13- La sua bugia

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Stasera ci sarà la festa d'addio a Kevin. Per l'occasione mi trovo in casa di Nicole, più precisamente nel soggiorno. Una postazione insolita visto che devo solo tagliarmi i capelli, ma lei non arriva ed è un po' una tipa stramba, capace di aggiustarmi la piega pure per strada, se solo avesse disponibile un paio di forbici. Ad attenderla non sono sola, ho Celine al mio fianco che si intrattiene scarabocchiando sul suo blocco di appunti quelli che credo essere per tutti i versi motivi floreali parecchio intricati, quasi da perderci la vista, ma forse i soli in grado di intrappolare anche i suoi pensieri.

<Celine ... come stai?> Non la vedo da qualche giorno e mi dispiace farlo proprio per quest'occasione.

La bionda alza le spalle lasciandomelo intendere.

<Però ... quanto ritardo da parte di Nic> commenta, proseguendo nella sfumatura dei disegni.

<Lascia perdere, ieri ha anche rivisto Paul>

<Ma dai ... che assurdità>

<Concordo>

Dalla mia distanza il disegno appare molto bello, e la curiosità vince su tutto.

<Posso?> allungo la mano chiedendole il blocco, e lei senza esitazione mi porge il suo bene più prezioso. I fogli sono molto spessi, adatti al carboncino. Dovrei soffermarmi sulla pagina dei disegni floreali, ma con un sorriso divertito la guardo, tornando poi in un colpo all'inizio.

Come primo disegno trovo il ritratto di Kevin: è perfetto, eseguito appunto con del carboncino, di cui tanto è innamorata, ed ecco che ritrovo la sua capacità di intrappolare persino l'anima. E' di una bellezza unica questo ritratto che racchiude il loro amore, ma come i miei anche i suoi occhi vi si sono soffermati, e non voglio riaccendere troppo pensieri. Proseguo notando come adori disegnare solo sulle pagine di destra: forse per non sporcare i disegni li uni con gli altri, tra la pagina vuota e quella disegnata tiene sempre sottili fogli sul cui inevitabilmente residui di carboncino e lapis vanno a depositarsi, o forse perché più semplicemente adora lavorare sulla parte del quaderno più alta, una cosa che facevo spesso anche io mentre prendevo appunti, la sinistra era una scomodità.

Al seguito di Kevin trovo Andrew, e poi Joseph, quest'ultimo ovviamente ritratto con dietro le sbarre del cancello del Brunett, il solo luogo dove si vede ultimamente. E dopo molti, moltissimi tipi di tatuaggi ... tra di loro trovo pure il mio, disegnatomi da lei stessa qualche mese fa, e incisomi sulla pelle da Nicolas, nel loro studio.

Alzo appena gli occhi e la vedo sorridere per quello stupido gesto che lei e Nicole mi avevano spinta a compiere, e che mezza ubriaca non ho esitato a eseguire. E' molto bello persino disegnato.

<Uno dei miei lavori più belli> si elogia.

<Non è affatto vero, sei fantastica soprattutto nei ritratti> e torno ad averne la riprova, perché rivedo i volti dei nostri amici, e tra loro vi è anche il mio: mi ha disegnato accanto a mamma, nella nostra cucina. Non è la prima volta, ne ho un sacco con lei, e adoro come riesce a rappresentarla. Celine è semplicemente fantastica.

Trovo Ian insieme a Nicolas, Ian mentre fronteggia Nicole a carte e mi viene da ridere ... e poi ecco un quadro di tutti noi insieme, e quella scena la ricordo. Sfoglio la pagina dopo ... e ci trovo. Siamo io e Caleb, lui è alle mie spalle, schizzato di un pesante nero che gli scurisce i vestiti, mentre io sono seduta sulla sedia del Brunett, con il braccio piegato e la mano vuota perché lui mi ha rubato la sigaretta. Osservo il modo con cui rimaniamo a fissarci, ricordando le emozioni provate sul momento, nel ricordo di mio padre, ed il cuore perde un battito.

Ancora una volta .... È riuscita a intrappolarci.

Le mani proseguono da sole, inciampano in altri ritratti di sconosciuti per strada, finché non arrivano all'ultima pagina sporcata: sembra quasi non essere stato portato a termine, ma quelle linee che sono state fatte riescono comunque a restituirmi l'immagine di Caleb. Nel disegno ha una sigaretta accesa, immobile tra le mani, e lo sguardo perso in un punto troppo distante da questo foglio e percepisco ... qualcosa vedendolo così. Celine ha rappresentato qualcosa che mi sfugge ma che comunque è in grado di farmi soffrire.

Ali di farfallaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora