23- Il protettore del South Side

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P.O.V. Ian

Non ho mai conosciuto direttamente la dolcezza. Da che ne ho memoria nei pomeriggi dell'infanzia passati in casa quella donna, dalle trasparenti vesti ed il perfetto sorriso, mai era venuta a farmi visita per lasciarmi una carezza, cullarmi in un abbraccio, stringermi al suo seno ... mai era presente, motivo per il quale, successivamente nel tempo il mio desiderio di ricerca è andato diramando, cedendomi ad un involucro completamente privo di carattere, tanto meno di passione.

Non ero niente, niente, prima di sentire e vedere una bambina della mia stessa classe alzarsi in piedi e cantare, prima che una donna, piangente lacrime amare, vestita in abiti dismessi e con un borsone ai piedi mi tendesse un piccolo fagotto caldo, dal respiro quasi inesistente, in modo tale che lo stringessi tra le braccia. Non ero nessuno prima che piccoli riccioli rossi, più grandi dello stesso viso che li ospitava, facessero capolino tra la marea di stoffe che li proteggevano. Non ero nessuno prima di scoprire il cuore fragile di una donna. Tanto fragile da dover essere trattato delicatamente con mani calme, tanto burrascoso da definirsi un uragano ... non ero un uomo, prima che il mondo me lo rivelasse.

Per molto tempo quel qualcosa mi era mancato, e adesso che lo posseggo posso definirmi intero, posso diventare la persona che voglio essere. Essere l'uomo che sono, che Wendy e Megan mi hanno permesso di diventare, perché se c'è qualcosa di vero a questo mondo è che non si è soli e che dalla nostra non abbiamo sempre la ragione, o l'incontestabile verità che la nostra caparbietà ci spinge a portare avanti: si nasce per venire a confronto con altri, con nuove menti, con nuovi cuori, si vive per questo, per non morire uguali a come si è nati, e per questo motivo posso dire che al mio posto sarà un altro uomo a morire, mentre io sarò immortale in altre menti. Posso dire che di quel bambino chiuso in un guscio altro non mi rimarrà che il ricordo, come di un evento passato del quale non si distinguono i contorni ma solo piccole parti, perché di lui non mi è rimasto altro che qualche traccia, a scorrermi nelle vene al solo fine di incendiarmi il cuore, mentre cerca di regnare una persona nuova, degna di fiducia. Degna di quell'amore che per molto tempo gli è stato negato.


Undici anni prima

<Ian ti prego! Non posso fare altrimenti devo andare! Ascoltami bene: lascia questa bambina alle suore, lasciala a padre Giulio oppure vicina a un orfanotrofio, non sono in grado di occuparmi di lei, sarei un'egoista ad ammettere il contrario!>

<Sei egoista andandotene>

<Non ho i soldi, Ian!>

Taccio abbassando il capo perché i suoi occhi, pieni di quelle patetiche lacrime per me sono impossibili da fissare.

<Se te ne vai questa bambina non conoscerà mai sua madre>, ammetto a bassa voce, fissando quei riccioli uscire fuori dall'intreccio creato dalle bende. <Non saprà mai cosa vuol dire essere amati dalla persona che ti ha messo al mondo, e senza saperlo si sentirà per sempre vuota, è questo che vuoi?> Non mi risponde. Adesso la rabbia mi ha preso tra le braccia. <E' questo che vuoi?!> Urlo contro il viso della donna, con il rischio di svegliare la bambina che però si rigira tra le mie braccia, passandosi una mano sul viso.

La pioggia cade come grandine dall'alto soffitto del cielo, bagna completamente i vestiti della donna che ho di fronte, mutandone il colore, scivolando sul suo viso affusolato e muto con il quale fissa me e la bambina. Capisco in un'istante che la mia rabbia non è mossa solo in difesa di un'altra creatura ... ma principalmente nella mia. Non ho una madre, e lei, mia cugina, è la persona che più ci è andata vicina, nonostante tutti i suoi problemi legati alla droga, agli uomini violenti che si è scelta e al carattere tanto fragile. La detesto tanto quanto la amo. Vorrei che fosse più agguerrita, che sfuggisse da sotto quella pioggia di dolori e problemi che lascia che la bagni e mi corresse incontro sotto questo porticato, dove proteggo la sua creatura, parte del suo sangue, alla quale sta voltando le spalle.

Ali di farfallaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora