Ho sempre creduto nel tempo. Nell'intrecciarsi degli eventi. Nella resa dei conti. Nelle possibilità. Probabilmente perché la mia vita è sempre stata piena di tutto questo; di occasioni, anche se mancate, che con una precisione millimetrica sono riuscite a penetrare nei miei anni da che ne ho memoria, oppure di eventi, ormai ricordi, che sono nati, sorti, quando meno me lo aspettavo, seguendo una loro data, un ritmo, a dettare il respiro del mio cuore.
Da sempre sopra la mia testa, intorno al mio corpo, ci sono stati dei fili, appesi in alto, fissati ad un cielo stellato, e questi erano diretti da delle mani ubriache, pallide e masochiste, che si divertivano a vedere il mio corpo accartocciarsi, piuttosto che correre e ballare. Piuttosto che muoversi. Piuttosto che parlare.
Persino adesso sono ridicolarmente immobile, mentre mi viene offerto il mondo, mentre in ginocchio, ai miei piedi c'è un uomo che mi ha offerto il suo cuore, e l'ha rinchiuso in una piccola scatoletta di velluto rosso. Ed il tempo è immobile. L'orologio a pendolo non batte l'ora.
La limpidezza dell'oggetto nella scatoletta mi abbaglia, brilla illuminato da un raggio lunare, e io so quanto gli è costato, conosco quest'uomo in ginocchio, lo conosco, conosco il suo passato, il luogo da cui veniamo, la vita che abbiamo fatto, il dolore che abbiamo ingoiato per provare a rimanere vivi. E in questa casa, in questa reggia che sembra così grande per i nostri cuori soli ma che è stata scelta per coprire le rovine di una storia passata io vedo lui, per quello che è sempre stato: un angelo dalle ali di ferro, dal cuore di fuoco che brucia persino nel suo sguardo adesso, certo che gli dica di sì. Ma qualcosa mi blocca, le mani mi tremano, il fiato si spezza.
Il mio angelo è in attesa di una risposta, ed io rivedo nel suo sguardo quel ragazzino con la faccia sporca dalla fatica e gli occhi brillanti nel rivedermi, e non posso non pensare che poco prima erano stati altri occhi a fissarmi, e non avevano avuto niente di tutta questa certezza. Sembravano stanchi, arresi, ancora divorati dal dolore come li avevo visti in pochi altri ricordi, incapaci a togliersi di dosso quella stessa polvere che un tempo aveva macchiato le strade della nostra infanzia, ma nonostante tutto erano stati in grado di dirmi una cosa, e adesso è conservata in quella parte di cuore che da sempre gli spetta.
La vita non ci ha sorriso, a me e agli occhi della polvere, ma quest'angelo è riuscito a cambiarla, e adesso vuole donare una parte di questo paradiso a me, per dividerla in due, e spartire il dolore, certo che mi spetti. Io non ne sono sicura, ma da sempre è lui quello pieno di certezze, quindi cosa fare?
Accettare questo amore e vedere come va a finire, o rovistare in questo malandato cuore alla ricerca di quell'imperativo a malapena sussurrato sul ciglio di una porta, e seguire quell'ordine nato per sconvolgermi la vita cambiando totalmente le carte in tavola?Tempo, da sempre una questione di tempo. Lo stesso che sta correndo via, mutando anche l'espressione sicura di quest'angelo. Farò la scelta giusta? Riuscirò a farlo felice? Conquisterò questo nostro lieto fine?
Le mani mi tremano e le labbra si separano appena, pronunciando una frase che sarà un nuovo inizio.
Una nuova vita.
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Ali di farfalla
Romance[COMPLETO] *Tutti i diritti riservati* (Certificazione Patamu) Tre amici, fin dall'infanzia. Megan, Caleb, ed Ian. Tre amici, si, ma totalmente differenti di carattere, di cuore, con una vita vissuta in comune sulle strade sporche di povertà dell'o...