67- Il mulino al tramonto

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"Vorrei che fossimo farfalle e vivessimo tre soli giorni d'estate – tre giorni così, con te, sarebbero più colmi di delizie di quante ne potrebbero contenere cinquanta anni di vita ordinaria"
John Keats

P.O.V.
Megan

Vorrei trovare una scusa plausibile ma so bene non esistere. L'umore e la stanchezza non giocano mai bene le loro carte lasciando il posto al destino affinché comandi il giudizio, e una promessa fatta è legge, sentenza imprescindibile che mi obbliga a mantenere fede al giuramento di un impegno promesso molte settimane prima, appartenenti a una vita nella quale ero solita sorridere.

Ora di lei non rimangono che ricordi, e il suo memoriale non è altro che un sordo fischio di silenzio, quell'insostenibile stato mentale nella quale è imprigionata la mente, priva di pensieri e pulsioni ad animarla per tenerla in vita.
Non è rimasto niente da quel vuoto, o almeno all'apparenza.
Forse al di sotto di quel prolungato suono continuo vi è ancora altro, ma risulta intimorito e rannicchiato carponi al di sotto del raggio laser che produce rumore, e non ha abbastanza coraggio per uscire allo scoperto.

Lo lascio continuare a vivere nel suo nascondiglio, certa di preferire l'assenza di emozioni e ricordi rispetto a una confusione generale in grado di sradicarmi il cuore.

Se ancora è rimasto intero dopo la visita fatta in ospedale due giorni fa.

<Allora Megan? Che mi dici, verrai?>

La fiducia negli occhi di Meredith destabilizza maggiormente la mia incertezza, incline al rifiuto.

<E' un'occasione molto importante, vorrei che foste tutti presenti>, prosegue febbricitante nell'attesa, e alle sue spalle mia madre annuisce comprensiva, dandole man forte.

<Ma certamente, il matrimonio si festeggia una volta sola e deve essere tutto perfetto, prove comprese>

<Mi hanno detto che hanno avuto problemi con i bouquet>

<E per questo sei qui, hai fatto bene! Ci penserà la mia Megan a tutto, anche se sarebbe venuta comunque come ospite della tua serata preparatoria>

<Davvero Megan puoi riuscirci?>

Ulteriore speranza mal riposta, dovrebbe chiedere a un'altra persona, afferma la me ingenua dentro la mia testa, ma la ventenne sa bene cosa sia meglio fare, e da tempo ha compreso il peso dei doveri legati agli obblighi.
I problemi che ho sono personali, e questo, oltre che essere un favore, è anche lavoro. È fiducia e io non posso tradirla.

<Ma certo, Meredith, vedrò cosa riesco a fare>
Si lascia andare a un urletto felice che mi fa sorridere sinceramente.

<Che bello! Sono così felice, Megan, ti ringrazio tanto. Ti sei occupata di questo matrimonio fin nei minimi dettagli>

<E' stato un piacere>

<Non potevi non presenziare a questa serata di prova>

<E in cosa consiste per la precisione?>

<Dovremo verificare che tutto sia stato preparato nel modo giusto. Assaggeremo i menù, proveremo i balli, posizioneremo i segnaposti, e ovviamente ci occuperemo del bouquet>

<Orchidee bianche non è vero?>

<Per la verità ... ne vorrei due. Uno di orchidee e uno di calle>

Spalanco appena gli occhi non capendo la differenziazione dei due gusti.

<E cosa te ne fai di due bouquet ragazza? Lo sai vero che ti sposi solo con un uomo?>, chiede confusa come me mia madre, ma Meredith appare divertita.

Ali di farfallaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora