P.O.V.
IanSedici anni prima
Cerco di scoprire il trucco per poter vincere mentre al di sotto del cappello in paglia gli occhi della mamma mi fissano divertiti, in attesa di una mia mossa.
Provo a non ridere. Tento di farmi coraggio. Resto in piedi, fermo, dinanzi alla sua indagine, mentre sento il caldo di questa estate filtrarmi attraverso i leggeri vestiti che ho lottato per mettermi, trattandosi dei miei preferiti. Forse non ho fatto la scelta migliore, lei mi aveva messo in guardia, ma non posso di certo ammettere la mia sconfitta come non posso perdere in questo nostro abituale gioco.
Inarca un sopracciglio ed io di riflesso la imito.
Per poco non sbaglio. Stava per farmi ridere. Riacquisto la dovuta serietà pensando a qualcos'altro, in modo da allontanare la mente attraverso nuovi pensieri, e riuscendo nella mia impresa divento a un tratto distante.<Che sguardo corrucciato ... a che cosa stai pensando tesoro?>
Deve aver capito il mio trucco perché tenta in tutti i modi di smascherarlo, procedendo nel parlare.
<Un brutto voto a scuola?>
<Non prendo brutti voti>
<Ma sentilo ... certo, se ti impegni così in tutto ...>
Piega la testa di lato, osservandomi con più attenzione mentre è ancora seduta sulla sua sedia da giardino, con me in piedi dinanzi.
<Non vuoi dirmelo?> Scuoto il capo e a quel punto la vedo sorridere. <Sei proprio come tuo padre ...>, mormora, ma io non faccio più attenzione a quello che vuole dirmi perché d'un tratto la strada della vittoria è spianata.
Punto il dito indice sulla sua colpa e lei, sollevando le mani, accetta la sconfitta.
<Va bene, va bene, d'accordo! Hai vinto tu>
<Hai visto?!>, chiedo entusiasta e la mamma annuisce.
<Ma si che ho visto, sono proprio davanti a te>
Rido divertito, strofinandomi poi un occhio con il dorso della mano per allontanare dei fastidiosi insetti, ma la mia distrazione le dà modo di afferrarmi, obbligandomi a sedere sulle sue gambe e a perdermi nel suo caldo abbraccio nel quale rimarrei in eterno.
<Sai che sei proprio bravo a questo gioco?>
<Perdi sempre>, le faccio notare, e sento il suo sbuffo sorpreso smuovermi i capelli biondi in testa prima che la sua mano, arricchita di piccoli anelli, mi costringa a voltare il capo per fissarla.
<E' proprio vero, ma mi piace>
<Perché?>
Sorride. <Perché anche se perdo sempre subito dopo ti vedo ridere. E farti felice è ciò che più bramo>
<Sei buffa>, commento, e lei spalanca gli occhi.
<Sono buffa?>
<Si!>, ammetto, ed ecco la mia amata tortura: la mia maglia si solleva velocemente senza che io me ne accorga e le labbra della mamma arrivano a giocare contro la mia pelle, producendo suoni strani che mi fanno sempre più ridere. <Mamma!>
<Si tesoro?>
<Non si fa!>
<E' vero amore, niente pernacchie allora. Dei morsetti?>
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Ali di farfalla
Romans[COMPLETO] *Tutti i diritti riservati* (Certificazione Patamu) Tre amici, fin dall'infanzia. Megan, Caleb, ed Ian. Tre amici, si, ma totalmente differenti di carattere, di cuore, con una vita vissuta in comune sulle strade sporche di povertà dell'o...