P.O.V William
Nella vita posso dire di odiare poche cose: gli ignoranti, specie i tuttologi impegnati a lanciare in aria parole a caso senza prevederne la ricaduta, gli stolti, che irrazionalmente si trovano sempre in un'aperta e involontaria sfida contro i più forti, spingendoli a compiere azioni non del tutto programmate, e i bugiardi, ma più di tutti, dopo quest'attesa di quasi tre ore, posso affermare con assoluta certezza di detestare pienamente ... anche i ritardatari. E credo che questo riassuma il quadro generale di ciò che sono. Odio perdere tempo, ed ignoranti, stolti e bugiardi me ne fanno perdere un sacco, mettendosi sempre di mezzo.
Credevo di aver almeno preso da qualcuno, ma la causa di questa mia infinita attesa risiede in un grosso ramo dell'albero familiare. Sto aspettando mio padre. Anzi, sto fermo ad attendere che la persona a capo degli affari di famiglia si faccia vivo per un secondo della sua frenetica e litigiosa giornata.
Immaginavo che ci sarebbe voluto così tanto.
Ma oltre che per questo spreco inutile di tempo ... la cosa non mi pesa affatto. La sua assenza non mi pesa. Potrebbe non esistere e non me ne accorgerei facilmente.
Il profilo in legno del serramanico gira veloce comandato dalle mie mani, passatempo del mio silenzio, facendo emettere alla lama un sibilo nell'aria, perfettamente udibile.
Abbandono la testa all'indietro e chiudo gli occhi, rimanendo immobile.
Quando la porta si apre però la vista non perde un movimento della sua camminata. Lo trovo in un completo blu scuro, fatto su misura da Fabio, il sarto italiano di famiglia, e un sorriso ampliamente a comando della situazione.
<Ciao ... papà>
<William ... non ti avevo visto, è da molto che aspetti?> Con una mano apre velocemente l'unico bottone della sua giacchetta, prima di mettersi seduto sulla sua sedia, composto come sempre, perfetto ... come adora tanto essere.
<Pochi minuti, sono venuto a chiederti delle spiegazioni>
<Riguardo cosa?>, domanda afferrando una pila di fogli dalla scrivania per spostarla poco più in là.
<Il South Side>
Ecco ottenuta la sua attenzione ... poche piccole paroline magiche per il vecchio paparino.
<Ti ascolto>
<No, io ascolto te. Ho letto dell'incendio, e volevo sapere con quale diritto scandisci ordini ai miei uomini>
Lo vedo sorridere. I denti bianchi eguagliano la colorazione della sua cute rendendo gelido il suo sguardo. <Hai creduto fosse opera nostra>
<Di solito non facciamo niente del genere?>
<Non sulle nostre proprietà>
Affilo lo sguardo. <Avevi commissionato tu quel cantiere?>
<Un buon investimento, in una zona completamente allo sbaraglio. Per questo motivo ho chiesto a te e ai ragazzi di farci un salto: un giorno sarete voi a capo dell'attività d'industria di quel posto, sempre che i lavori vadano avanti>
<Noi, a capo di un'attività?> quasi mi viene da ridere.
<L'idea non ti persuade?>
Abbandono il serramanico sul tavolino al mio fianco, lasciando cadere indietro la schiena.
<Per quel poco che ci sono stato ho odiato quel posto>
<Non tutte le persone sono così male, no?>
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Ali di farfalla
Romance[COMPLETO] *Tutti i diritti riservati* (Certificazione Patamu) Tre amici, fin dall'infanzia. Megan, Caleb, ed Ian. Tre amici, si, ma totalmente differenti di carattere, di cuore, con una vita vissuta in comune sulle strade sporche di povertà dell'o...