P.O.V.
DafneIl giorno bussa prepotentemente al vetro della finestra di questa stanza illuminata oro, rendendomi partecipe di un nuovo giorno e arrivando a macchiare le lenzuola del letto, percepito incredibilmente freddo stanotte, in un segno di saluto.
William non è tornato ed io sono sveglia da circa un'ora, intenta a guardarmi attorno, senza avere la forza di alzarmi e cambiarmi.Per andare dove, poi?
Nessun luogo mi è concesso. Nessun posto che non sia la stanza, la serra di inverno, o uno dei salotti in cui non è indetta una delle tante riunioni organizzate in questa villa con una frequenza da capogiro.Vorrei andare al maneggio, vedere come sta Alhena. Deve essere spaventata dopo quello che abbiamo passato.
Io lo sono? Non riesco a definirlo. Ma il corpo sembra volerlo fare quando sobbalza in maniera del tutto involontaria vedendo Richard Lee comparire sulla soglia.Spalanco gli occhi e provo a non aver timore della sua presenza. Ho disubbidito a un'ordine ma l'ho fatto per un motivo valido.
Può bastare? Lui dovrebbe conoscerlo. E vorrei avere indietro la giusta rabbia per parlare con odio verso l'uomo che, in un battito di mani, sarebbe stato in grado di seppellire per sempre il ricordo di mia madre uccidendo quel piccolo frammento rimastomi di lei ... ma non la trovo, mi avvince di nuovo la paura vedendo il suo sguardo e mentalmente mi maledico.<Buongiorno Dafne, come stai? Il piede ti fa male?>, mi domanda avanzando verso la mia postazione. Schiena alla spalliera, sono seduta e sepolta sotto l'arricciatura dei cuscini e delle lenzuola, affatto in grado però di proteggermi dal suo sguardo.
<Nulla di grave>
<È stata una brutta caduta>
<Poteva capitarmi di peggio>, sibilo a questo punto, ferita dalla sua ironia.
<Già ... mi scuso per quello, ma vedi cara Dafne io, al contrario di mio figlio, non amo chi mi sfida. Sbaglio o Monty ti aveva detto di non gareggiare? Era un'ordine ben preciso, perché hai disobbedito?>
<Lo sa>
Mi osserva con pazienza, accomodatosi ormai di fronte a me sul materasso, con le mani intrecciate tra loro. Sorride, quasi avessi in qualche modo vinto, ma non ha idea di quanto mi senta confusa e tradita al momento.
<Si ... lo so bene. Amavi molto tua madre, come potevi non farlo? Era una persona perfetta e tu una figlia perfetta>
Tento di trattenere una lacrima ma ingovernabile quella scivola via lungo il mio viso, cadendo sulle coperte. Mordo un labbro costringendo le altre a non compiere la stessa fine e ci riesco, essendo intrappolata nel suo enigmatico sguardo, confuso.
<I miei figli non mi amano, invece. Eppure ho dato loro tutto. Come può un figlio odiare così tanto il proprio padre? Vuoi spiegarmelo, Dafne cara?>
Aggrotto la fronte senza poter comprendere a pieno le sue parole, ed un dubbio mi avvince, trascinando dietro di se una scia di terrore.
<Ti stai chiedendo dove sia William, non è vero? Lo conosci il "Rapsody", Dafne? È un locale, un nostro locale. Niente di troppo importante, commerciamo con lui in alcolici, gliene forniamo per mesi interi.
E ieri notte era la notte della consegna.
Si occupano sempre i miei uomini di scaricare le merci mentre parlo con il proprietario, ma vedi ... ieri notte ... ho avuto come un presentimento. Vorticava nell'aria. Mi ha messo in allerta.
Sono stato messo in guardia e allora ho capito ... che si trattava di una trappola, organizzata da mio figlio e chissà chi altro ma per fortuna ho ancora il giusto fiuto per questo genere di affari e sono andato via. Una reminiscenza della mia vita passata, per così dire>
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Ali di farfalla
Romance[COMPLETO] *Tutti i diritti riservati* (Certificazione Patamu) Tre amici, fin dall'infanzia. Megan, Caleb, ed Ian. Tre amici, si, ma totalmente differenti di carattere, di cuore, con una vita vissuta in comune sulle strade sporche di povertà dell'o...