51- Torturatore di un'anima in gabbia

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P.O.V.
Kevin

Osservo i dolci passi di Gabriel avanzare in direzione di Morisot tendendole la piccola mano e sorrido della dolcezza di questa scena.
Il mio amore ricambia, ed afferra quel piccolo appiglio che ore insieme di instaurata conoscenza hanno portato il bambino ad avanzare, così da riuscire a superare l'ostacolante radice sporgente di quercia presente su di questo pavimento di parco urbano, per poi riuscire a dirigersi verso i giochi dove lo attende un'evidente sorpresa.

Spalanca la bocca alla vista e non ha altri occhi che per lei, per Wendy.
Rido con Morisot e insieme li osserviamo conoscerci, fissando la loro vita da poco più lontano.

Ora è Celine a prendersi cura di lei data l'assenza di Ian nel South Side, mancanza che so giustificare avendo scoperto quale realmente fosse il suo lavoro.
Il cuore per poco non ha subito un collasso ascoltando la verità, scoprendo che uno degli avari sostenitori di Lee a cui dovevo il denaro era proprio lui che mi supplicava di dargliela vinta, cedere alle loro richieste una buona volta.

Solo l'orgoglio mi aveva fatto desistere a cedere il passo ma capisco ormai che non è più tempo per le contrattazioni, adesso esiste il solo bisogno di concludere l'affare e con una certa urgenza.

<Cosa ha detto sua madre, sapendo che lo portavi qui?>

<Non ha fatto particolare resistenza. Loro vengono proprio dal South South, e ho scoperto che abitavano poco distante da qui, in quella vecchia casa accanto alla lavanderia con i mattoni rossi e le persiane bianche>

<È una bella casa>

<Sfortunatamente non garantiva alcun posto di lavoro, o futuro per il figlio>

Annuisce capendo cosa voglio dire, senza staccare però lo sguardo dalla scena. Gabriel è audace, si è spinto ad attaccare a parole la piccola Wendy che non vuole sapere di uscire dallo scivolo e lasciargli il posto, probabilmente al solo fine di farlo innervosire.
Mi ricorda tanto il primo giorno in cui io e Morisot ci siamo conosciuti, era tutto un continuo battibeccare ma solo perché l'attrazione ci aveva già incuriositi l'uno verso l'altra, e non c'era stato modo di fermarla.
Ora Celine è al mio fianco, mi ama, ed io non posso essere più fortunato di così.

<Keeevv>, sono richiamato a prestare servizio di fronte a questa problematica situazione sotto preciso ordine del bel bambino biondo dai capelli a caschetto.
Corro a lui come il migliore dei maggiordomi e gli presto la dovuta attenzione.

<Dimmi tutto, piccolo>

<Wendy è cattiva!>

<Non sono cattiva!>, protesta lei, con le sue codine piene di riccioli rossi facendomi ridere. È proprio una furia quando si arrabbia.

<È vero, non è cattiva, solo che vuole rimanere ancora un po' a giocare qui sopra. Perché, una volta che ha finito, non le fai vedere quali altri divertimenti conosci?>

<Non voglio, portami a casa>

<Non ti piace proprio stare qui? Nemmeno se vi faccio fare la pace?>, chiedo scorrendo con gli occhi l'uno all'altra e queste due pesti si fissano, forse in attesa dell' evento proposto, forse già sperato.

Sono proprio tremendi e fatti l'uno per l'altra dunque con una mano faccio compiere quella breve discesa a Wendy per poi spingere entrambi, posando loro una mano sulla schiena, a capitare vicini in un confronto diretto ad un pari d'altezza.
Si fissano negli occhi e poi si osservano, in attesa di ordini.

Lancio uno sguardo di intesa a Wendy, che conosco da più tempo e consapevole del fatto che tutta questa brutta confusione non l'ha creata altri che lei, e la spingo a regalare un abbraccio.
Gabriel viene catturato dalla sua improvvisa presa ed i suoi piccoli piedini compiono un microscopico passo indietro, prima che le sue mani, trovata la stabilità del corpo, si alzino correndo a stringerla per quanto gli impermeabili piumini di pelle d'oca consentano, facendo stridere in un rumore di plastiche vesti la loro costretta rappacificazione.

Ali di farfallaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora