57- La piccola Violet

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P.O.V.
William

Ettari ed ettari di verde coltivato mi appaiono davanti in un'inquadratura perfetta corniciata dal contorno in legno di questo gazebo, dal quale scendono rampicanti di piante.

Ulivi e vigneti ricoprono l'intera area, seguendo il tracciato di una fila ordinata posta a classificarli e a farli crescere rigogliosi secondo il principio di una vanità e di un profitto che un tempo il proprietario di questo posto non si sarebbe nemmeno spinto ad immaginare.

Accomodato alla sedia di questo unico tavolo, riparato da un principio d'ombra, resto fermo ad osservare quell'imbroglio ed il patto che ha forgiato questa terra soleggiata, a poche miglia dalla nostra casa, mentre assaporo un chicco reciso dal grappolo d'uva pendente dalla mia mano e ne scopro il sapore dolciastro.

Non esiste confine tra il cielo e la terra, le chiome degli ulivi ne nascondo la netta linea lasciando gli occhi correre, senza alcun fine, alla ricerca di una impossibile conclusione.

Precipitare nella vita di Monty era stato patetico tanto da rendere la sola scoperta di questo posto un'alternativa attraente alla noia, quasi come lo era stato venire a conoscenza di vecchi eventi, suscitandomi una sorpresa ad ogni modo non paragonabile a quella che scorgo adesso, sul viso di questo servitore.

<Signorino Lee ...>

<Davies, Monty, ti prego ...>

Tra le sua mani staziona una buona bottiglia di vino rosso, a suggerimento del motivo della sua assenza, e dopo un attimo di smarrimento si occupa di afferrare due calici, ponendomeli dinanzi.

<Come ha scoperto questo posto, è stato suo padre a rivelarglielo?>, domanda, mentre la bottiglia si inclina, rendendosi gentile ospite e offrendosi in dono in un inchino in grado di far versare le sue dolci e rosse lacrime, affinché le assapori.

<No, mio padre non mi ha detto niente, l'ho trovato da solo. Sono venuto qui a dirti che sta bene, il nostro medico l'ha visitato, la ferita risulta superficiale. Non dovrà sforzarsi per un po' o impugnare un'arma, ma per queste due cose ... ci siamo tu ed io ad aiutarlo, no?>

Porto il calice alle labbra, gustandomi il suo sapore mentre Monty tiene gli occhi bassi.

<Come ha scoperto di questo posto?>, torna a chiedere, suscitandomi un sorriso.

<Lo idolatri, non è vero? Mio padre, per questo sei tanto servile>

<Mi ha salvato la vita>

<L'ho letto>, confesso, e a questa risposta è costretto a fissarmi come a chiedermi dove possa aver trovato un simile evento, ma io vado avanti nel mio racconto. <Un gran brutto incidente, potevi non uscirne pulito, ma già da allora mio padre sapeva come insabbiare le cose>

<Non avevo colpa!>

<Sul serio? Non è ciò che riportava il referto. Si chiamava Violet, lo sapevi?>

Se solo potessi minimamente immaginare cosa un sindaco può tenere racchiuso nei suoi dossier comunali ... perché di questo si tratta, di quel piccolo raccoglitore trovato la sera della festa nel South Side nella quale avevo rivestito i panni di mio padre, scoprendo quasi tutti i segreti che la vita che fino ad ora sono stato costretto a vivere contiene, tra cui anche, e inevitabilmente, i suoi, provocandogli sconcerto. Se minimamente Monty si rendesse conto di quante tracce un uomo incauto o un poveraccio alle prime armi si può lasciare dietro allora non sarebbe tanto sicuro di se, o di mio padre, perché ogni cosa, come ho rivelato, può tornare in superficie dopo essere stata nascosta per tanto tempo sotto la sabbia.

Ali di farfallaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora