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Mi giro verso la ragazza sul sedile affianco al mio, è spaventata e i suoi splendidi occhi chiari sono pieni di lacrime ma posso assicurare che è ugualmente mozzafiato.

Riprendo a guardare la strada, in realtà non so esattamente dove portarla ma quando l'ho vista ho capito che doveva essere mia.

Alzo il cappuccio della felpa mentre aspetto in fila alla cassa, sussulto quando mi accorgo che il pacco di biscotti mi è caduto per terra «Tieni» mi ritrovo di fronte due enormi occhi celesti che mi fissano «grazie» dico senza staccare lo sguardo dal suo.

Si gira di spalle, non prima di avermi sorriso e sento un inebriante profumo arrivarmi al naso: sa di biscotti e di rose e, sinceramente, non credo di aver mai sentito un profumo più buono.

«Signore, è il suo turno» mi risveglio dallo stato di trance in cui ero caduto dopo aver sentito quel profumo e quella specie di apparizione si è volatilizzata «No, lasci stare» lascio tutto sulla cassa e mi affretto fuori per raggiungere la ragazza.

È ferma davanti alla fermata dell'autobus con le buste della spesa in mano ed in un attimo realizzo: deve essere mia.

Mi avvicino lentamente a lei «Posso darle una mano?» chiedo senza staccare lo sguardo da lei, si gira di scatto inchiodando lo sguardo al mio «Oh no, grazie, l'autobus sta per arrivare» sorride e non posso fare a meno di guardare le sue labbra e pensare a cosa potrei farci.

Mi guardo intorno e quando realizzo che il parcheggio è vuoto la tiro per un braccio vicina premendole la mano sulla bocca «Zitta» sussurro respirando a fondo il suo odore, cazzo, meglio di qualsiasi cosa al mondo.

La tengo stretta per il braccio mentre la tiro verso la mia macchina e la spingo nel sedile del passeggero, mi slaccio la cintura e la sfilo dai passanti.

La vedo agitarsi, spaventata «Ferma, non voglio fare quello che credi» anche se un bel pompino sarebbe interessante non è ancora il momento.
Le lego le mani e chiudo lo sportello facendo velocemente il giro della macchina per salire e correre via.

Così ora mi ritrovo in macchina con una ragazza che praticamente non conosco ma che già mi piace da morire.

«Dove vuoi portarmi?» la sua voce interrompe le mie divagazioni «Non ti riguarda» dico inespressivo, in realtà non lo so, credo che la porterò a casa, in fondo sono andato a fare la spesa e la spesa si porta a casa, no?

«Beh...spero che non vorrai uccidermi» sussurra ma non le rispondo, perchè dovrei farlo? È bella, adoro il suo profumo e sono sicuro che mi divertirò molto a giocarci.
«Ehy, puoi rispondermi?» domanda ma la ignoro ancora, devo concentrarmi sulla strada da fare per tornare a casa dato che passa nel bosco.

Mi giro a guardarla qualche secondo quando la sento muoversi «Come ti chiami?» le chiedo riportando lo sguardo sulla strada, voglio sapere come chiamare il mio nuovo giocattolino.

«Te lo dico soltanto se rispondi alla mia domanda» sorrido alla sua risposta «No, non mi piace uccidere le persone, un cadavere è difficile da nascondere, bambolina» dico facendo scivolare la mano sulla sua coscia.

Sussulta «Madelyn» dice fredda e si sposta ma io sorrido ancora, come pensavo: un nome perfetto per lei perché è particolare e dolce come il suo viso ma allo stesso tempo quasi aspro come sicuramente è anche lei.

𝗧𝗵𝗲 𝗣𝗿𝗲𝘆 » 𝗟𝗼𝘂𝗶𝘀 𝗧𝗼𝗺𝗹𝗶𝗻𝘀𝗼𝗻 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora