77- Salvami da me

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P.O.V.
Nicolas

L'espressione sul suo viso è la mia sconfitta. La morte ancora una volta ci ha raggiunti prendendosi parte della nostra anima.
Trascinando il suo nero e lungo velo sul terreno ci abbandona nella conseguenze della sua mietitura, e ci toglie il fiato portandoci alle lacrime, fino a che non sono disposte a cadere.

Il funerale è finito da delle ore ma l'espressione vuota sul volto di Celine non abbandona la mia mente, facendomi rendere conto di come sono apparso subito dopo l'addio terreno di mia sorella, anche se era diverso.
Ero un bambino piccolo e non ancora sceso a patti con tutto questo dolore, giunto anni dopo a tormentarmi nel rimorso, senza riuscire ad abbandonarmi mai.

Mi alzo in piedi e prima di impazzire afferro le chiavi della macchina. La raggiungo e metto in moto percorrendo la sola strada che può portarmi alla salvezza.

La paura di non poter riavere indietro la mia amica macchia con lacrime salate il mio viso, il pensiero di non essere più insieme alla mia complice si unisce alla consapevolezza di non essere riuscito a salvare nemmeno mia sorella, e arrivo a distruggermi con la mia sola mente, nel pensiero di ciò che è stato e ciò che sarà, di quello che non posso impedire di essere, da qui ad un'inevitabile per sempre.

Quando raggiungo la sua casa il silenzio intorno evidenzia i miei soli passi persino mentre salgo quei gradini che mi separano da lei.
Un attimo dopo senza fiato sono di fronte alla sua porta, terrorizzato nell'animo come non mi sentivo da tempo, impaurito da me stesso e da quello che provo.

Busso lenti colpi, quanto basta per richiamarla, e quando la porta si apre mostrandomi il suo viso il fiato se ne va del tutto ed il respiro torna dentro il mio corpo, riportandomi alla vita.

<Nicolas, che cosa ...?>

Domanda la mia fata, ma io non le offro modo di esprimersi. Annullo la distanza che ci divide e incornicio il suo volto con le mie mani mentre la bacio, affondo, pieno di passione, scacciando i brutti pensieri che mi affollano la mente.

<Ti prego salvami ... salvami da me stesso, Fairy>, sussurro sulle sue labbra riprendendo fiato da quel contatto, ed esitante Lorelan solleva le mani prima di far congiungere le nostre labbra, attirandomi a sé.

Precipito in questo bacio. Mi perdo, mi privo del respiro.
Chiudo la porta in modo da appoggiarci Lorelan di schiena e quindi anche le mie mani mentre con la lingua arrivo più a fondo, giocando con la sua in un ballo che accende nuovamente le mie sinapsi ridandomi forza, quanto basta per continuare a vivere.

<Che cosa è successo?> Chiede con il respiro ansante non appena volta la testa per farlo, permettendomi di lasciarle una lenta scia di baci lungo tutto il collo.

<Un mio amico è morto per mano di William, Fairy, ed io non posso fare niente per aiutare la sua donna, da sempre mia amica, così come non ho potuto fare niente per mia sorella ... così come non posso fare niente per te. Mi dispiace per ogni parola che ho detto, non volevo litigare, non volevo farti soffrire mai>, sussurro sulla sua pelle scendendo con le mani per stringerla contro il mio corpo, e sul mio petto sento il suo cuore battere, le sue mani poi, tra i miei capelli, tornare a cercarmi sollevandomi il viso così da lasciarvi un altro bacio.

La mente si perde e si lascia confondere da quel contatto tanto idealizzato, venendo quindi governata da una passione che in presenza di Fairy non conosce confini.

Sfioro con le mani lentamente la pelle di lei al di sotto della sua maglia.
Lorelan geme, stringendo con forza gli occhi mentre la bacio.

<Forse non dovremmo ...>, sussurro ma lei non mi ascolta, torna a premere le nostre labbra ed io mi abbandono, senza più alcun timore se non quello di non essere alla sua altezza. La solita imprescindibile paura che mi tiene stretto da che l'ho conosciuta.

Ali di farfallaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora