82- Minacce e supestizioni

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P.O.V.
Richard

Ventisette anni prima

Nel pallido cielo di questo luglio rischiarato da un sole caldo, tra le siepi e i cipressi, il suo vestito viola scuro si evidenzia con un netto stacco dal contesto, mentre i suoi passi smuovono il terreno pendente fatto di ghiaia al termine del quale la attendo con placida pazienza.

Le avevo promesso che un giorno l'avrei salvata e l'ho fatto, ho mantenuto la parola data mentre ho continuato a vivere parallelamente due vite assieme. Una nel letto di Nora, nei panni di un semplice operaio di fabbrica, e una in quelli di Ivan Lee, in questa villa alle mie spalle che ormai è diventata una seconda storia da dividere con Sarah, e le sue carezze lenitive che mi alleviano il dolore di ogni giorno, curando quell'amore matrimoniale che ancora non sono stato del tutto in grado di ripristinare.

<Ciao>, sussurro in direzione del suo viso, reso arrossato dal sole.

<Ciao>, mi risponde con tenerezza, abbassando gli occhi per qualche istante, facendomi sorridere.

<Mi hai mandato a chiamare?>

<Ho una novità da darti, ma non so come la prenderai>, dice, riuscendo a sollevare lo sguardo dal terreno ghiaioso per arrivare fino a me, in piedi nell'inizio della proiezione dell'ombra data dal loggiato della casa, al sicuro dal sole.

<Aspetto un figlio, tuo figlio, dalla notte che mi hai chiesto di trasferirmi qui. Ti permetterò di fare un test di dna se vorrai ma non frequento più il bordello, o i clienti, come ben sai. Questo bambino è tuo ... lo saprai crescere? Vorrai ... farlo crescere, insieme a me?>

Sorrido sentendo nel cuore esplodere i fuochi d'artificio dalla felicità.

Un figlio. Mio figlio. Il mio primo erede. L'unico ... che possa veramente considerare parte di me.

<Lo farò, Sarah. Mi prenderò cura di lui. Sono ricco adesso, non gli mancherà niente. Vivremo tutti insieme felici in questa casa>

Dai suoi occhi leggo che questa risposta era quella sperata per cui spalanco le braccia e lei vi precipita dentro, rimanendo stretta tra l'ombra e la luce generate dal sole nel mio abbraccio, nato dal conforto.

Venti anni prima

Il mio cuore a pezzi non sa decidere cosa brama.
Due donne se ne contendono i frammenti e lottano per ottenere il pieno possesso.

Nora e Sarah occupano le mie giornate con intermittenza data da una cadenza di giorno settimanale costante, a conoscenza solo in parte l'una dell'altra, per quanto riesca a credere all'intuizione di Nora in merito alla novità.

Il nostro rapporto è sempre più confuso: odio e amo mia moglie per quello che mi ha fatto e potrebbe farmi, ma il desiderio non mi permette mai di allontanarmi troppo, spingendomi a desiderare un contatto con la donna a cui un tempo avevo donato nell'interezza il mio cuore in molte serate troppo gelide perché Sarah riesca a scaldarle, o in pomeriggi troppi luminosi perché la seconda donna con cui vivo possa apprezzare.
Motivo per cui con lo sguardo non mi allontano mai troppo da Nora mentre la vedo trafficare per la cucina con uno straccio in mano e un'espressione austera che a un tratto mi rivolge.

È bellissima pure nei suoi anni, nei suoi vestiti dismessi e nei capelli sfatti. È bella come un tempo, come lo era quell'angelo con cui ho diviso la camminata verso un'altare, mentre rivestito di piume bianche si era rivelato febbricitante di emozione e freddo nel suo primo giorno sulla terra.

Ali di farfallaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora