P.O.V Caleb
Sei anni prima
I sospiri gelidi della notte sono anime urlanti capaci di far cadere aghi di pino, al confine di questo bosco nel quale aspetto il suo ritorno. Sono su una panchina, ad attenderla: credo il mio volto parli per me ma nel caso non bastasse anche il cuore si schiera, volendo la sua parte.
Megan deve essere scesa dal traghetto da poco più di dieci minuti, dopo quelle due settimane in cui non ha fatto ritorno. Due settimane di inferno dove l'immaginazione è stata la mia peggior nemica, e di lei mi sono nutrito, abbeverandomi disgustato dalla fonte di quegli stessi discorsi troppo inclini al masochismo giunti alle mie orecchie tramite le parole di Celine, troppo di parte, troppo femminili, troppo simili alla voce di Megan che mi sono immaginato lei stessa potesse pronunciare.
Ed è una possibilità, quella che ci sto offrendo. Ho pensato che prima o poi sarebbe dovuto accadere, perché di lei non ci se ne libera facilmente anche se una parte di me desidererebbe farlo, puntano a un'indipendenza ormai impossibile da raggiungere perché ormai sono connesso a Megan, sono parte di lei, della sua storia, della sua vita, e per quanto alle volte lo detesti, per quanto questo mi ferisca e mi faccia impazzire nei momenti in cui lei è assente, il legame è presente, ed è a lui che con rispetto mi rivolgo: nonostante la mia rabbia, nonostante il disgusto e la voglia di urlare sono qui ad attenderla, per sentire la verità.
Qui, e non al molo, perché sapevo che così l'avrei ferita. Non vedermi tra la folla appena scesa ... non sarà niente, ma è una promessa infranta, che spero di riuscire a rimediare se solo lei mi convincesse con le parole. Tutto al solo scopo di nutrire anche quella parte di me rimasta piena di speranza, che la notte si ripete ancora un mantra di false illusioni impossibili da cogliere, perché se lei morisse perderei per sempre Megan, se lei morisse tornerei ad essere quel bambino bugiardo che scappa dai propri errori e non la persona migliore che lei mi porta ad essere. E non voglio tornare indietro, vorrei camminare, al suo stesso passo come riesce Ian, vorrei riuscire a parlare nonostante mi venga da urlare, vorrei solo essere capace di dirle ... che mi è mancata. Ma non lo farò. Perché non ci riesco. Perché non sono Ian. Non sono l'uomo perfetto tanto ricco delle sue certezze da donarle agli altri. Io non avrei mai tirato quella palla, mai costretto un'infantile sconosciuto reticente a giocare a calcio, mai instaurato un rapporto tanto bello con una ragazza simile ... non l'avrei mai fatto, sarei rimasto steso sotto la mia tela di nuvole a pensare con odio al mondo e con ardore ai miei successi, senza migliorare mai. Ed è per non essere quell'arida persona proiettata nel mio futuro, certa della sua mentalità, che sto aspettando con compromesso altre nuove parole, nonostante frema di rabbia.
Le lunghe settimane passate, noto subito, non mi hanno fatto dimenticare il suono dei suoi passi delicati, anche se attutiti in parte da questo tappeto di foglie ... quei passi, persino loro sono diversi sulla sabbia.
Quanto sei cambiata di fronte a quel mare, Megan?
Sollevo lo sguardo domandandoglielo con gli occhi e la trovo abbronzata, raggiante di gioia, con dei pantaloncini molto corti ed una maglietta a mezze maniche nera, che le scopre la pancia, felice di trovarmi qui ... finché non mi vede davvero. Su questa panca a elemosinare parole, con un viso che richiama tempesta mentre scioglie maniacalmente nodi di dolore da matasse infinite, rigirate intorno al mio corpo.
Parla Megan ... parla altrimenti potrei impazzire.
<Ciao> esordisce in un tono macchiato dal suo vecchio sorriso, e dal suo nuovo timore.
Cerco tutta la calma che ho in corpo per poter rispondere nel giusto modo. <Ciao>
Ciao paranoia, torni a farmi visita dopo aver trafugato i miei sogni.
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Ali di farfalla
Romance[COMPLETO] *Tutti i diritti riservati* (Certificazione Patamu) Tre amici, fin dall'infanzia. Megan, Caleb, ed Ian. Tre amici, si, ma totalmente differenti di carattere, di cuore, con una vita vissuta in comune sulle strade sporche di povertà dell'o...