fermati. Troppe domande, calmati"
"Si, ma esisti davvero?"
"Certo e per il fatto che usciamo solo a quest'ora, be semplicemente non mi hai mai chiesto di vederci di giorno, scema"
"Che stupida che sono"
"Tranquilla. Grazie per avermi riportato la felpa e dovresti dirmelo tu perché sei di nuovo qui con me."
"Si, ma il problema è che non ne ho idea. So solo, che ogni giorno è una tortura, poi arrivo qui e tutto si resetta. Insomma, durante il giorno penso :
Perché c'è sempre qualcosa che non va in me?
Perché prima sono felice e poi divento improvvisamente triste?
Perché provo a fare l'orgogliosa, quando sono troppo sensibile?
Perché deve andare sempre tutto male?
Perché la gente non prova neanche per poco a restare?
Perché, anche se non lo sono, mi sento fottutamente sola?
Perché sono bipolare e piango senza un motivo?
Perché ho bisogno di essere coccolata, ma in mano a certe persone mi sento cenere sparsa nel vento?
Perché sono così stupida da farmi prendere per il culo di continuo?
Perché quando le persone sono tristi, divento triste anche io?
Perché non riesco ad incolpare gli altri, ma do tutta la colpa a me stessa?
Perché anche se sono incazzata, ora invece di combattere di più, mi spengo?
Come si esce da questo fottuto incubo?
E poi arrivo qui e non penso più a nulla. Non mi capisco proprio, sono pazza hanno ragione."
"Non sei pazza. Hai altro da raccontarmi? Ti ascolto"
"Si, oggi i miei hanno detto che devo inziare un corso terapeutico e mi pare una cazzata perché.. insomma..
Il fatto è che tutto ciò che ho passato, mi fa reagire d'istinto. Ci sono cose che neanche mi ricordo che mi fanno stare male. Odio tutto ciò che mi fa pensare troppo. Ho più incubi che ricordi belli e ogni fottuta volta questi prendono il possesso di me. Come quando mi vedi ridere come una scema e il secondo dopo non parlo e guardo in giro. Oppure mi appoggio da qualche parte e chiudo gli occhi. Ho bisogno di sentirmi protetta. Per questo amo gli abbracci. Odio il fatto che passo da continui momenti di dolcezza infinita a scazzi assurdi. Deve esserci qualcosa che mi blocca. Come un giocattolo che inizia a diventare difettoso e poi magari sono solo le pile scariche. Complicata, mi descrivono. Rovinata, mi descrivo. Rovinata da tutto ciò che mi ha circondato fino ad ora. Che mi piace più scrivere, che parlare. Perché a parole non mi so esprimere e molte volte è meglio leggere un sentimento che provarlo. Perché cosa ho provato io, pochi possono capirlo ed è meglio non viverlo. Che ora non so mettere a fuoco tutto, ma a volte gli episodi ritornano nella mia mente ed è difficile cacciarli via. Io che ho sempre fatto tutto da sola, non sono capace di reggere anche questi imprevisti che si presentano. Passo da attimi di felicità ad attimi di continua incertezza e non so cosa fare. Non so cosa fare, seriamente. E io chiedo aiuto. Si, ora lo chiedo anche senza, necessariamente, stare in silenzio. Ma ancora non vedo risultati, se non che ora vedo tutto una monotonia e mi sento spersa, mi sento ancora vuota. Dove mi sono persa, io non lo so piú. E io credo proprio che nessuno capirebbe qualcosa in tutto questo casino."
"Io ti capisco"
"Davvero?"
"Si"
"Vabbè io comunque.. Con te, voglio continuare a vivere nel momento in cui tutto si resetta e mi pare di rinascere. Non voglio portarti dentro il mio buio. Li il tunnel non ha una fine. Ti va bene?"
"Come preferisci"
"Ti volevo anche chiedere.. mi puoi dare il tuo numero?"
"Si, c'è solo un problema"
"Quale?"
"Non so il tuo nome"
Rido.
"Non ancora"
"Madonna, quanto fai la preziosa, è solo il tuo nome". Gaia ride.
"Visto che preziosa non lo sono mai, perché nessuno ha così tanta pazienza con me, te lo dirò solo quando vorrò davvero farlo"
"Aspetterò"
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Addio fottuti pensieri
Romance[STORIA COMPLETATA] {Lesbian Story} [In questa storia sono presenti molti pensieri, spero non vi annoi] Beatrice é una ragazza che é stanca della sua vita, odia la sua solita monotonia, non sopporta la sua famiglia e la scuola che frequenta. Per s...