15- Ciò che non sono riuscita a dire, quello che mi fai provare

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Sfioro con la punta dei polpastrelli le labbra, e ancora non riesco a crederci.

<Megan avanti recupera Celine, dobbiamo far partire il gioco!>

Sono le tre e mezza di notte ma la festa non accenna affatto a spegnersi. Faccio quanto Nicole mi ha ordinato, recupero la bella bionda intenta a scatenarsi su di un pezzo reggaeton mentre la mia amica agguanta sottobraccio Kevin, in piedi accanto al bar immerso in una vivace conversazione con dei vecchi amici di scuola.

Una volta che i due riescono a incontrarsi, a separarli vi sono due altrettante sedie, rivolte in senso opposto, e sopra di esse piccoli foglietti di carta, con accanto un pennarello di color rosso.

Celine si mette a ridere intuendo la conclusione che abbiamo deciso di dare alla serata, ma era questo che volevamo: il loro modo di sorridersi adesso, niente addii struggenti, niente pianti ... solo bei momenti, bei ricordi.

<Avanti conoscete le regole, a sedere schiena contro schiena, e tutti voi presenti non azzardatevi a suggerire> intima una fin troppo seria Nicole, e nessuno arriva anche solo a pensare di disobbedirle, specialmente i partecipanti.

Kevin sorride sfrontato e sicuro di se al cerchio che si è formato intorno a loro, mentre una silenziosa ma altrettanto agguerrita Celine recupera i fogli ed in un solo colpo si mette decisa sulla sua postazione. Con quel trucco è una favola.

<Allora, adesso vi farò delle domande, e dovrete rispondere sinceramente. Cartellini in mano, scrivete la risposta e poi appoggiatevela sulla fronte. Pronti e... via!> entrambi stappano il pennarello quasi contemporaneamente, e il silenzio precipita nella stanza in attesa della prima domanda.

<Chi di voi due combina più guai all'interno della coppia?>

Foglietti alla mano, due risposte incise con il rosso acrilico, e il sorriso sfacciato di Kevin. Ha scritto lei, e Celine lo ha confermato. Niente di più vero.

<Chi dei due bacia meglio?>

Lui/lei.

<Chi usa un nomignolo dolce per chiamare l'altro?>

Lui/io. Kevin. Lo sapevamo già tutti, il più delle volte la chiama Morisot.

<È il momento di spiegare a voce alta cosa significa quel nomignolo, caro il nostro festeggiato>

<È il cognome di una pittrice impressionista, indipendente e tenace. Gliel'ho dato la prima sera che ci siamo conosciuti, già allora mi urlava contro>

<Quella notte ti sei rivelato un vero sbruffone>

Ruotando con il busto, Kevin spinge anche lei a fare allo stesso, per arrivare a guardarlo meglio occhi.

<Si e guarda dove ci ha portato>

Osservo il modo con cui si sorridono, prima che Nicole rompa il loro contatto.

<Piccioncini per saltarvi addosso avrete tempo dopo, ora dobbiamo passare alla prossima domanda!>

Me la rido vedendoli eseguire quella specie di comando e tornare schiena contro schiena, ma questa mia risata cala drasticamente fino a scomparire quando noto tra le persone l'affacciarsi di Caleb. I miei occhi e la mia attenzione sono per lui adesso.

<Chi di voi si lamenta più spesso?> Lui/Lei.

<Chi pulisce in casa?> Lei/Io.

<A chi mancherà di più Andrew?> Stavolta nessuno dei due alza il cartoncino. Andrew chiamato in causa si appoggia una mano sul petto, falsamente ferito mentre il gruppo, compresi loro due, si unisce in una collettiva risata.

Ali di farfallaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora