P.O.V.
MeganFogli macchiati di colpe risiedono nello spazio tra me e la mia migliore amica, che mi osserva con tacita attenzione.
Le ho spiegato tutto quanto, le ho raccontato della notte della festa, del mio incontro con William, di quello che ci siamo detti e quello che ho provato, che ho scoperto, arrivando fin qui, in un aperto conflitto con un passato scomodo dell'uomo più odiato e verso il quale ci stiamo muovendo, in modo da batterlo.
<Sei sicura di quello che vuoi fare Meg? Non sappiamo cosa potremmo aspettarci>
<Si, Nicole, sono sicura, ma ho bisogno di te, oltre che di un passaggio. Potremmo chiedere a Joseph?>
<Io e lui abbiamo litigato, non ci ascolterebbe mai>
<Allora Nicolas>
<Anche Nicolas al momento è un argomento da non affrontare>
<Che sta succedendo Nic?>
<Un gran casino, Meg, grande quasi quanto quello in cui ci stai per mettere>
Abbasso gli occhi verso i due vestiti scelti e rimasti inanimi sopra le coperte, in attesa di una nostra decisione.
<Se non vorrai venire lo capirò. Non devi preoccuparti per me, Nic>
<Lo faccio invece, sempre, e da sola non ti lascio andare. Però dovremmo usare l'autobus>
Annuisco distrattamente mentre la amica si alza andando ad afferrare uno degli abiti per poi tenerselo stretto contro il petto, osservando il risultato.
Potrebbe mettere indosso qualsiasi cosa e risulterebbe comunque perfetta, un punto a nostro vantaggio dovendo passare inosservate stanotte.
Nicole volge la testa nella mia direzione, verso la mia esitazione e in confronto aperto con la mia paura, e accenna un sorriso tranquillo che però nasconde vari timori.
<Beh? Non ti prepari?>
La notte è più scura del solito e l'unica luce ad illuminarla è il pallido neon della stazione degli autobus.
Provo freddo, anche se non tanto da tremare a differenza di Nicole occupata a tenere le mani a coppa per soffiarvi dentro aria calda, provando a riscaldarsi, almeno un poco.
La corsa è in ritardo e le persone al nostro fianco hanno iniziato a fissarci, già da un po'.
Non ho preghiere in testa, oltre che una supplica. Spero che Caleb non lo scopra. Spero che non si domandi insistentemente che fine abbia fatto. Gli ho lasciato un biglietto, come in passato, con su scritto che passavo la notte da Nicole, per altro una mezza verità non essendo casa sua il posto verso il quale ci stiamo dirigendo.
Le scarpe a tacco alto della mia migliore amica risuonano sul marciapiede in una camminata di impazienza e tremori.
Alzo gli occhi in direzione della luna, supplicandola con le mie tacite richieste, prima che l'arrivo dell'autobus la oscuri e ci costringa a salire su quelle fredde sedute in plastica, a due dei posti più vicini all'autista.
Un'ubriaco dal fondo della vettura ci fischia in un lurido richiamo di apprezzamento, ma viene da entrambe ignorato mentre ci accomodiamo.
Per tutta la durata del viaggio tengo gli occhi fissi sull'oscuro asfalto della strada, che corre via veloce, tirando con se anche i miei pensieri.Ancora lontane una volta scese siamo costrette a fare il resto del percorso a piedi, e nel più timido silenzio. Nessuna delle due parla avendo già chiarito ciò che c'era da dire in casa, dinanzi a quelle carte, per cui lasciamo che sia il resto adesso ad agire per noi.
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Ali di farfalla
Romance[COMPLETO] *Tutti i diritti riservati* (Certificazione Patamu) Tre amici, fin dall'infanzia. Megan, Caleb, ed Ian. Tre amici, si, ma totalmente differenti di carattere, di cuore, con una vita vissuta in comune sulle strade sporche di povertà dell'o...