80- I creatori della sorte

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"C'è un confine irreale tra il bene e il male
Attento alla strada perché
Ce ne è una che va verso l'avidità
E la scelta dipende da te"

Le notti d'Oriente - Aladdin

P.O.V.
Richard

Ventotto anni prima.

Esiste un'antica credenza tra le persone che ricoprono il nostro ruolo secondo la quale numeri e lettere nascondano all'interno delle loro geometriche forme la chiave della felicità o della sfortuna.
Risiede tutto nella composizione a tre di questi due fattori e nella superstizione congiunta ai loro caratteri.

Il sei, ad esempio, si può definire un numero estremamente sfortunato. Averlo inciso nella propria targa non è mai un bene, ma in caso di sua presenza si deve prestare la massima attenzione alla guida. Al contrario il 7, il 3 o addirittura l'1 si caratterizzano per l'impagabile fortuna e la capacità di dare una svolta al destino dell'autista.

Per questo motivo non ho mai cambiato macchina o la targa che porta, poiché, per un fortuito motivo, possiedo in trappola il gioco dei tre numeri benedetti e non intendo sfidare la sorte. Attendo invece che mi raggiunga, affidandomi un futuro più prossimo che sono certo saprebbe vestire meglio i miei panni.

Oltre a questa esistono altre credenze, tante da non poter essere ricordate tutte.
È tradizione, per esempio, bagnare d'alcol la carrozzeria della propria auto a seguito dell'acquisto, inaugurandola come fa una bottiglia di rum su di una nave mercantile, oppure è abitudine credere di non poter riutilizzare la carrozzeria, ovvero parti e pezzi, di un'auto sottoposta a un'incidente stradale.

Non ritengo affidabili tutte queste dicerie, eccezione fatta al terno dei numeri, ma credo nella constatazione di un fatto che si fa leggenda da narrare: se investi un cane, sicuramente la volta successiva farai lo stesso ad una persona.
E il motivo del mio affermarlo è semplice: la distrazione nasce da uno stato mentale che non può essere abolito. L'animale, di grossa o piccola taglia che sia, si fa ben visibile contro l'asfalto nella sua pelliccia di pelo o nei lucidi occhi nel riflesso dei fari.
Non notarlo simboleggia la tua confusione e la rotta distorta dei pensieri mentre i miei sono estremamente lucidi.

Mente e riflessi agiscono insieme, operando all'immediato.

Non ho mai investito un cane.
Non ho mai fatto passare sotto le ruote un pallone da calcio, o le piume di un piccolo uccello, la plastica di un rifiuto o il pungiglione di un abbandonato vetro in superstrada.

Quello che ho sempre fatto è stato garantire una guida sicura e confortevole alle persone sedute alle mie spalle.
Per questo sono stato classificato come il migliore.
I clienti mi scelgono e il mio capo cede alle loro richieste chinando il capo.

Rivesto il ruolo di tassista ma anche di chaperon profumatamente pagato nelle serate di festa.
E tutto questo era bastato ad alimentare il mio ego.

Non sono un uomo malizioso, non cedo ai vizi dell'alcol, inibitore della guida, o permetto alla trappola del fumo di incatenarmi in una costretta abitudine, non sono alimentato dalla ribellione ma sotto pelle la passione che covo mi porta a sperare in un futuro sempre più lustro, privo di sforzi mai abbastanza ricompensati che mi esentano dal vivere il calore familiare che tanto desidero sostenere.

Ali di farfallaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora